Capitolo 166 I Plebei album Semisterili
- Risalire a profondità periscopica ridurre a velocita 3 nodi. Jones? Ochío, eh?
- Aye aye sir!
Ci ripenso troppo tardi…. Avrei dovuto dire: orecchia, eh! Visto che Jones è piuttosto acuto con le sonorità e che il suo impianto a 40 milioni di euro è capace di identificare, filtrare, amplificare e distillare il segnale di una mosca dal lato di un villaggio a l’altro. Poi, sul capitolo cuffie, mi sono arrangiato per procurarmi le stesse e devo dire che il mio impianto di casa ha una risposta fuori dal comune.
- Segnale nel 180, rotta nel 091, distanza 09 miglia, profondità 01, velocita 2 nodi… firma sonar I Plebei.
- Si muovono stavolta? Che strano… Secondo, periscopio e snorkel che ci ventiliamo un po’ mentre siamo un po’ lontani.
Allineo il cursore del visore con il marchio del 180 e vedo una vela aurica, alla moda antica. Sono ancora troppo distanti per identificare il barcone, ma son sicuro che ci si manovra con drizze di canapa, su gallocce di quercia. Solo da qua, mi immagino il cigolio dell’intera struttura. Ripiego il periscopio.
- Secondo, rotta nel 145, ci ripiega lo snorkel a 4 miglia dell’obiettivo, ci avvicina a una miglia e mezza dal rilevamento poi, rotta nel 091, su una strada parallela, stessa velocita. Capo centrale, quel che sento e la risposta del Intel?
- Un grosso dossier Capitan, ma ne vedo la fine.
Sono sicuro che staremo a divagare fra giochi di parole, assemblaggi di sensi, doppio significato, se non triplice, il solito labirinto guidato, che danno agli testi di Calogero Fu Focaluci altre dimensioni da esplorare, ci saranno bivi di semantica, sillabe distaccate e riassemblate. Un gioco nel gioco, un puzzle da assemblare, con pezzi che vanno a due posti alla volta.
- Allora l’Intel ha riquadrato le date giuste delle varie pubblicazioni; 26 aprile uscita DIGITALE su tutte piattaforme del singolo Gioiamara, 28 aprile uscita RADIO del singolo Gioiamara, 30 aprile uscita VIDEO del singolo Gioiamara, 28 maggio uscita ALBUM in CD e tutte piattaforme Digitale. L’album si chiama “Semisterili” e l’Intel ha aggiunto una pre-analisi del disco. Leggero cambio di line up, niente cambio di strumenti: “Scrimezio Genesio De Tibia II” agli cilindri a percossa, poi ritroviamo “Zibbonio Berretti” al vibrafono a soffietto, “Cateno Erbolini” al esacorde solitaria e da passeggio, “Profezio Petris” al tretravicorde, poi l’ossidatissimo “Calogero fu Focaluci” al verbafono a palla e occasionalmente all’esacorde solitaria. Nel 2016 entrano a far parte dell’etichetta (R)esisto di Ferrara…
- Fermo… Non ci sarebbe Nic Gong su la stessa etichetta?
- Credo di sì, ma devo verificare… interamente registrato e missato presso il “Natural Headquarter Studio” di Ferrara da Michele Guberti e Manuele Fusaroli per l’etichetta “ALKA RECORD LABEL” di Massimiliano Lambertini.… Le grafiche dell’EP sono state affidate ad Andrea Oberosler come Art Director per il brano l’Israelita e poi in collaborazione con Giulia Tarter, Lorenzo Bonalda, Stefania Barozzie, Veronica Rigotti per la creazione delle illustrazioni dei vari singoli. Vuole un estratto della pre-analisi del disco da l’Intel?
- Spari, capo, spari…
- Il titolo è formato da una sola parola composta da due termini: “Semi” e “Sterili”. Il primo termine ha due significati: “Semenza” e “Per metà”. Nel primo significato, “Semisterili” indica dei semi che non daranno frutto, una semenza che, sparsa nei campi, non attecchisce affatto. È questo che la musica plebea sembra fare: Seminare una serie di messaggi, sterili all’apparenza, che non sembrano essere recepiti nell’essenza; semi dormienti, per campi dormienti, in una stagione dormiente e sfavorevole (cultura). Il secondo significato evolve, completa e conclude il primo; implica cioè un cambiamento di stato già presente in potenza. I semi sterili si rivelano così semi-sterili, sterili solo per metà, vale a dire che cominceranno a dare frutto solo quando i campi saranno pronti ad accoglierli ed accudirli, ma affinché ciò accada, anche la stagione dovrà essere favorevole.
- Ho capi! Con la loro musica buttano via semi, come dei messaggi, nei campi dormienti dell’umanità e magari quando la massa si tirerà la faccia fuori dal cellulare diranno “Aaaah ecco…” perché è ovvio che sullo schermo del cellulare non cresce niente.
- Beh, si in somma… i semi delle idee devono anche aspettar le condizioni giuste per germogliare.
- Snorkel ripiegato Capitan. Rende conto il Secondo.
- Grazie Secondo! Scanner, doppler, spettrometro, decoder audio, Cominciamo!
I primi dati sembrano rivelarci quello a quale dobbiamo aspettarci, tutto sembra genuino, ci si sente la fibra organica da cima a fondo. Un solo brano non sembra quadrare con il resto. Lo scanner ci aiuterà su questo caso quando sarà il momento e dobbiamo prendere questo EP passo a passo e focalizzarci sul contenuto dei testi. Il destino di questo EP è anche di pubblicare tutte le canzoni sotto il formato single, lasciando artisti esterni esprimersi, sia nell’illustrazione della copertina, che col sostegno del Video.
“Gioamara” apre la raccolta dei brani. Ricordiamo che siamo in largo anticipo su questo rilevamento e che l’ordine delle canzoni non è ancora definitivo. Per noi, l’album si offre alla nostra strumentazione in ordine alfabetico. Jazz doveva essere e Jazz è… dal snap di ditta al zighidi zighidi su piatto Ride, lo stile è definito, scorre sul fruscio di un vinile e il suono di un basso, che segue una partitura academica. La ricerca della luce della gioia, di mezzo a un tempo grigio, piovoso e sicuramente freddo, sembra essere l’obiettivo del nostro protagonista, che mette tutte le carte dalla sua parte per essere piacevole allo sguardo e accogliente di aspetto, nonostante ha il morale giù in cantina. C’è anche l’illusione dell’evoluzione sempre positiva, una ricerca del futuro migliore. Rimane un’illusione; Ludwig Boltzmann c’è l’aveva detto: “Andra tutto peggiorando”. Notevole stacco al secondo minuto, in quale la canzone descrive la festa sotto forma di un Walzer, su qualche misura, prima di cantare il blues.
Ci sono battute pesanti, martellate sentite e un retro gusto orientale nelle prime misure di “L’israelita” Poco importa, Zibbonio metamorfosa la sua fisarmonica in flauto e promette di portare via, dietro di sé, sia i topi del vostro villaggio, che la vostra discendenza. Il ritmo si accelera e si completa di battute di mani ispanizzante. La spensieratezza della musica gioiosa e allegra contrasta seriamente con il contenuto “complottista” o “di dominio mondiale” del testo, che prende radici nel libro della genesi. Sono citati, in fatti, Yahweh come dio, Giaccobe ed il suo fratello gemello; Esau. Quello che Albert Einstein descriveva come onorabile ma primitive leggende. Ma la nostra posizione a disinteressarsi, quasi automaticamente, come tutti noi abbordo, ci trasforma in dormienti. La parola mi ricollega al concetto stesso del EP: “per coloro che ignorano involontariamente i veri meccanismi che stanno alla base del cosiddetto “controllo globale occulto”. Solo la conoscenza e lo sviluppo del senso critico sono in grado di risvegliare le coscienze, tuttavia chi dorme profondamente non vuole certo essere brutalmente svegliato. Per questo motivo la canzone, come un seme mezzo pieno per i contenuti, e mezzo vuoto per l’ironia e la spensieratezza musicale, può essere impiantata in qualsiasi terreno, attecchendo solo dove la terra è pronta a farlo germogliare. Siamo semi, non rimaniamo sterili.
Un stupendo basso che pompa e una batteria martellante sono la locomotiva di “Per che”. E quando dico che il basso pompa… pompa veramente. Ancora una musica energeticamente allegra ed invitante per un testo profondo: nasciamo per ultimamente esperimentare la morte. E farlo coscientemente questa volta, perché la nascita nessuno è veramente cosciente per esperimentarla. Ci si canta in dialetto Napoletano “Nasciamo per morire, ci alziamo per cadere”. I plebei descrivono lì un ritorno alla terra. Il nostro ritorno alla terra potrebbe essere più utile, ecologicamente. Neil de Grasse Tyson ha chiesto di essere macchinato a pezzettini e sparso fra campi e boschi, per fauna e flora a festeggiare su di lui, come lui a festeggiato sulla fauna e la flora quando era vivo. Vorrei fare lo stesso, perché sì, che questo è un cerchio di vita.
C’è una canzone aliena di mezzo a questo EP, un pezzo costruito in modo molto diverso, usciamo del blues, del Jazz e del folk per avventurarsi verso qualcosa di più progressista, di più pop anche… “Tediosa atarassia” propone il suo titolo ermetico. Felicemente posso consultare gli appunti dell’Intel; “L’atarassia è un termine filosofico che indica la pace dell’animo quando è libero dalle passioni, uno stato di beatitudine statico. Questo stato d’animo però è fastidioso e pesante, soprattutto quando ci si sente costretti a sperimentarlo e donare agli altri.” Basta guardare una piattaforma in stazione ed assomigliare ad un alieno, di mezzo a zombies, con la faccia nel cellulare. L’alieno non potrà essere notato, al meno di essere sugli schermi. Vedete, i semi che i plebei seminano, sono buttati nei campi, bisogna aspettare che il terreno diventa fertile.
Ritorno alla norma musicale per “Ubuntu” un'etica o un'ideologia dell'Africa sub-Sahariana che si focalizza sulla lealtà e sulle relazioni reciproche delle persone. È un'espressione in lingua bantu che indica "benevolenza verso il prossimo". È una regola di vita, basata sulla compassione ed il rispetto dell'altro. La trama è allegra e festiva, il ritmo ballante, le parole piene di gioia e di speranza: “Cammina per le strade, aleggia nella mente, prolifera nei sogni, i sogni della gente”. Testo gioioso ma utopico, quanto si confronta alla tristezza e l’orrore della vita reale: Il sogno si fermo in Ruanda qualche anni fa per pulizie etniche alla maschetta, credo sia anche in Africa sub sahariana. Sono perso e in stato di choc: cosa fare per passare dalla teoria alla pratica. Carl Sagan insisteva su l’equilibrio tra i due lati di un’equazione per potere incidere un “uguale” di mezzo. C’è strada da fare ancora, abbiamo sempre un lato dell’equazione che sbanda.
I Plebei chiudono la collezione di single qui. Nottiamo una coesione più forte fra gli strumenti. E una scrittura plurale in quale ogni uno può brillare: Una chitarra bella presente e virtuosa, un basso più preciso che mai, un batterista avventurato un po’ più che dal solito verso percussioni varie e una fisarmonica onnipresente sul fronte del palco.
Non riesco a credere che durante questo rapporto di missione ho trovato il modo di citare Ludwig Boltzmann, Albert Einstein, Neil de Grasse Tyson e Carl Sagan. Credo sia tempo di tuffarsi nelle profondità…
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