Capitolo 112 N.A.N.O. album Bionda e Disperata

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[…] seguito recensione Crinemia

- Rimaniamo fermi sul fondo, trattiamo il N.A.N.O. prima, è più vicino, interferometro in funzione, non perdiamo Candirù d’occhio, eh Jones?

- Aye aye sir! 

- Ci passerà a dritta ed è già a portata di strumentazione. E ancora tutto in funzione? Distanza minima fra le nostre posizioni? Chiedo a chi vuole rispondere.

- 04 miglia se mantiene traiettoria, stipola il Secondo...

- Sappiamo già chi è N.A.N.O. Capo centrale… Cominciamo subito, casomai la chiamerò mentre i dati arrivano.

Vero che N.A.N.O. ci sta cadendo addosso, senza sforzo. A dire la verità, L’Intel aveva partecipato al Crowd funding, subito alla richiesta, e non siamo qui veramente per caso… Beati noi, l’arrivo di “Bionda e disperata” è considerato nel nostro ambiente come un vero evento, un allineamento planetario, una eclisse anulare, la scoperta di un diamante oltre un chilogrammo, quasi come l’uscita di un disco di Felix Lalù…. Cosi per dire. Emanuele Lapiana ha sempre lasciato tracce profonde nei nostri rapporti di missione; già al tempo di “Mondo Madre” e dei “Racconti dell’amore malvagio”, con la re-edizione di album di C|o|D, o ancora il ri-master degli album di Lovecoma. La sua presenza vocale, la sua tessitura alta e potente, lo mette subito avanti come un elemento inconturbabile, poi sa sempre circondarsi bene, del meglio che c’è in giro, e in fine, sa dare tempo al tempo. Per fare bene, non ci sono dead lines, non si corre dietro a niente, né nessuno, si lavora, poi quando è pronto……. Si sforna.

Il capo centrale interviene:

- C’è una traccia strana… la 12… “credits” rappresenta una cresta nella curva dati…

- Niente si presenta come al solito, allora! Dico sorpreso. Scanner e doppler sulla traccia voglio dati… Ordino mentre mi siedo sulla poltrona del centrale.

- C’è un esercito su quel disco… annuncia Jenkins, che non può rifrenarsi di leggere in diagonale tutto quello che li passa per le mani. Il capo centrale li sberla amichevolmente la nuca e li strappa la fisarmonica di carta perforata dalle mani, mentre contempla il contenuto…

- Le vuole tutti o solo gli schedati, Capitan?

- Schedati prima:

- Allora abbiamo: Giovani Formilan, AKA Gio Venale e Daniele Bonvechio (Vetrozero, Resando, HiFi Gloom) per l’inspirazione. Johnny Mox vincitore dell’album e della cover del TMA 2018 e l’onnipresente Felix LalùAdele Pardi si stacca un attimino dagli Kitchen machine per spingere con tutta la truppa. Poi,  c’è Noirêve : Janet a l’elettronica e porta nella sua scia la sua corte vocale; Sara Picone e Alice Righi, poi Davide Dalpiaz: Synth, Piano, tasti vari, che è stato nominato su l’album di PersefoneLittle soul”, poi ritroviamo Michele Bazzanella al Basso quello che suona con Mirko Pedrotti Quintet e Granfraco Baffato, Stefano Pisetta, quello dell’album “Milkshakealla batteria, che sta in giro con Claudio Baglioni, Tommaso Lapiana: l’fiol che canta e scrive nei  Exercoma/Ina Ina, Granfranco Baffato il batterista cagnoso e bandato su dirupi. Bastard Sons of Dioniso: al completo su Cambiostagione, Raoul Terzi: che ha registrato l’ultimo Francesco Armani, lavora anche con Tom Strong dei Geisterchor, alla batteria. Ovviamente non si poteva pensare ad altro che Mauro Andreolli per il Master alla mix e master suite “Das ende der dinge” poi Fabio de Pretis: Co- produzione e cori …

- Canta l’Fabio?!?!? Wueeeee….  Bella gente pero… Non schedati?

- Riccardo Miori: chitarre acustiche, mandolino e mandola, Christian Stanchina: tromba e flicorno su Michele, Marco Gardini: Chitarra elettrica su Michele e banjo su Spartiacque, Pierpaolo Ranieri: Basso su QND, Red: Chitarra su COP, non abbiamo idea di chi sia, Tomas Pincigher, che è di Pergine e suona con “Got it” e “Hot mustache” si occupa delle chitarre su Bedford, COP e Quandolam, Dennis Pisetta: percussioni su Giga… che purtroppo non c’è più…

- Vede, capo centrale, abbiamo bisogno di lei in tutte situazioni…

Non c’è bisogno di spaventarsi; N.A.N.O. fa del N.A.N.O. su questo album. Nel senso in quale no parte esplorare generi o suoni esperimentali. Qua, come al solito ci include la sua precisione e il suo modo di andare a fondo alle cose; basta sentirlo parlare di Marco Pantani in macchina, per capire che non si accontenta di quello che c’è in superficie.  L’album è sparso di momentini che agganciano, fanno girar la testa: Un “ora” anticipato e ripetuto su “Cop”, un suono alla Vince Clark su Moravia, la melodia di “sono lì” su “Speciale”, un sostegno di basso sul ritornello di “QND”, un eco sul chorus di “Giga”, una commozione sul testo di “Bedford” che ti arriva in vita, al momento in quale ti parla. Sono come granulati di cioccolato e noci sparsi su un gelato goloso… I cucchiaini che porti in bocca passano fra vari gusti, canzoni, atmosfere, parole, testi celesti, pero ti ritrovi piacevolmente il croccantino sempre sotto il dente. “Questo disco è stato mixato per essere goduto al massimo in cuffia, ad un volume tellurico.”

“Spartiacque” (in chiesa) potrebbe anche descrivere l’irrazionalità mistica degli amori elevati al livello di culto. Elementi vengono progressivamente aggregarsi alla base elettronica in marcia a due passi della distorsione. La voce in falsetto di Emanuele completa a strati la costruzione. Sa infilarsi come un topolino fra le note, le armoniche del canto sono micro-metricamente calibrate, sa anche vocalmente esplodere. Breve ma puntuale apparizione del banjo metallico di Marco Gardini. Il finale è puramente magico e contemplativo.

Si parla catalano su le prime misure di “Bedford” una marca di furgone di fabbricazione statunitense, che si vendeva anche in colore blu. La traccia è un lento mistico di Janet Dappiano con Granfranco Baffato alle discrete e dosate percussioni, perse nell’eco digitale. Le planate della Janet sono fate per queste atmosfere. E mi colpiscono profondamente.

Il pianoforte di “COP” tempera le considerazioni del primo verso, credo che tutti ci siamo sentiti sempre liberi, ma per perdere trenisutrenisutreni c’è stato solo il N.A.N.O. svizzero. Nottiamo la presenza di Sabrina Campagna nel video, anche nottata protagonista nella produzione di Joe Barba “Intreciando Nodi” dei “Poor works” che fu ricompensata video dell’Anno al TMA 2018, e che appare di nuovo nel recente video di Darvazza. Con lei, Granfranco Baffato accentua il contrasto fra versi calmi e ritornelli orbitali.

Entriamo nel santo dei santi per vedere Emanuele sotto la doccia e spiare le sue letture quando siede sul trono. Il tutto, in atmosfera alla Vince Clark, ritmo ballante incluso: “Moravia” quindi, è una lista di referenze letterarie, da Pier Paulo Pasolini, Gabriele d’Annunzio, Antonio Fogazzaro e tanti altri per finire con Luigi Pirandello che trova piuttosto bel uomo. La competizione si fa più seria includendo il famoso Rosario e il suo fratello… vi lascio giudice: In tant’, io preferisco la Bertè che il blu e il Domopak li stanno da dio!!

Impeccabile sessione rame su “Michele” veramente. Personaggio finto in quale molti possono riconoscere qualcuno… Possiamo discaricare nostri rancori? Tanto ci possiamo andare a cuore allegro che il rock è gioioso e condito di “shala lalala” e sempre questi fiati che tirano il tutto un po’ più su.

E anche vero che Wice, Michele e Jacopo non si spostano per fare le cose a meta: “Cambiostagione” è anche qua per dimostrarlo sul serio.  E quelle tre voci assieme fanno blocco ripetitivo di “Ti seguirò” che permette a N.A.N.O. di raggiungere quota e toccare il cielo saltando da seduto.  Questa canzone è piena di immagini forti, la più bella conclude la traccia: “Ho detto a soffrire così bene non l’hai imparato all’università, mi hai detto è vero ma guarda che cielo e lo vuoi affrontare con quella faccia là?

Il basso di Pier Paolo Ranieri tira tutti i vagoni, sul pezzo il meglio impacchettato dell’album: “QND” Sintetizzatori e sequenze leggere, piano forte presente ma non invasivo, cori stupendi, Sara Picone imperiale. E sempre sto basso che tira tutto, finché la voce di N.A.N.O. sparisse nell’eco. Pezzo storico, il mio preferito su l’album.

Raduno di talenti su “Ma”: Granfranco Baffato, Tommaso Lapiana… partecipano a l’esordio di questa samba lenta, rialzata da un suono di fisarmonica con accenti di tango.  Brasile e Argentina… Vedrei quasi una banda di percussione con tamburi della “GOPE” camminare allungo… In un “ma” c’è tutto e il suo contrario. Anche a Parigi si tolgono le panchine, o peggio; le fanno corte, a due posti, con il bracciolo in mezzo. Quale società, che genera volontariamente suoi esclusi, si può permette di creare oggetti di ripulsione? Ma…

Ritorniamo su ritmi lenti, veramente lenti, al ritmo anatomicamente dettagliato. Di quelli con il basso bene avanti per “Giga”. L’onomatopea ripetuta tre volte ancora il ritmo in quello del testo, un aggancia cuore di nuovo.

L’equipaggio si sta guardando negli occhi, con lo stupore della domanda; “E fuori dello scafo o è nei dati?” sul rumore che inizia “Catema” un altro lento a ritmo di piano dritto. Accompagnamento minimale per portare un’accurata attenzione sul testo. Beato N.A.N.O. che ora sorride di più nonostante il suo “buco oceanico”. Il finale di questa canzone è un dito che prema il bottone stop, dopo avere concluso la frase che non ha bisogno di risposte.

“Speciale” ... La fine dell’album si estende in una pianura di canzoni calme e lente, che rappresentano la maggior parte del disco. Non so se avrò la statura di essere commosso ancora di più, in questo momento. Ci sono lignee troppo paralleli nel tracciato del senso evocato. Come un binario in stazione di trenisutrenisutreni che mi rendo conto di avere perso, anch’io… in fondo. “E fu cosi, che il burattino nero arrivo” …

“Quandolam” si presenta come una traccia Bonus, dopo la famosa traccia 12 dei credits, che il capo centrale ha studiato all’inizio missione. Finisce per arrivare un po’ troppo “vicino a l’osso” per riprendere una formula inglese locale. Ancora questo pianoforte dritto, che si lamenta dall’altra parte della stanza. “Non ti disperare che sopravvivo in te, come tutto, cicatrizzerò”. Le note del piano forte sembrano oltre passare il limite dello scafo per vibrare più forte, nella pressione dell’acqua, di queste profondità. Rispondono quasi al rumore dei “biologici” o balene che incontriamo certe volte sulla nostra traiettoria.

Questo disco è importante, chi non ha partecipato al crowd funding, può comprare questo CD a occhi chiusi, perché è un lavoro del N.A.N.O. ed è profondo e pensato come tutti altri lavori del N.A.N.O.

L’atmosfera nel centrale è silenziosa, introspettiva e profonda, anche Jones al sonar, ci mette le forme per annunciare piano, sul tono dell’ultima traccia:

- Arhmm… Il doppio segnale di Candirù… sta per passarci a babordo dal 345, rotta nel 180, velocita 04 nodi, distanza 05 miglia adesso, profondità 045…

C’è un lungo momento di silenzio, prima che rispondo:

- La strumentazione è ancora in funzione, vero?

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