Capitolo 124 Poor works album “All in”

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[…] seguito recensione Cannibali commestibili

- Credo che siamo passati acanto un altro album, in marzo di quest’anno questa volta…

- E come mai lo scopriamo solo adesso??? Chiedo, avendo in vista un’altra settimana in più abbordo.

- C’è Daniel Nardon nelle due formazioni… argomenta Jones, leggermente confuso. Eravamo sugli Crinemia a l’epoca dell’uscita di “All in”: Cannibali… Crinemia… Poor works… Ci sono connessioni fra tutti tre i gruppi… ha fatto schermo…

Non è che, stavolta, sono arrabbiato con Jones, perché poveraccio, fa il suo lavoro, e lo fa bene. Ma sono un po’ imbarazzato del risultato della pressione che li ho messo, di essere in pressione insieme a lui, dentro questa conchiglia di ferro e della mia voglia di uscirne. Lo guardo con compassione, perché è diventato tutto rosso, e che con i riflessi verdi dei monitori sul suo viso, lo vedo un po’ MARRONE!

- Respiri Jones, torniamo alla base dopo questo… non preoccuparti! Capo Centrale! mi manda una richiesta di dossier su questa uscita, via la rete flash.

- Aye, aye sir!

I “Poor works” non sono sconosciuti qua, abbordo. Avevamo raccolto una copia fisica di “Colours of us” nel 2015 a l’epoca dove negozi di dischi indipendenti esistevano ancora a Trento citta. Oggi, ne rimane solo uno a Rovereto. Oggi, il deserto culturale si è ridotto ancora di più, dal filtro spietato delle grandi superficie e dalle multe e intervenzioni di polizia durante concerti di musica dal vivo… quando il pubblico chiede il “BIS”. I “Poor works”, rimanendo abbastanza discreti, sono gli autori di “3minutes”. Hanno creato “Poor TV”. Al capitolo video hanno proposto il notevole “Il volo” nel 2015. E si sono aggiudicati il premio del miglior video 2018 con “Intrecciando nodi” un altro capolavoro di Joe Barba. Video apparso a l’ultimo momento, a qualche giorno della chiusura dei voti aveva scombussolato la giuria. Notati i due attori Tiziano Lonardi e Sabrina Campagna che portano con intensità la rappresentazione del testo. Poi, punto comune da Cannibali a Poor works: Daniel Nardon, il chitarrista.

La sua presenza nelle due formazioni e piuttosto sorprendente; nei Cannibali, Daniel si tuffa corpo e anima nel lato oscuro del Rock, per il più grande piacere di tutti: salta a piedi giunti sulla pedaliera, gran manovella su accordi maggiori, amplificatore con volume a chiodo, occhi bianchi, smorfia pre-orgasmica, lingua malignamente tirata, scrollata di testa sul ritmo, assoli in ginocchio sul palco, ma anche in sala prove. Nei “Poor works” è veramente saggio, consensuale, educato, gentile, pulito, docciato di recente, alito freschissimo, leggermente profumato, ascella purificata, mutande stirate, biro quattro colori, pettinato bene, prima fila, attento.

Un esempio.

I “Poor works” sono sicuramente il gruppo il più consensuale del Trentino. Gli unici con i “Glockensthurm” ad avere una DIVISA (Colours of us) per le apparizioni pubbliche. Piacciono alle ragazze, le loro madre, loro nonne, e visto che le bisnonne son trendy al giorno d’oggi, piacciono anche a loro. Vedo la scena da qui:

- Mammina cara, potrei avere Il CD dei “Poor works” per Natale?

- Ma certamente, stellina mia… visto che hai avuto un 10 e lode in geografia.

- E quello dei Cannibali Commestibili???

- ???……………………………………………………. Chiedi a tuo PADRE!

C’è qualcosa di più profondo pero. Qualcosa che tocca la sensibilità di certi di noi. Qualcosa espresso, stranamente, con questa collaborazione costante con Joe barba, per illustrare le loro più belle canzoni.

Un modo di esprimere sentimenti ed esaltare una combinazione testi/immagini per fare che una traccia, che al primo ascolto potrebbe rimanere banale, ti lascia a bocca aperta davanti al tuo schermo preferito. Io, lo so… Corde sensibili, n’e possiedo un bordello! Poi i “Poor works” sono piuttosto pop classico e non parlano di soggetti troppo sensibili. Sono freschi, festivi, gioiosi, e poco complicati, poi cantano tutti. Ma veramente tutti, e questo è raro. Il Capo centrale arriva con il suo blocchetto e sua matita gialla:

- Allora la band si compone di Nicola Toniolli: voce e management, Daniel Nardon: chitarra e voci, Daniel Calovi: chitarra e voci, Mauro Tomedi: basso e voci, Patrick Calovi: tastiere e voci, Christian Nicolini: batteria e voci. Sì formano nel 2008 come “british cover band”, girando il territorio con un repertorio di cover degli Beatles, Coldplay, Rolling Stones, Queen, Who e anche Oasis. Dopo i primi anni saturi di concerti, in 2013 pubblicano “Colours of us”, il loro primo album di inediti, tutto in inglese, con una cover riarrangiata di “500 miles” dei “Proclaimers”. Due altri singoli sono estratti da l’album, “3 Minutes” e “Morning Light”, che trovano successo sulle principali radio locali. Hanno una costante attività live e iniziano a lavorare con Valerio De Paola …

- Fermo! Non è stato schedato a l’epoca dell’album di Mirko Pedrotti Quintet??

- Si! Ha mixato l’album “Durch” e fatto qualche parte di trombone e co-scritto una “suite” … E un musicista e arrangiatore professionista, con lui hanno prodotto il single “In volo”, pubblicato in 2015, con video di Joe Barba e che vale agli “Poor works” la vittoria alle selezioni regionali di Arezzo Wave. Nel 2016 esce “Strade” come single, che ritroviamo come ultima traccia di questo nuovo album. “All In”, un album cantato tutto in Italiano, rimangono comunque inserti di inglese sparsi nel testo.

L’album è stato prodotto da Fidel Castro… No! Scusate… Filadelfo Castro … (avevo letto in diagonale). Gli arrangiamenti per “Sunday forever”, “All in”, “Purché tu sia” e “Intrecciando nodi” son stati firmati Poor works e Filadelfo Castro. Tutto il resto: arrangiamenti di Poor works e Valerio de Paola. Tutte le canzoni sono scritte da i “Poor works” tranne “Purché tu ci sia” il testo della quale è di Maurizio Carpi. L’album è registrato fra due studi: Beat factory e Stripe studio. Le batterie di “Sunday forever, “Purché tu ci sia”, “Sogni di vittoria” e “Strade” sono state registrate da Diego Corradin. Credo sia tutto.

- Buono! Jenkins … Doppler, decoder audio, scanner e spettrometro per favore. Cominciamo!

Qualcosa è sicuro pero, la percezione dei dati nei primi ascolti è molto diversa dal coinvolgimento operato sull’ascoltatore dopo 20 o 30 ascolti, l’album si bonifica ad ogni giro, fino a percepire le diverse faccette delle composizioni. Da buon Capitano, consiglio l’immersione completa nell’opera.

 Sunday forever” con il suo video di cosce leggere in liberta, apre gentilmente l’opus. E un pezzo fresco, frizzante, leggero, estivo. Il ritornello e armonicamente equilibrato: “Lasciami cantare il mondo ancora un po’… giovani senza fermare il tempo…” mentre la tastiera punteggia piccole frasi con un suono flauto di pan. 

Spengono le luci” è una traccia più corposa, con sua introduzione più decisa e volontaria. Il brano si appoggia ad una sequenza di tastiera e dei cori di tutta la band. Una batteria al tono più Rock mena il ballo. Questo pezzo si presenta con un po’ più di rilievo e di spessore che la traccia precedente. Poi un altro video da sballo firmato Joe Barba finisce di dare a “Spengono le luci” un posto giusto nelle nostre memorie. Grande ritorno di Sabrina Campagna e Tiziano Lonardi nei ruoli nodi del clip.

“Cambiamenti” è un lento vaporoso e costruito bene intorno ad una base fatta di tastiere rialzate di “Oh!” che si perdono nell’eco. Il ritornello decolla con tutti strumenti a disposizione: “Scappi nella mente, scapi verso niente” … la voce di Nicola trova risorse alte per sollevare l’ultima meta del secondo verso. Poi tutti a spingere per il finale, tutti a cantare. Che gradevole sorpresa! Che pezzo!

“All in” si gonfia di voglia di far ballare un’udienza intera e riportare un po’ di ritmo allegro per definire la nostra posizione e attitudine sugli social networks. “All in”: tutti dentro questo mondo digitale “a giudicare ogni passo che si fa […] dietro immagini cerchiamo milioni di “like” … Quindi prigione mentale o permette anche ad uno squilibrato Francese di interessarsi alla musica regionale? In tant’ si balla!

Le chitarre riprendono il commando su “10 000” … Basso incluso. Anzi, soprattutto basso che si distingue, più che del solito, tutto allungo questo brano.  Di essenza rock, questo pezzo rimane il più tosto di tutto l’album. Pensavo si parlava del buon vecchio “deca” di un tempo. Invece si tratta di numero di scelte che hai davanti per rimanere in fine… sul posto. 10 000 strade… devi prenderne una.

Intrecciando Nodi” è una canzone rilasciata in dicembre 2018, con il video che sappiamo. Oggi, solo con l’audio, rimane la forza del ritornello, con una voce potente e posata che si appoggia su una orchestrazione compatta che spinge insieme al canto. Belle chitarre che passeggiano sulla cadenza data dall’eco. L’intensità intrinseca di questa traccia rimane nel suo contenuto. C’è chi rimarrà indifferente (è legale), c’è a chi parlerà, c’è a chi parlerà tanto, c’è a chi parlerà troppo. Pezzone.

“In capo al mondo” sprigiona un retro gusto di “Psychedelic furs” nei primi instanti della sua introduzione. I versi procedono con un testo scandito e affiancato da doppiette di chitarre, storia di dare potenza al breve intervento musicale, lasciato libero tra le strofe del testo.

“Nuove pareti” è appoggiato del tutto sulla batteria e il verso chiave; “In fondo la storia non si dice, la storia si fa!” Il pezzo è energetico portato da un mandolino o una chitarra suonata in basso al manico.

La cosa più difficile non è tanto perdonarsi, ma accettare quello che hai fatto e comunque amarsi” …

Purché tu ci sia” può sembrare una canzone d’amore, come si sono cantate vagoni e treni interi. Invece è piuttosto una canzone sulla memoria e magari su quella che svanisce, la traccia lasciata e l’impronta che si diluisce inesorabilmente. Il testo e di Maurizio Carpi  un vicino di casa, che vede una delle sue poesie utilizzata per costruire il brano.

Un coro completo di “woh-oh-oh” apre “Sogni di vittoria” su un rock decisamente angoloso, reame della batteria e del Basso. I versi sono quasi sgombri di strumenti per lasciare il testo intelligibile. Silenzi corti sono inclusi a momenti strategici. I ritornelli sono potenti, con una voce che segue l’intensità e il volume generato dalla band. Il rapper Mancho (Grillo Francesco) include un testo declamato con convinzione: “Ma tu che ne sai?

Dututu du du ruru ru ru-iamo gioiosamente e in coro su “Strade”, single del 2016, che trova il suo posto alla conclusione dell’album. Nota allegra, composta di versi, ancora una volta spogliati, per lasciare il testo in evidenza, di ritornelli pieni di intensità e di “Dututu du du ruru ru ru…”. La domanda rimane “Dov’e andiamo non lo so, c’è sempre una strada a scegliere…”

“All in” è una perlina pop composta ed arrangiata nelle regole dell’arte. Un prodotto pulito e lavorato, concepito per piacere al più grande numero. Pero qua, non ci sono 10 000 scelte da fare: o lo compri o lo lasci sul posto.

- Mi sembra che ci hanno lasciato ad un bivio, Capitan… Suggerisce il Secondo…

- Via di corsa verso la base Nibraforbe allora! Secondo, li lascio il centrale!

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