Capitolo 125 The Neon Syndicate album Ignorance Raw power

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Stranamente, l’Intel e suoi agenti ci hanno lasciato in riposo per un lungo periodo, molto apprezzato dall’equipaggio e dagli ufficiali del Wyznoscafo. A tale punto da chiederci: “Ma non succede più niente negli nostri mari?” Dopo un anno intenso in numero di missioni, eravamo tutti a casa a goderci la famiglia, consacrarsi ad hobby, spendere soldi con lavori di casa, o raccogliere fogli in questo autunno già avanzato. L’ordine di missione ci arriva senza sorpresa e per certi di noi, con un pizzico di impazienza.

La mattina è fredda e un sole brillantissimo, ritaglia le lunghe ombre dell’equipaggio sul cemento umido della piattaforma esterna, dove il Wyznoscafo è ormeggiato. Sono tutti in riga, in uniforme, davanti alla sagoma scura del sommergibile. Il Secondo saluta e rende conto:

- Tutti presenti e pronti ad apparecchiare…

Nell’ora seguente siamo fuori dalla base Nibraforbe, e a distanza di sicurezza, per sparire sotto la superficie. Una volta nel silenzio delle profondità, apro la busta dell’ordine di missione: The Neon syndicate…

- Capo centrale? Mi sembra novello quello lì? No?

- Esatto capitan!  Fa parte dei tre album e single strumentali nella categoria electro/Synth pop di questo anno…

- Tre?

- Si… Me son tutti arrivati in archivio poche ore prima di apparecchiare, vuol saver???

- Siamo in missione, Capo centrale! Al suo parere, mi interessa sta roba o no?

- Arhmmm… sì, certo. Allora abbiamo il più nuovo di tutti: Pumpkiller che sembra essere Mirko, il cantante degli ormai sciolti “Prologue of a new generation”, che si avventura in questo genere, con un solo single uscito da poco, poi c’è Daniele Tommasini con un album di 5 tracce “The art of waiting” uscito questa estate a luglio, poi il nostro ordine di missione “The Neon Syndicate” con l’album “Ignorance raw Power” preceduto in settembre scorso dal Single “Skyline”…

- Ahaa…  schedami tutta questa bella gente, Jones? Cercami…

- E già qua, Capitan… nel 093, rotta nel 095, profondità 065, velocita 05 nodi, distanza 05miglia.

- Di già??? A 7 o 8 miglia della base????

- E li… risponde Jones.

- In tant’ li stiamo già de drio, non può sentirci, siamo nella sua scia. Su! Rotta nel 095, velocita 05 nodi, profondità 065. Strumentazione in moto, cominciamo!

I primi dati che escono dallo spettrometro mi ricordano qualcosa di personale, quasi intimo. Tutti profili e forme di onde sbarcano direttamente qua, dagli anni 80… quasi pronti per essere la colona sonora di “Kung Fury”, l’assoluto migliore film di tutti tempi. Le sequenze dei bassi mi ricordano “M86”, gruppo di Antibes, che hanno sfondato le classifiche Club, con questi suoni retro, quasi 10 anni fa. Tutte le sonorità degli Oberheim Matrix, Roland Jupiter 8, Juno 106, Ms20 Korg tornano immediatamente in superfice, come un gusto dimenticato dall’infanzia torna in mente alla prima boccata. C’è un sapore di suoni analogici che non mente, cori maschili rivestiti di un “envelope” sintetica, spiagge predominati e un gergo composto di termini ermetici come “LFO”, “VCF”, “VCA”, “DCO” … Ovviamente al giorno di oggi tutti questi sintetizzatori costano un occhio e una gamba, ma i loro suoni son disponibili allo scarico e trattabili fra programmi e sintetizzatori virtuali. La mia band dell’epoca ha avuto il piacere di tastare questi momenti di contemplazione, davanti alla potenza di un accordo, l’illusione di avere sotto la mano un filarmonico di violini, di cori o maschili, o femminili, e con un tasto solo potere combinare tutti due… e noi, come boscaioli medioevali, a rimanere a bocca aperta davanti agli primi sintetizzatori, che non costavano come una Mercedes alta gamma.

“Ignite” e la sua sequenza di bassi, solo sottolineata da un gran cassa, riempie progressivamente lo spazio come strati, fino all’arrivo del primo colpo di rullante, dopo il primo minuto. La partitura rimane quasi uguale tutto allungo, solo percussioni composte di “clave” e “hi hat” si aggregano al pezzo. Ultima raffinatezza; una raffica di “hand clapping” viene completare l’incremento di percussioni.  Bel inizio album.

Introduzione leggermente diversa fra il single e la versione album di “Skyline”. Tutto questo opus, o quasi, sarà sotto il dominio di queste sequenze di bassi analogici. Il legame con “Ignite” diventa più logico cosi, poi la similarità dei due temi potrebbe farne un pezzo unico. I primi cori maschili entrano verso 1.24 per dare un aspetto cerimonioso a l’insieme, mentre la rullante si perde nella riverberazione, con il gran ritorno del “hand clap” a raffica. Ci sono stacchi e riprese quasi prevedibili, ma che vanno di moda con questo tipo di composizioni. Bello.

“Roger this, Sally” si appoggia su un ritmo di clave più lento, ma rinforzato da due note ampollose di basso: “To Doooooooom!” Conversazioni distorte tramite radio creano un’atmosfera “pre-decollo” quasi classica. Ritroviamo delle slittate alla “Jean Michel Jarre” come festoni postati qua e là, fra i movimenti separati da interferenze e disturbi, che ti faranno battere del pugno sul tuo lettore mp3. Secondo me, picchia più forte cha andrà meglio, prendi in mano anche qualcosa di metallico, dai!

“Midnight dive” rimane la mia traccia preferita su l’album, dall’aspetto muscoloso delle sequenze e dagli suoni inebri di Voltage Control Oscilator (VCO) che costituiscono la sua struttura. Apparizione di suoni digitali lisci e puliti in secondo piano, del più bello effetto.  Un break e la sua ripresa aspettata a 2.29, come il manuale comanda, destina la traccia allo sfogo del ballo. Quest’album inizia seriamente a piacermi.

Cambio radicale di suoni e di struttura; “Contemplation” si drappa della purezza angolare e cristallina dei suoni digitali. Cambiamo registro, con questa disposizione strategicamente voluta nell’ordine delle tracce, per non arrivare a una sazietà analogica a meta album. Il secondo minuto accoglie un ponte musicale leggermente caotico ed attraversato da voci. Il terzo minuto risale progressivamente verso il tema principale. Un suono di slap di basso ricorda leggermente Peter Hook negli ultimi secondi del brano.

“Convergence” e l’atmosfera cerimoniosa della sua introduzione, evidenziata da suoni allungatissimi, si trasforma, al minuto preciso, in un ritmo medio e ballabile, invitante e stimolante, che si conclude verso 2.58 con un ponte musicale evaporato di una quarantina di secondi. Il tempo di contemplare il soffitto per vederci nebulii e supernovii, prima di tuffarsi di nuovo nel corto tema principale, prima l’esplosiva conclusione.

Il fruscio retro di un vinile antico sfuoca la distante introduzione al piano forte di “Triumph”. un ritmo medio a spalle larghe, veramente costruito bene, con sonorità e sequenze scelte, splende con un bel senso di proporzione, nonostante spiagge di suoni a lungo “sustain”, gonfiati di chorus, particolarmente difficili da maneggiare, sono incorporate con successo nel brano. Una voce appare nella seconda parte del brano, sembra un commentatore sportivo che segue un momento importante, in sotto fondo, ci si sente la folla che si esalta. 

“Friday” impone un ritmo frenetico su una melodia posata sulla meta del suo ritmo. Leggermente ripetitivo durante la sua lunga introduzione, il brano si stabilizza in uno spazio aperto e più adatto ad accogliere l’espansione della sua melodia. Il finale si sfuma su arpeggi vaporosi.

“Divergence”, traccia al gusto digitale, si appoggia su una sequenza che ripete ossessivamente un corto tema durante i due lunghi versi del pezzo, separati da un ponte musicale, in quale una scatola a ritmi lascia suoni di batteria elettronica invadere il fronte del palco. Questo era l’ultimo pezzo.

Questo album mi tocca particolarmente e le sensazioni che mi ricorda sono un po’ “vicino a l’osso” come si dice oltre manica, non soltanto attraverso suoi suoni, ma anche le sue melodie. Poi la copertina, miracolosamente deliziosa e vintage di fattezza, non mente sul contenuto… Band camp propone una storia che illustra passo a passo le varie tracce, come un concept album. Ho deciso di non essere influenzato dal significato della storia, per concentrare la strumentazione del Wyznoscafo sul contenuto musicale. Pero siete liberi di lasciarvi prendere per mano ed esplorare lo spazio…

Siamo a due passi della base Nibraforbe, ma andiamo da dare un colpo di sonar nelle vicinanze immediate, casomai una sorpresa ci aspetta, prima del Trentin music award 2019.

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