Capitolo 160 Fanfara Tigre album Farty party

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Sono seduto nella poltrona del centrale, siamo di nuovo in caccia dopo un lungo stacco. Gennaio è stato vuoto del tutto e l’inizio febbraio comincia nello stesso modo. Tornati alla base Nibraforbe siamo entrati in una lunga serie di lavori e controlli sul Wyznoscafo di seguito a l’installazione della nostra nuova propulsione magnetoidrodinamica, senza dimenticare amministrazione e riposo. Uscite sono state portate alla nostra conoscenza senza potere farci un tuffo sopra: MSXT, De Due Duo, Alwise, Casaligam, le cose si muovono ancora. Poi la busta dell’ordine di missione mi era arrivata, rimessa in mano propria, da un ufficiale della base. Non volevo crederci; a leggere in diagonale pensavo che l’Intel ci mandasse su una fanfara di villaggio. A leggere meglio, la cosa era molto più rock n’roll di quanto potesse sembrare. La band aveva fatto l’oggetto di un articolo su l’Adige ed era finita come video della settimana su switch radio. Rockabout radio ne parlava nelle novità del mese, e noi ci siamo avviati. Il capo centrale aveva fatto il suo rapporto appena in immersione, nella band c’era uno schedato…

- Federico Bortoli alla tromba, e al canto… è ancora nei “Eravamo Sunday drivers”! Aveva informato il Capo Centrale… Poi è accompagnato da Stefano Pederzolli al Sassofono baritone, Nicola Travaglia al trombone, Alessandro Chemotti al sassofono tenore, in fine Riccardo Ricci alla batteria. La formazione si aggrega nel 2017 nella val dei laghi fra Cavedine, Calavino e Vezzano; son Bondoneri dell’Ovest! Hanno tutti avuto esperienze nella musica bandistica, fanno tutti parte di una fanfara e dopo avere sentito gruppi come i Newyorkesi di Moon Hooch e le loro esperimentazioni strane, Too Many Zooz e il loro famosissimo sassofonista ballante che abbiamo tutti visto trattenere viaggiatori nella metro di New York accompagnato da un percussionista…

- Ah sì! mi ricordo un video diventato virale che girava su facebook 4 o 5 anni fa. Biondo scolorato il sassofonista che ballava e afro-americano il percussionista… erano loro???

- Brao, Capitan! Eran lori, adesso c’è un trombettista con loro… Ultima influenza I tedeschi di Meute, tre formazioni che hanno spinto il concetto di fanfara un po’ oltre il limite, decidono di seguire l’esempio e di fare qualcosa a salsa loro, aggiungendo un po’ di elettronica. Hanno anche raggiunti la finale della seconda edizione del concorso "Music 4 Next Generations", con una cover di Carmen de Georges Bizet che hanno registrato al Dingo studio con l'attento supporto di Cristian Postal e Elisa Pisetta. Nel lockdown del 2020, il quintetto scrive sei brani originali, registrati presso lo studio "Metrorec" di Marco Sirio Pivetti. Ne esce il primo EP "Farty Party", in uscita a fine gennaio 2021, missato da Marco Sirio Pivetti.

- Ah beh, mi aspettavo di camminare al passo, come 30 anni fa! Beh! Sappiamo più o meno dove cercarli adesso, rotta nel 300 per 10 miglia, Secondo! lì lascio infilarci nei canaloni che andiamo a beccarli con calma. Avanti 5 nodi… Jones occhio a segnali!

Farty party… che nome strano e buffo; la festa delle scoreggie! Sicuramente colpa del suono del sassofono baritone che ricorda il rumore della nostra produzione di metano. Al meno il tono è dato: per seguire lo spirito festivo delle tre band nominate qui sopra, la Fanfara tigre si impegna ad uscire delle cover, e altri “pot pourri” di vari successi per scrivere le loro creazioni ed imboccare una strada parallela agli loro modelli musicali, ma una strada anche diversa. Tanto le composizioni di Meute sono per l’esterno, quelle di “Too many zooz” per i trasporti sotterranei, quelle di Fanfara Tigre sono più apparentate a quelle di Moon Hooch colpa della batteria, ma offrono una varietà sonora molto più ampia. Una buona ora è passata, quando:

-  Segnale! nel 220, rotta nel 200, velocita 3 nodi, distanza 8 miglia, profondità 065.

Di un colpo d’occhio, sopra la spalla del timoniere di direzione, vedo che siamo puntati nel 210 a seguire la strada tortuosa dei canaloni.

- Buono! lì siamo quasi in scia: avanti 3 nodi! Secondo, attacchiamoci di dietro. Scanner, doppler, spettrometro, decoder audio, cominciamo!

L’album inizia con Spaccalegna illustrato da un video per boscaioli. Il sassofono baritone invade l’introduzione con un punch esagerato! Che suono! Siamo nel più basso sassofono della famiglia di 8 membri dello strumento, la riconnessione con il suono puro di questo strumento è una sorpresa piacevole. Segue subito dopo, note combaciate degli strumenti, sparsi su canali destra e sinistra della registrazione, per accentuare l’effetto di conversazione fra membri dell’orchestra. Al minuto uno stacco, creato da una tastiera al suono di piano forte crea una spiaggia di calma di mezzo al brano, prima dell’isteria finale: una tromba ispanizzante rifinisce le frasi dei sassofoni e del trombone, cori appariscono brevemente. Il brano si conclude su un urlo teatrale.

Ritorno del sassofono baritone in figura di prua su Farty Party, unica canzone cantata e potenziale futuro single estratto da l’album, talmente il ritmo è sostenuto e i fiati gioiosi… Fino al quarantesimo secondo, dove il passo si dimezza per lasciare un testo teatralmente declamato, descrivere gli invitati in tasche d’oro e sandali d’argento” a questa festa esclusiva per sofferenti di aporofobia (paura dei poveri) e pronti a sbeffeggiare. Notiamo il ritmo sostenuto dal giovane batterista Riccardo Ricci che si incarica bene di tutti stacchi, cambi di ritmo, sa seguire il crescendo e inchiodare da maestro. Benvenuti sono i cori in cima di voce. Stupenda traccia.

Il batterista si distingue ancora su il ritmo lento e dettagliato di “Butipest” con colpi di rullante sincopati e sedicesime sul charleston. E sempre questo sassofono baritone che tira la partitura come una locomotiva. Il pezzo si vuole leggero, ma allunga le note di questo strano tango, fino a 1.34 in quale la band parte a l’arrembaggio, in un finale intenso, interamente portato sulle spalle del trombone. Questo album inizia a piacermi, più che dovuto.

Trombone e sax baritone aprono “Bengala”, presto scortati di clamore “Hey!” sul tempo. Il pezzo è piuttosto corto e non raggiunge le due minuti, è il più martellante e battente, cioè quello che marca la battuta nel modo il più accentuato e meccanico. Solo un ponte musicale di mezzo al brano, lascia tromba e trombone dialogare sopra una bella sequenza.

“Hebi” si tinge di medio oriente e di ballo del ventre. La sordina impostata sulla tromba crea un suono quasi nasale, che incolla a l’atmosfera descritta. Un tema ripetuto tre volte e declinato in modo diverso può anche essere individuato come un ritornello e rialza il tema orientale dei versi, che mi fa pensare a Cameli, piramide, sette e sole implacabile.

Beh, diciamolo chiaramente: Il sax baritone è ancora presente nell’introduzione di “Siberia” e il suo suono distintivo mi è molto piacevole. Tanto per cambiare. Ritorno di una bella tastiera che sa ridistribuire e variare le sonorità presente nel disco. Benvenuto anche la presenza di un suono di basso, sicuramente un programma, per sostenere la ripresa dopo il primo “ritornello”. Una sequenza di suoni sintetici distorti apre un ponte musicale in quale si sentono le chiavette dei sassofoni combinati alle tastiere. Grande finale per un EP che lascia la tromba finalizzare le frasi degli altri strumenti. Siberia rimane il brano il più orchestrato del EP, quello che accoglie più ampiamente suoni sintetici variati.

Come descrivere questa sorpresa totale, questa originalità? Quello che mi piace di più è magari ritrovare certi suoni, allontanati dalle nostre orecchie dalla musica moderna e che riappariscono come per incanto. Sassofono baritone in particolare che qualcuno potrebbe trovare monotono ad introdurre tutte le composizioni di questo EP. Penso che questo strumento merita di essere riportato alla luce e di prendere il fronte del palco, dal suo tono accattivante. Tutte queste composizioni son gioiose, fatte bene e soffiate con cuore, trippe ed esperienza. Ottimo batterista che tiene il suo posto senza demeritare.  Raccomando anche la ricerca dei loro video sul loro canale e le loro apparizioni sul il canale della fondazione Caritro per apprezzare altri elementi del loro repertorio.

- Secondo, risaliamo a profondità periscopica e viaggiamo un po’ in zona per sentire se si muove qualcosa….

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