Capitolo 95 Electric Circus album Canicola

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Mi stanno aspettando, sono tutti in riga sulla piattaforma, alle loro spalle, il Wyznoscafo distacca la sua forma scura dagli riflessi del sole sull’acqua della base Nibraforbe. Il secondo e il capo centrale sono di fronte a l’equipaggio. Sono l’ultimo ad arrivare, mi posso permettere, sono il comandante di questa unita. Rendo il saluto al secondo, prima di prendere la parola. Le guardo… Sono riposati e hanno bel aspetto, c’è stato un lungo periodo di riposo dopo la missione su Noirêve, certi sono anche abbronzati, hanno avuto il tempo di prendere il sole, viaggiare, un po’ di sport, stare in famiglia… al meno, fanno piacere a vedere.

- Riposo! L’Intel ci manda in missione perché le uscite di questo fine anno hanno ripreso. Conosciamo il nostro primo obbiettivo e dobbiamo metterci in agguato per due o tre altre uscite prima la fine del mese. Conto su di voi e sul vostro senso del dovere. Imbarcare! Al posto di manovra!

- Tutto bene comandante? Chiede il secondo, mentre l’equipaggio sale in ordine sulla passerella.

- Si tutto bene. Ho avuto informazioni da sotto il mantello direttamente dall’Ammiraglio Giusy Elle… mi ha anche dato la posizione esatta del nostro primo rilevamento: Electric Circus…

- Ma dovrebbe essere un’uscita di fine mese, interroga il secondo.

- Si pero abbiamo la possibilità di rendere il nostro rapporto prima dell’uscita, che sarà per novembre. Poi ovviamente, come tutti fine anno, le uscite piovano senza preavviso, speriamo tornare prima di natale.

Il Mare aperto ci offre le sue profondità.  L’azimut e distanza segretamente rivelate da l’Ammiraglio ci portano a 295 metri sotto la superficie, finché Jones notasse un segnale debole, quello degli album ancora non usciti, la nostra preda preferita:

- Capo centrale, cosa diset?

- Che non si cambia una squadra vincente Capitan! Scritto e prodotto da Electric Circus, Registrato e missato da Marco Sirio Pivetti alla Metro Rec di Riva, tranne due tracce “Guajiba” e “Troll track” che sono state registrate al ZYP’s space di Torino, dove la band si è trasferita. Stranamente masterizzata da Brad Smalling al Evergroove studio di Evergreen nel Colorado. Cover e artwork sudatissimi di Gabriele Perrero. Musicisti invitati; Giuliano Buratti, come al solito e costantemente al sax, flauto, tastiere e percussioni, Federico Bevilacqua percussioni e in fine Gabriele Perrero che macchia di colori un basso, una chitarra, una tastiera e delle percussioni… anche un bouzouki e lo suona meglio del vostro amico Sifiguris…

- Incredibile… Jones? Hai beccato qualcosa?

- Segnale nel 195, distanza 9 miglia, velocita 00, profondità 305. Mi sembra che risale piano alla verticale… un metro al minuto, circa.

- Giriamoli attorno, risaliamo in ritmo, massima distanza 1.5 miglia, velocita 0.5, propulsione silenziosa, in funzione scanner, doppler, spettrometro, decoder audio, cominciamo…

 L’album intero sembra avere cambiato sostanza, e la direzione generale delle composizioni si distacca leggermente degli album “Evoluzione” e “24/7”. Le atmosfere sono diverse, includendo una varietà di colori che danno una tinta “world” a l’opus. L’uso di piccole percussioni manuali come clave, vibrasalp, woodblock, cow bell, sono molto più presenti che nei due album precedenti. L’ uso ancora discreto di tastiere è da notare. Spezie proveniente da vari continenti sembrano condire sottilmente la cucina “Jazz Psych” che rimane l’essenza principale dei Electric Circus allungo queste 11 tracce. Un sentimento d’ascolto generale, dà la sensazione che la durata dei brani è più calibrata; intorno a 4 minuti, quasi formattata per passare in radio. La cover è il disegno di una faccia che si scioglie nell’inferno di una temperatura eccessiva. Ci si può quasi leggere le prime lettere del titolo dell’album a l’altezza degli occhi. Cercare di trovare le ultime lettere è più difficile, è come recuperare il suo pezzo di pane caduto in una fonduta svizzera.

“Bombay” si campa su un tempo medio confortevole, tipo piedi nudi su tappetto morbido e di spessore. Una chitarra ritmica nella prima parte, srotola un bel campo per una bella miscela sonora, fatta di flauto e sassofono. Poi prende i comandi della parte media, per lasciar un sassofono allegro finire i lavori…

“Kinna funk” si appoggia su due chitarre ed una tastiera, che segue una partitura parallela, come due binari in stazione. Le melodie sono accattivanti e il brano rotola giù regolarmente come un formaggio su un prato inglese.  Mi sembra che il sax è raddoppiato sul finale per dare un po’ di rilievo al suo canto.

Bel trucco alla moda, quello del piatto sulla rullante, illustrato da un altro monumento musicale Trentino: Bob and the Apple, nel loro video “Desolina III”.  Il suono metallico sembra stroncar il lento “J’ n’ I’” in segmenti uguali.  Il basso si immette dopo la prima frase del tema, oltre il trentesimo secondo. Il sassofono e la tastiera entrano da lontano poi, prendono a turno il davanti scena. Il finale si gonfia di determinazione verso 4.37 per finire a scatti, la traccia la più lunga dell’album.  

Non notiamo una grossa differenza nel suono di “Guajiba”, registrato a Torino, dal resto dell’album, al meno la diversità non appare ovvia come quella di “Mike” nel album “24/7” per esempio.  Accenti orientali ornano la partitura della chitarra classica, che si orienta verso profumi iberici, dopo il minuto e trenta, con la sfumatura totale del ritmo. Senza l’appoggio di cadenza, le corde svagano accompagnate del volo del flauto e il rombo distante dei piatti…

“Out of Africa” è un soggetto trattato in tre parti. La prima introdotte da clave, che ritroviamo spesso allungo l’album è piuttosto calma e condita da un doppio sassofono fino a 2.09, dove una chitarra elettrica, ispirata dalle esplorazioni foniche di Sid Barrett, rialza il brano da aromi rock psichedelici. Verso 2.54, il ritmo della batteria raduna intorno a sé, tutti gli elementi per un finale ordinato.

Reame del Flauto, “Malibu” si distingua dal suo basso agli accenti quasi reggae, e della sua presenza accentuata e gonfiata nella parte profonda dello spettro auditivo. Poco prima il minuto e mezzo, il pezzo diventa il dominio delle percussioni, di corde dissonante, prima della ripresa del tema principale per concludere il brano. Notevole traccia che rimane la mia preferita nell’album.

“Abba” e suoi ritmi sincopati e ripetitivi è il più “Weather Report” nello stile. Sembra descrivere il suspens della scena di un film degli anni 70. Niente suggerimenti a bionde svedese. La traccia sembra sfumarsi verso il suo finale per ripartire più forte dopo 2.40, lasciando campo libero al delirio del sassofono.

“Troll Track” è un croccantino esperimentale di percussioni manuale su chitarra New Orleans.

“Mr P.U.” offre una struttura lavorata nei dettagli di due chitarre, per un altro jazz al ritmo di cow bell sincopato, su di quale un sassofono determinato ribadisce una frase musicale. “Mr P.u.” è il reame delle chitarre. 

Il nostro interesse è portato verso la pittura moderna e l’inizio dell’astrattismo su “Kandinskij”. Il ritmo è lento, quasi tropicale, quasi reggae… Sentiamo i sassofoni da l’interno, con tutte le vibrazioni e il tintinnio delle chiavi. Sospetto che l’applauso finale proviene dal “live @ Smart lab” di due anni fa…

“Wendy’s tune” è introdotto delicatamente da una tastiera e un sassofono soffici. Prende leggermente corpo con l’arrivo del ritmo oltre il secondo minuto, decolla francamente per un attimino, prima di prepararci alla fine dell’album intero, concluso da shakers e cow bell.

Electric circus propone qui un album più omogeno, nonostante vari ingredienti esotici utilizzati per condire diversi brani. Ritroviamo con piacere il sassofono di Giuliano come ingrediente principale attraverso tutto l’album. L’aggiunzione di due musicisti nuovi alle percussioni e chitarra/tastiere ha intelligentemente portato la ricetta verso il successo. Canicola diventa di fatto, una delle produzioni importanti nell’arco dell’anno.

- Capo centrale! Manda il reso conto a l’Intel sulla rete flash, che siamo anche in ritardo. Jones! fammi un giro dei gavitelli e occhio al sonar. Secondo! riportaci a profondità 100. Jenkins! Fammi un giro in cucina per saver cosa Seven Seagul ci ha preparato a diznar…

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