Capitolo 133 Bob and the Apple EP “Il mai uscito”
[…] seguito recensione Geisterchor
- Jones! Se mi ricordo bene, sono i “Bob” che sono i più vicini, vero???
- Esatto, Capitan! sono ancora Nel 350, rotta nel 146 adesso, distanza 15 miglia, hanno rallentato parecchio; velocita 3 nodi, profondità sempre 050. Poi “Nogaar”, Nel 070, rotta nel 245, distanza 20 miglia, velocita 08 nodi, profondità 039.
- Jenkins? Spegni il risonatore basse frequenze. Capo centrale? Cosa diset?
- Solita band de sempre, niente cambi di line up: Giacomo Gilmozzi: canto, chitarra, tastiere. Matteo Tomaselli: chitarra, tastiere. Leonardo Lanzinger: basso, cori, tastiere. Bruno Lanzinger: batteria appare anche Paolo Guolo: clarinetto, sassofono e tastiere, ed è lo stesso musicista che suona il sassofono su Desolina III in Wanderlust. Tutte le tracce sono state registrate nel 2014/2015 in parte nella loro sala prove, la maggior parte a Metro Rec da Marco Sirio Pivetti, un altro super schedato del nostro archivio. Poi le tracce sono state mandate a Ricky Damian, che ha mixato tutto in ANALOGICO al suo “Zelig studio” di Londra. Il master è a cura di Andrea Ghion per il “Fishbowl Studio”, Preganziol provincia di Treviso. Carlos Morales anche ha partecipato alle registrazioni come tecnico, sia in sala prove che alla Metro Rec di Riva. Lo stesso Carlos Morales che realizza la serie di video “The Zell sessions” già nel 2012… un solido nucleo sì è formato intorno al gruppo, solo gente di fiducia.
- Ok, tutta la strumentazione è ancora in funzione?
- Aye aye, Sir! Risponde Jenkins pieno di entusiasmo…
- Cominciamo!
Vorrei stabilire una cosa: ci sono molti gruppi che vorrebbero avere scritto, quello che descriveremo qui sotto. Quello che I Bob’s considerano, non come rigetti intendiamoci bene, ma pezzi che non corrispondono specialmente con l’identità di un album, o anche non opportuno per pubblicare come single. Sicuramente mancando di originalità, certi membri della pagliacciata di San Remo vorrebbero appropriarsi questa VERA capacita di compore. Su questo sono sicuramente esagerato, ma a qualche nanometro dietro la verità, pero. Comunque quei quattro membri, e magari adesso cinque con l’inclusione di Ricky Damian nel gruppo, sono ormai sparsi fra Parigi (Giacomo), Berlino (Bruno, Leonardo), Londra (Ricky) e Trento (Matteo) e non si vedono spesso… la corrispondenza e intensa, invece. A fine di tenere la fiamma accesa dopo i due monumentale EP Wanderlust I et II la pubblicazione di questo altro EP di 4 tracce arriva in punto per tenerci col fiato sospeso e l’attenzione affilata. E solo disponibile allo scarico su Band camp e diffuso ancora troppo discretamente sul tubo al mio gusto. C’è come un’atmosfera post-Beatles nelle loro composizioni. Cioè; un po’ di Harrison da solo, un po’ di John and Yoko, un po’ di Paul nei Wings, ma per far prendere la salsa bisogna avere una visione contemporanea alla scrittura, e su questo capitolo, ci sano proprio fare:
Riprendiamo con un ormai famigliare SITAR in “Macchine in movimento” già utilizzato in Wanderlust II, lo strumento ci rituffa leggermente nel “flower power” di un tempo, dalla sua sola presenza. La voce scalfita di Giacomo ci porta ad esplorare queste quattro tracce in Italiano. Questo giro di giostra è tirato da una base ritmica preponderante, fatta di un basso di cottone e di una batteria senza armoniche e risolutamente registrata nei bassi, i piatti di essa sono discreti e sfusi. Le chitarre, tenute in secondo piano, sembrano solo fare superficie nei ritornelli di questo pezzo, missato genialmente. Capo lavoro ancora. Bob non può lasciare indifferente… a questo livello, sono tutti extraterrestri, possiamo seguirli ovunque: “Sbronzo in autoscontro, viaggio a fari spenti nei deserti dei miei monti…”
“ Forse è il caso” inizia nella calma assoluta; chitarra folk e voce, poi tastiere discrete si integrano fino al primo ritornello. Un clarinetto limpido è il filo rosso da seguire durante il brano; segue il canto e adorna il testo come un fioco su un regalo di natale. Giacomo presenta la sua voce ruvida sul ritornello e spinge con forza: “Oh coincidenza, regola dell’eccezione che prima o poi, presto o tardi arriverà…”
“14/09/14” E un lento cadenzato di violoncelli, articolato intorno ad un testo in quasi-simile ripetuto due volte: “Sognatore tu non dormi mai, viaggiatore non partire, Sognatore tu non parti mai, viaggiatore non dormire…” La riga che mi ferma del tutto sul posto proviene dal tubo: “Music by Bob and the Apple and Paul McCartney (Revolution 9)” la mia prima reazione è di pensare: adesso che hanno registrato ad Abbey road, hanno anche incontrato “Macca” e hanno scritto con lui un pezzo su un angolo di tovaglia di carta al ristorante. Revolution 9 è solo un mix di suoni e varie registrazioni compilate e sparse da destra a sinistra sui canali stereo. Un pezzo esperimentale dei Beatles del 68, di quale sono estratti qualche campionati: “Take this brother, may it serve you well…”
“Filcord 30” è un bel lento concepito per prendere potenza nell’andamento. Una chitarra si distacca di un groviglio di suoni rovesciati nell’introduzione. Presto l’orchestrazione completa, con il suo retro gusto pop-avant-garde-70’s, invade lo spazio. Siamo nelle promesse fra persone che si incontrano: “e ti dirò che resterei qui per sempre fino a domani giurerei si, giurerei…” la seconda parte del pezzo è puramente strumentale introdotta da un assolo di steel guitar di Lorenzo (Lollo) Margoni. Ancora un pezzo magico. Esemplare nella produzione e il missaggio.
A guardare il numero di visioni sul tubo di questa serie di quattro perle rare, mi sto chiedendo cosa si può fare per portare la band verso lo zenit che merita pienamente. Ma siamo ancora lì :26, 33, 86 visioni, a credere che la gente guarda puramente altrove. Spero che un giorno questa band raggiungerà cime oltre le nuvole, semplicemente perché lo meritano.
Noi intanto, siamo ancora incollati sul fondo a qualche distanza della piattaforma continentale. Ci sono ancora qualche “bips” sullo schermo di Jones, poi magari se non saremo troppo disturbati sulla via di ritorno, potremo raggiungere la base Nibraforbe. Non che utilizziamo tanto carburante, ma Seven Seagul, il cuoco, inizia a mancare di fresco per sostenere l’equipaggio ed inizia le scorte di conserve.
- Jones? Cosa ci racconta l’interferometro??
- Abbiamo ancora “Nogaar”, Nel 070, rotta nel 250 adesso, distanza 15 miglia, velocita 07 nodi, hanno rallentato un po’ profondità 040…
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