Capitolo 143 Gabriele Guarnieri album Questione di prospettiva.

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[…] Seguito recensione Damiana Dellantonio

Siamo un po’ più vicino alla Base Nibraforbe adesso… Pero, qualcosa mi dice che non saremo di ritorno così presto a casa…

- Segnale…

Mi stavo proprio chiedendo fino a quale livello di sensibilità la nostra strumentazione potrà essere spinta. Già che appena torneremo alla base passeremo alla cella idrogena e alla propulsione magnetoidrodinamica, e son sicuro che un miglioramento al sonar e allo scanner ci sarà, tipo di quale capace di notare lo starnuto di un cavalluccio marino a 50 miglia. Roba da fare immersione una volta l’anno in gennaio e farci tornare in superficie a dicembre. Tecnologia, cosa farà di noi??

- Spari, Jones…. Dimmi tutto.

- Schedato, firma sonar di Gabriele Guarnieri, nel 193, rotta nel 200, distanza 30 miglia, velocita 9 nodi, profondità 050.

- Facciamo ancora rotta nel 260 giusto? Guardo l’indicatore di profondità in rame, c’è l’ho proprio davanti, il suo ago indica 035. Il rilevamento è distante e sta andando via da noi. Sarà una preda facile.

- Avanti 12 nodi, profondità 050, rotta nel 200. Secondo, li lascio attaccarci de drio.

- Aye aye sir!

- Capo centrale? Cosa diset?

- Beh… c’è poco o quasi niente nel rapporto del Intel… Gabu è piuttosto autonomo nel suo modo di operare. E piuttosto uno sniper isolato, non lascia traccia, non è come un esercito che ha bisogno di un casin’ de roba intorno per nar avanti, se mi permette questa analogia. Allora, viene da Nevischio, è passato notevolmente su Balcony TV,  il suo primo album è la controindicazione di quale abbiamo già parlato. Su questo nuovo album di 7 tracce firma testi, musica e arrangiamenti. Ora lo troviamo su Bandcamp. Ha registrato sia la chitarra acustica, sia l’elettrica, il basso e la tastiera. Inizia a registrare nel Gennaio 2018 nel Bleach studio di Andrea Perini quello di “Il concerto delle scimmie” Andrea ha contribuito anche alla registrazione di alcune parti di chitarra e ovviamente al master. Sembra che seguirà una serie di video fatte come sessione di casa, con relativa spiegazione delle canzoni giorno per giorno, 7 canzoni per 7 giorni. Ma non ho date, né niente. Le copie fisiche non sono al momento disponibili, magari le avrà per quest' estate. Fa le cose direttamente e semplicemente…. Non lascia tracce, si muove nella giungla insospettato…

- Ravviciniamoci di questo caso, Secondo? passiamo a velocita 20 nodi. Vorrei dettagli da più vicino.

- Aye aye, sir! Avanti 20 nodi!

Gabu si campa nel genere folk, non tanto nella moda “protest song” come i Dylan e Joan Baes di un tempo, ma piuttosto nel modo “pensiamo ci meglio”. Si può vivere spensieratamente, ma c’è sempre un prezzo da pagare. Non si può neanche vivere essendo focalizzato su tutto. Gabu è come una medicina, devi rispettare i dosaggi.

“Questi luoghi communi” è una canzone semplice fatta alla chitarra folk e basso, su quale la voce scorre. Una chitarra elettrica sostiene la melodia in arpeggio. “Qui tutti sanno tutto e nessuno sa più niente” in fine, l’arsenale completo delle capacità di Gabu è presentato in questa canzone. Aggiungiamo un po’ di cori alla settima e una tastiera per concludere il pezzo in un modo più che deciso e abbiamo tutti ingredienti della cucina Gabu.

BAM! “A ritmo di battiti” raccoglie il label “Esplicito” al volo.  Non toglie niente al calmo della canzone, dominio della chitarra folk, che descrive i ritmi della vita: “Devi mantenere il ritmo dei tuoi battiti del cuore” è tutto come i concorsi ad eliminazione in tivù “Non ci è concesso fare errori, quando sbagli sei già fuori”. I ritornelli accolgono una tastiera al suono semplice e un coro che evidenza il canto principale; caldo e vicino, che ci svela, che con tutto quello che vogliamo fare, una vita intera non basta.

Mi chiedo se la chitarra elettrica che invade il primo verso “Al-Beri” fosse veramente necessaria, o se fosse più digestibile, arretrata in mezzo agli altri strumenti al missaggio, come lo è sul resto della canzone. Non so perché… è diventata una fissazione nei multipli ascolti dell’album, tranne questo, la traccia e proporzionata bene. La tastiera, appare discretamente per un unico rumore aero. Sia colpa del vento o della motosega è colpa dei soldi se alberi cadono.

C’è un po’ più di tastiera su “Tutto vien da sé” dal minuto e mezzo in poi prendono il sopra vento sul resto della strumentazione. I suoni rimangono modesti e semplici, pero non stonano dall’insieme. Tutto viene da sé, ma se non arriva in tempo, metteremo un colpetto di aiuto discreto per farlo venire. Come si diceva nel mio tempo: aiutati e il cielo ti aiuterà. Si…. Fai da te, in somma….

C’è un bel ritornello a voce raddoppiata su “Il Numero Uno” visibilmente a Gabu non piace competere. C’è chi pero, c’è l’ha nel sangue.  Secondo Gabriele se sei un umano completo e sereno non hai bisogno di fare gara con nessuno “E poi chi sa aggiungerai il gradino più alto per colmare il tuo vuoto” Io lo propongo nella playlist per le olimpiadi 2024.

C’è un Glockenspiel che scorre nel verso finale di “Tutti eroi” una canzone che riprende un po’ la tematica di numero uno “Scusatemi non mi sento a l’altezza di competere con il vostro ego” la voce scalfita di Gabriele fa bene capire che c’è l’ha un po’ con l’orgoglio, come peccato mortale. Nessuno ha notato che di orgoglio, non ne muore neppure uno.

“Questione di prospettiva” accoglie due chitarre elettriche a fare maglia dietro la chitarra acustica di Gabu, che conferma umoristicamente il suo label “esplicito” nel suo modo generoso di rendere il conto. Le voci sono arrangiate bene sul ritornello.  Questo album si conclude su la visione di un mondo che crolla da secoli e che non finirà di crollare per tanti altri. Pero come lo dice Gabu “E questione di prospettiva e va bene così”.

Un altro label “Niente Quantificazione” ottenuto a forza di genuinità, impegno e strumenti suonati naturalmente. Niente percussioni a dare ritmo attraverso tutto l’album, tranne un Glockenspiel che scorre come acqua fresca su “Tutti eroi”. Le tastiere utilizzate con parsimonia non sono fuori posto, ma solevano adeguatamente transizioni, riprese e passaggi vuoti.

- Buon, Io metterei il capo verso casa adesso.

E il momento scelto in quale il telex della rete flash si mette ad impazzire. Il Capo Centrale ne legge in diagonale il contenuto e mi passa la carta perforata aggiungendo:

 - Credo che dobbiamo farne un ultimo “per la strada” …

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