Capitolo 117 Mirko Pedrotti quintet  album Durch

Rinchiuso in questo sommergibile da tempi immemorabili, penso birra, birra, birra… Devo pensare cielo aperto, terrazza e birra al sole. Tanto ci siamo quasi, mancano 3 miglia e mezzo e poi scompariremo sotto la cascata, l’entrata segreta della base Nibraforbe.…

- Spiacente Capitan, ma… Segnale nel 191, rotta nel 011, distanza 5 miglia, velocita 05 nodi, profondità 020, CPA a nostra verticale in un’ora.  Trattamento firma sonar.

- Jones, ti avevo chiesto di…

- lo so, Capitan… ma, Crossing Point Azimut a nostra verticale…. Firma sonar Mirko Pedrotti Quintet.

Non possiamo rivelare la nostra posizione, né l’entrata segreta della base… Questa volta guardo sopra la spalla del timoniere il display digitale di profondità che indica 050... poi a sottrare 11 da 191, fa 180 e questo vuol dire che incroceranno la nostra traiettoria… alla nostra verticale. E Jones ha ragione… Poi avevamo discretamente parlato della registrazione dell’album in agosto scorso, avuto notizie da l’Intel sulla post produzione in novembre. E poi siamo stati rinchiusi in questa lattina di ferro per la maggior parte dell’inverno e della primavera. Lo stavamo quasi ad aspettare, abbiamo mancato l’uscita, ma visto che ci passa sopra, e lentamente poi, diamoci un gran bel colpo di scanner e spettrometro, decoder audio e doppler, se necessario.

- Fermiamo la risalita. Stabilizzare a profondità 050. Niente propulsione. Rimaniamo immobili fra due acque, silenziosi. Tutta la strumentazione… Niente sonar… Capo centrale? Al rapporto!

- Capitan, su questo rilevamento ritroviamo la squadra usuale del album MPQ: Mirko Pedrotti: vibraphone, Lorenzo Sighel: alto sax, Luca Olzer: rhodes, synthesizers, Michele Bazzanella: bass, Matteo Giordani: Batteria. Tanto campo libero e stato lasciato a Lorenzo Siegel e Luca Olzer per proporre le loro composizioni su questo album e c’è l’interpretazione di un pezzo scritto da Chris Montague. Poi, mentre siamo alle scritture abbiamo le solite Suite “part G” co-scritte fra Mirko Pedrotti e Valerio de Paola e l’ultima “part H” co scritta con Lorenzo Frizzera. L’album e stato registrato al Cat sound studio di Badia Polesine in provincia di Rovigo. Missato da Valerio de Paola e master di Mauro Andreolli al “Das ende der dinge”. Tutto lì…

- Jenkins! Passami lo stampato dei dati che cominciamo da subit….

“Frénétique” e un titolo scritto in perfetto francese. Poteva essere scritto semplicemente in Inglese come tutto il resto dell’album ma questa scelta raffinata, ci fa piacere, abbordo. Da un tocco quasi “lusso” al pezzo… “Oui, très bien, ça donne de la classe à l’ensemble… du bon goût, quoi!» Il suono del Rhodes di Luca apre il brano e progressivamente strumenti entrano, fino al vibrafono che descrive un tema sincopato e ripetitivo su di quale il sax fa lunghezze. Primo tornante a 1.30 con l’inclusione di una spiaggia calma, prima di tornare sul tema principale. L’importante e sempre ricadere bene sulle sue zampe e qua, suonano 5 gatti…. 3.20 altra diversione più contemplativa e cristallina. Bella espressione percussiva di Matteo sul finale.

Il basso di Michele Bazzanella apre “Ananda” una composizione di Luca Olzer già schedato nel nostro archivio con “Hot mustache”, “Mistic vibes” e “Got it”. Le teste dell’equipaggio nel centrale scrollano sul ritmo e rimbalzano accuratamente sulle note sincopate. Il pezzo si calma purtroppo per uno bello e lungo svago di tastiera, con passaggi quasi nel free jazz. Ritorno nel ritmo allegro dopo la meta traccia, per lasciare un po’ di campo libero al sax di Lorenzo. L’ultimo minuto, ritira la composizione della scena discretamente, sulla punta dei piedi.

“Rendered” e una composizione di Chris Montague unico musicista non membro del MPQ… è una traccia calma e vaporosa, leggera e sussurrata, ci si lascia la nota sfumarsi pienamente prima di iniziare un’altra frase, sembra essere la lunghezza del “sustain” dei strumenti a dare il ritmo al pezzo... da ascoltare esclusivamente in galante compagnia.

Tocca a Lorenzo Sighel di firmare un brano; “Igor’s dance” è sostenuta dall’aspetto potente della combinazione batteria-basso e della partitura sincopata dell’introduzione. Il tema mi ricorda le prime note un hit dance delle 90’s; Gala “Free from desire”. Larghissimo spazio rilasciato al piano forte nella parte media, un po’ inaspettato per un pezzo composto da un sassofonista. Ripresa finale con il tema principale. Un piacere.

“Frontiera” è introdotta dall’apparizione fugace e parsimoniosa di strumenti che si ritirano quasi subito della scena. 1.40 il ritmo appare per un lungo ma calmo crescendo di intensità. Syntetizzatore prima, sostenuto da un basso bello corposo. Poi il vibrafono si sfoga, dopo una frase discreta di sax per chiudere il finale insieme ad esso.

La ritmica di “Seagul” non può lasciare indifferente. La combinazione Basso (favoloso) vibrafono e batteria messa un pelo più avanti, danno un bel corpo al pezzo. Rhodes leggero per sottolinear una frase agganciante e poi…. Ahi! Rap! Rap! Alla moda “Got it” …. Jenkins mi porta le mie pillole e mi salva dalla crisi orticaria. Pero va bene, è corto e fatto bene… Faro deroga, bel pezzo del resto.

Si riprende il giro delle “Suite” lasciate come pietrine bianche allungo il cammino di Mirko da “Kimera” nel 2013 (A, B e C) passando da MPQ nel 2015 (D, E e F) per raggiungerci oggi, su “Durch” (G e H) secondo me, con il progetto appena nascosto di allinearne 21… fino a Z (o 26 se segue l’alfabeto Europeo) “Suite- part G” con Valerio De Paola al trombone e accompagnato da una chitarra dalla meta del brano. E un pezzo libero, su tema ispanizzante. L’atmosfera è quasi esitante e progredisce con strumenti alternati. Fino all’apparizione del “hand clapping” per un free jazz a tendenza iberica.

Suite - part H con Lorenzo Frizzera respira la calma… l’atmosfera e contemplativa ogni nota dell’introduzione è lasciata nel suo spazio a respirare pienamente. Poco prima del minuto una struttura emerge; un ritmo, sostenuto dal vibrafono. Ancora una chitarra al tono ispanizzante che divaga nel suo assolo, con il vibrafono che risuona nell’eco, o al meno sembra. Nella calma è stata, nella calma si sfuma, concludendo un altro opus di valore nel Jazz Trentino. Un ottimo album manufatto con perfezione da cima a fondo. Gli Inglesi dicono “A must have” … Devi averlo.

Senza dire niente, mi alzo e spengo il telex della rete flash, alla più grande sorpresa di tutti, prima che ci arriva un ordine di missione. Pretenderemo alla scarsità dei fusibili abbordo, casomai. Ritorno nella poltrona del centrale:

- Secondo, a casa e da subit… Li lascio la manovra.

Un gran sorriso schiarisce il viso di tutti presenti, qui nel centrale. Si torna a casa per un bel po’ di giorni liberi. Ci si risale come una bolla d’aria e percorriamo le 3 miglia e mezzo che ci separano dalla base Nibraforbe. Ad occhi chiusi mi sogno già in terrazza del Bar “The Pits” e Huggy Bear di portarmi un enorme bicchiere di doppio malto, mentre sentiamo tutti il rumore dell’acqua della cascata, cadere sullo scafo… Ci ripenso… Un grosso bicchiere da record dovrebbe fare 1 litro o anche 1 litro e mezzo per i più grossi… Magari due… Ho dubi…

- Jenkins, secondo te, quanti litri ci sono in un secchio?

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