Capitolo 106 Luck now album Enough for now.
[…] seguito recensione Reversibile.
Sdraiato sul letto stretto della mia cabina sento il sommergibile inclinarsi. Il secondo sta facendo la manovra “Ivan Il pazzo” … Giro il polso per guardare mio orologio… È vero che son passati 20 minuti da quando ho lasciato il centrale. Fra poco saremo diretti verso la base Nibraforbe. L’interfono e il suo suono penoso, viene a contraddire la mia voglia di uscire di questa lattina di ferro… è il Secondo:
- Abbiamo un segnale, una firma sonar già registrata, uno schedato, 20 miglia al sud ovest della nostra posizione.
- Ci ha sentito?
- Non penso, è passato 2 ore fa, davanti al passaggio segreto della base, è diretto pieno sud.
- Arrivo.
Sono quasi brontolone di dovere passare dalla posizione sdraiata sul mio letto, a quella seduta nella confortevole poltrona di comandante, di mezzo al centrale operativo.
- Jones? Chiedo, mentre mi siedo.
- Rilevamento nel 359, rotta nel 179, profondità 045, velocita 8 nodi. Firma sonar “Luck now”, uno schedato Matteo Manganelli…
- Aspetta… Luck now… Non erano quel gruppo ibrido a cavalo fra Mantova e Rovereto facevano prove a Bologna… Capo centrale?
- No, questo erano i “What really” capitolo 8 delle nostre avventure l’album di “Ophelia (among the flowers)” 2013.
- Ah sì, è giusto! Poi di lui c’era anche un album con la faccia di Clint Eastwood in “Dirty Harry” nella famosa cena “Feel lucky punk?” ma teneva un gelato… come faceva quel album?
- “Just another lucky start” 2014…
- Esatto! L’abbiamo in archivio pero, non abbiamo fatto missione su questa uscita. Che memoria capo centrale!
- Miga tant’… Ho tirato fora il dossier mentre lei arrivava dalla sua cabina, Capitan…
- Eeeeh… sì…. Brao… Manda una richiesta a l’Intel sulla rete flash, su questa gente.
- Aye aye, sir!
Il capo torna, dopo 10 minuti, col suo blocco e il gommino della matita gialla batte la cadenza:
- Il gruppo originale di 4 ragazzi di “What really” si è geograficamente sciolto. “Luck now” nasce come un binomio, il primo EP ricorda un certo “Vicky” alle batterie e tastiere. Sembra che hanno suonato il leggendario “Cavern Club” di Liverpool come I “Mondo Frowno”. La nuova formazione è sempre un duo con Manga al canto, basso, chitarre e Seb Beozzo alle batterie e tastiere. Tutte le tracce sono state scritte da Matteo tranne una cover di Tobin Sprout “A good flying bird”. Collabora con Gianluca Rimei per la scrittura di “Day by day” e “Panic Attack”. I dati di Band camp danno una registrazione ad Aldeno, nella sala di Sebastiano Beozzo. Poi la scelta, sicuramente fra conoscenze personali, di Barcelona per il mix di Giuliano Gius Cobelli per la taakstudio. Ancora più esotica la scelta di Chicago per il master realizzato da Carl Saff. Il tutto arriva a Seattle grazie a Chris McFarlane ed esce grazie alla sua Jigsaw Records a breve, anche in formato fisico. Bellina la cover fatta da Francesco Murrone …Credo che fa anche fumetti.
- Altro?
- Ringraziamenti per le chitarre aggiunte: Pogue Mahone e l’inspirazione portata da un certo Gi Erre per la cover… tutti due non schedati…
- Buono! Scanner, doppler, spettrometro, decoder audio. Cominciamo!
A dire la verità c’è una costante fra gli 3 album a quale Matteo Manganelli ha partecipato. Sono, al mio gusto, tre perle del power pop moderno. Basta sentire “Ophelia (among the flowers)” del primo album con “What Really”, poi “Ninja expert” sullo stresso EP. “23rd floor” e “King of white chips” sul primo EP di “Luck now” chiamato “Just another lucky start” Magari viene dal modo di impacchettare tastierine su questi pezzi pop al gusto di vacanze al sole. Il suono volontariamente desueto e semplice della tastiera tira su l’aspetto gioioso delle tracce, invece di divorare le chitarre dalla sua sofisticazione. C’è un approccio particolare anche alle cover suggerite e un’interpretazione che si trova obbligatoriamente al di sopra della versione originale. Questo è valido per la loro versione di “August” degli “Elevator to hell” sull’album “…Lucky start” sia per “A good Flying bird” di Tobin Sprout su questo EP. Ancora più sorprendente “Last Christmas” dei Wham uscito in Dicembre 2015 è rivisitato in un modo che piace a ME!!! Il risultato è gradevole l’ascolto è facile e piacevole. Certe canzoni stranamente, rimangono in mente con un retrogusto di “Dandy Wharol” o di “tornaci” a scelta vostra.
“Social Loner” è un bel Rock con belle chitarre grintose, ma che contiene qualcosa di agganciante nel tono del canto, nelle scalate di chitarre e nel raddoppiamento della voce a momenti chiave. Sguardo sul nostro mondo moderno con l’invasione dei dispositivi tascabili nelle nostre esistenze che richiedono un’attenzione cronica… Un po’ troppo di attenzione cronica, come un telefonino per esempio: “It doesn't matter, you got the number, talk later, now just leave me alone” il tutto su delle belle chitarre che parlano “Green Day” da cima a fondo.
C’è una frase di tastiera che score dietro i versi di “Imaginary friends” un pop rock leggermente più posato… quasi sul tempo medio. Bella combinazione dei vocali e cori nonostante schemi quasi tradizionali per combinarli. Certe volte non serve troppo complicare per costruire delle belle linee di vocali come queste, che si combinano bene alla nostalgia del testo: “Layin' down on my knees again, with a fading picture of you Drawing things for some imaginary friends, it's all I ever do”.
Puro gioiellino di partiture di chitarre nell’introduzione di “Sleep it off” per un altro bello power pop attraente. Ancora cori invitanti e calibrati. Notiamo qui, l’attenzione particolare, portata al numero di strati di registrazione per ottenere queste melodie e queste armonie. Un lungo feedback di chitarra conduce a un ponte musicale verso 2.45 e sembra distaccarsi del pezzo per ritornarci gradualmente, per finalmente impacchettare il tutto con il fiocco… E lode.
Croccantino al ripieno di bontà, ingredienti genuini, confezionato artigianalmente, con rifiniture manuale, assaggiamo la cover tonica ed esemplare di Tobin Sprout “A good flying bird”. La versione proposta qui, gradisce di un tocco di mordente supplementare nelle chitarre, di una batteria decisa, in figura di prua, della qualità dei vocali e dell’energia della valanga dei “yeaaaah!” che ti cadono addosso. Mia traccia preferita sull’ EP. Vi sembra troppo corta???? Suonatela di nuovo!!!!
Le chitarre sanno stare intermittente su “Day by day”, creano spazi liberi, abbastanza per lasciare il basso tornare a galla come si deve e il canto raggiungere chiaramente il primo piano. La melodia del canto fa maglie nella seconda parte del ritornello per dargli un rilievo tutto suo. “We do deserve much more than this, there's nothing left to say” C’è lavoro sulle partiture del canto e sono arrangiate bene.
La frase di tastiera di “Panic Attack” si abbina magicamente con la melodia generale del pezzo. Le chitarre sono dominanti, ma questa semplice frase musicale è quello che rimane in testa, una volta il pezzo finito. L’album si chiude sulla canzone la più pop dell’opus, sparso di “Woh ho ho” che invitano a cantare allungo, questo pezzo festivo è la ciliegia rossa lucida, che rimane in cima a questo “Enough for now” … Stranamente, per molti di noi abbordo, non sembra bastare. Ma tre pubblicazioni presenti su band camp, e nominate qui sopra, sono a disposizione e scaricabile a prezzo libero. Casomai vuoi ripartire per un giro….
- Spegnere la strumentazione e facciamo rotta verso la base Nibraforbe. Secondo, li lascio il centrale. Chiamatemi a tre miglia del passaggio segreto. Tengo ad essere presente per la manovra di ingresso…
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