04b Vetrozero album Temo solo la malattia

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Abbiamo concluso la nostra missione su L’Eco del Baratro e stiamo tornando verso la Base Nibraforbe.  Ma sulla via del ritorno Jones, al sonar, identifica un segnale a poche miglia più a Est della base:

- Segnale! nel 096, rotta nel 111, distanza 17 miglia, velocita 5 nodi, profondità 050, firma sonar in trattamento.

- Stanno andando via da noi, siamo già nella loro scia!  Rotta nel 105, velocita 7 nodi, profondità 050, Capo centrale? Faccia parte della nostra scoperta a L’Intel e mi faccia una domanda di dossier su …. Jones? Trattamento?

- Vetrozero, Capitan! Vetrozero, firma sonar in banca dati.

- Ecco capo, I Vetrozero…

- Aye aye, sir!

Incrociando le nostre varie sorse di dati riusciamo a mettere la mano sulla discografia completa dei Vetrozero, scoperti esplorando la colona destra di you tube alla pagina "Matteo Scotton". Ancora una volta una sicura sorgente di dati preziosi, visto che numerose band del trentino, li chiedono spesso di realizzarli un video, per apparire su un più grande numero di canali. Teniamo questo filo rosso e non lo lasciamo andare. In tanto, il telex della rete flash sta scricchiolando freneticamente, rigurgitando un po’ di carta perforata. Il capo centrale riceve materia per fare il suo rapporto:

- Allora, il gruppo Vetrozero si compone di Glauco Gabrielli, che firma tutti testi e musiche, alla chitarra e canto, Alessio Zeni al Basso, Daniele Bonvecchio alla batteria, Marco Palombi alla chitarra solista. Siamo riusciti a metter la mano su due EP Demo del 2002 e del 2003 di 4 tracce ciascuno e stanno entrando in archivio proprio adesso. L’album è prodotto, registrato e missato al Blue noise studio di Mattarello da Fabio de Pretis tra il 2004 e il 2010, il master è di Mauro Andreoli a Das ende der dinge mastering suite, per il Label Vrec records. Il disco esce nel 2011. Sono stati invitati sul disco Jacopo Mazzonelli alle tastiere e pianoforte su al meno 6 tracce, Davide Pedrotti chitarra su treno freno, Christian Stanchina al flicorno su Ultra intro e Emanuele Lapiana detto N.A.N.O. su solubile. Tutto li.

- Grazie Capo! Mi crea una scheda su tutta questa bella gente. Scanner, doppler, spettrometro, decoder audio, cominciamo!

Passiamo velocemente su due pubblicazioni difficili da trovare; Promo 2002 e Promo 2003 che sono due EP di un tessuto rock classico e rugoso, suonato molto bene, con una voce che non sembra mai inserirsi nel contenuto. Sembra rimbalzare caoticamente sulle fine versi. Rimane nemmeno in testa l'eponimo titolo "Vetrozero" e "Pellicola" ultima traccia del promo 2003.

Nel 2004 iniziano i lavori per "Temo solo la malattia" che si distingue dalla gestazione elefantesca del album: più di 60 mesi. Ed è anche accompagnato di un Single: “Il mostro” versione single e una versione remix. Il tutto esce nel 2011... Cos'è successo nelle varie andate e ritorno nello studio di Mattarello? Hanno avuto il tempo di pensare e riportare sulla tavola il materiale. Dissecare, smembrare, riattaccare, lustrare, lucidare, aggiungere altri musicisti, colorare diversamente. Il risultato è puramente miracoloso:

Il suono è ampio e spazioso, con belle produzioni, un po’ più orchestrato, melodie di canto originale, testi pensati, poi una bella voce finalmente posata, incorporata pienamente e naturalmente su partiture più complesse. Ne valeva la pena. Rimangono solo tre membri pero, sulla foto del retro dell’inserto. La distanza da percorrere durante la registrazione sembra avere scosso il nucleo del gruppo. Quest'album è monumentale di qualità e di perfezione. Può pretendere ad un destino nazionale senza fatica, è già a livello.

Le tastiere di Jacopo Mazzonelli creano il ritmo temperato di Grisou. Una chitarra, persa nel eco arpeggia tranquillamente su un ritmo medio. Il ritornello introduce chitarre a spalle larghe e un richiamo a l’aiuto di un’ambulanza: “Paramedico, paramedico” questa traccia sa mettere in evidenza suoi passaggi calmi e sa saltare verso momenti più intensi e potenti. come apertura di album non si poteva trovare meglio.

Biarso calla leggermente di ritmo, quasi per temperare la potenza delle chitarre della prima canzone, lasciando una bella fette di spettro uditivo al basso e le tastiere. Le chitarre sono mordenti solo sul ritornello.

Luce rossa di neon e lumache per il video di “Il mostro pezzo muscoloso e anticonformista che invita ad una vita a contro corrente. “Il mostro e predisposto a ciò che va contro natura”. O magari la constatazione di non potere facilmente integrarsi al suo vicinato. La canzone è rock e muscolosa ma include uno stacco perso nel eco di mezzo al brano per introdurre l’assolo di chitarra.

Campionamenti vocali e tastiere presentano Treno freno, una delle tracce le più temperate dell’album, largamente dominata dalle tastiere con suoni di archi e pianoforte, per una volta le chitarre elettriche sono in secondo piano, la chitarra folk, più calma, cadenza il testo. La voglia di cambiare orizzonti o di scappare da sé stesso è invece messa bene avanti.

Inno alla farmacopea psicoattiva e il dosaggio preciso Contagocce si appoggia nei versi ad una chitarra cristallina che punteggia le fine versi nella riverberazione. La traccia prende spessore e si gonfia di grinta, le chitarre ruggiscono, le lampadine non si fulminano, i frigoriferi si riscaldano. Cosa volete che vi dico; tutto se ne va…

Appuntamento settimanale alle 16 Io + solo - vivo assomiglia ad una consultazione dallo psicologo. Divano, svuotare la sacca, ripartire senza rifare parte del vicinato odierno o nemmeno avere la chiave o il metodo per riuscirci: “Nel mio ambiente, siamo in pochi sai, a respirare con le branchie” Adeguazione fallita, quindi contagocce.

Soffiando contro vento rimette Vetrozero al suo aggio, sia nei pezzi lenti e calmi, che nelle composizioni più muscolose. Il brano è quieto e aerato e la scelta di un pizzicato di violini, fatto alla tastiera, da tempo alla composizione di evolvere in un lento crescendo verso l’ultimo ritornello, cantato con determinazione.

Un basso nudo e delle percussioni elettroniche, tipo octopad o equivalente, aprono Ultra intro un altro brano calmo, lenito dal monotono della sua base musicale, ma sollevato dal flicorno di Christian Stanchina.

Emodinamica inizia su dei scricchioli elettronici e sintonizzazioni radiofoniche, poi si organizza verso un bel lento, in quale gli strumenti entrano uno per uno, su uno sfondo di archi. Ancora un crescendo

che si espande sopra tutta la canzone per raggiungere il suo apice e crollare subito dopo.

La pistola non dice salve ci riporta verso un rock potente e melodico, le chitarre sono liriche, sostenute da un basso che fa la traccia, come una ruspa su una strada innevata. Una sequenza di rumorini discreti crea un ritmo accanto alla batteria. Una conversazione poca percettibile sicuramente estratta di un film appare di mezzo al brano.

Solubile è un lento che accoglie la voce alta e quasi femminile di N.A.N.O. che solleva, in falsetto, la voce di Glauco. Questa canzone è un altro crescendo, che prende intensità con l’andare per culminare di mezzo a chitarre batteria e basso, che spingono di concerto prima la conclusione.

Ninna Nanna è questa volta un vero lento suonato solo con pianoforte e tastiere al suono di vetro. Potrebbe essere destinata sia ad una compagna che ad una bambina prima di chiudere la porta. L’album di 12 tracce si conclude qui.

Vetrozero si conforta nelle ballate e ritmi lenti con la stessa facilita con quale rockeggia con la lametta in tasca. Di fatti salta da l’una a l’altra da un lato del album a l’altro. Ma guardiamo un po’ da più vicino, il single che galleggia accanto al rilevamento dell’album: 

Il single comporta un remix del Mostro che apporta veramente qualcosa di buono al pezzo. Lontano di affidare il brano ad un Dj che lo passera al "tri-tri-tri-riririri-trita-ta-trita-ta-trita-ta ta ta ta ta to-rrrrrrrrrre bwa bwa bwa bwo bwuuuuuuuuu-urrk" durante le due minuti di ponte musicale che ha a disposizione per "esprimersi". No, qua siamo su un tempo più posato, voce telefonate, sintetizzatori al suono di violoncello, sequenze pensate e scratch del Dj S-lego giudiziosamente inseriti e riffs di chitarra che sottolinea l'irresistibile potenza dell’onda che avanza. Bel remix, per una volta.

Mando il segno di fine missione all’equipaggio che accoglie la notizia con sollievo, si torna alla base per rifornimento e preparare la missione sugli sQuirties, la Casa del Mirto, e tutti quelli che passeranno davanti al nostro sonar. Sono molto triste di ricevere brute notizie da Camp Lion, il mio gruppo preferito, magari il più promettente, che traversa un periodo di crisi. Chi sa cosa ne vera fuori.


 

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