Capitolo 149 Karatechesi album Rainbow

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[…] Seguito recensione Trerose

- Jones distanza del terzo rilevamento???

- Si stavano già allontanando da noi, Capitan! nel 090, rotta nel 091, distanza 20 miglia adesso, hanno accelerato; velocita 05 nodi, sono risaliti un po’; profondità 069.

- Ok, non abbiamo migliore opportunità di passare da propulsione classica a magnetoidrodinamica. Avanti 5 nodi, rotta nel 090, risalire su asse 10 metri al minuto, fino a profondità 070, Secondo, capo cantiere; aumentate la velocita gradualmente di 5 nodi, tutti quarto d’ora fino a PMP e sorvegliatemi il locale propulsione da vicino, rendere conto in caso di problemi. Jenkins? strumentazione in funzione. Capo centrale, cosa diset?

- Allora abbiamo presa poco la line up dei Dmanisi: cioè Floriozzy al canto, Jacopo al Basso, Alessandro alla chitarra, aka Carmelo e Stefano Neri alla batteria, sembra che fanno una mossa tipo “Sister act” Riprendendo delle canzoni cattoliche della loro gioventù alla moda punk rock. Vuole che li lego l’allegato da l’Intel?

- Spari…

- I Karatechesi sono nati quasi per scherzo sul finire del 2016, per suonare al matrimonio dei nostri carissimi amici Walter e Sara. Alla fine di quel matrimonio ci abbiamo suonato davvero, ed incoraggiati da chi ci ha sentito abbiamo deciso di portare avanti il progetto. Fin dall’inizio l’idea è stata quella di riproporre le canzoni sacre della nostra giovinezza, passata in associazioni giovanili/parrocchiali/scout, in chiave punk rock! Cioè come ce le siamo sempre immaginate nei nostri cuori rockettari! Siamo musicisti attivi in altre band della scena musicale trentina, ed italiana (the sQuirties, Dmanisi, Little Finger, the Bastard sons of Dioniso) ed abbiamo lavorato a questo disco nel tempo libero, negli ultimi 4 anni. Ora finalmente ci siamo!  RAINBOW! Una raccolta di 9 cover, scelte fra le più belle canzoni di Gen Verde, Gen Rosso, Giosy Cento e molti altri ancora. Alla bellezza e positività dei brani originali, abbiamo aggiunto la carica e l’immediatezza del Punk-Rock: un disco tutto da cantare e da ballare!

- Quindi nessuna canzone da Gene Gnocchi?  Fischia che noia!

Sembra che la band si faccia un po’ avanti sul territorio delle ombre con questa faccenda. Tipo si mettono volontariamente sotto il mirino di tutti; magari di quelli integristi che urlano al sacrilegio, magari gli autori, che sostengono che le canzoni devono essere cantate alla chitarra classica, ad un anno luce del primo spinello, magari anche degli ateisti come noi che chiedono; Ma che cavolo fatte? Ma perché? Questo magari solo per lo stravagante dell’idea stessa, ad un anno luce dell’atto iconoclasta, una nostalgia alla “Karate kid”. Non vedete che c’è un occhiolino ovvio dello spirito in quale l’album è stato fatto? La copertina è un gioco di parole fra Rainbow e Rambo, tenendo in tasca l’ultima battuta alla Elio: “Non li ha fatto ridere?”

Potrebbe anche essere un modo di dire “Cavolo, se avevamo sentito quelle canzoni cosi a l’epoca, saremo sicuramente ancora negli scouts oggi. Valida il vescovo? Non valida il vescovo? Già la virulenza degli abbagliamenti si fa sentire da qui. Delle coorti ben pensanti si organizzano sulle colline, di quelle che ti ritrovi davanti casa, notatamente con torce in mano. Ma se quel buon dio fosse veramente onnipotente, non avrebbero bisogno di tanti feroci difensori, dovrebbe cavarsela da solo, no?

A dire la verità anch’io sono disturbato. Distaccarsi di questi insegnamenti, martellati nella mia testa, a l’età della necessita delle prime coesioni sociali, non si è fatto così facilmente. Eco, sicuramente non battezzano più in età di ragione, come il manuale comanda, per queste ragioni. Meglio il guinzaglio già dall’inizio che crea l’atmosfera della norma. E cosi… per tutti, la pecora e il pastore… Cosa ci vuoi fare? Alla differenza che io, da piccolo in quelle situazioni, non mi sentivo mai al mio aggio.  Il gregge non faceva per me, avevo già intuito dove finiva il branco… Per tutta una vita ci si insegna alla pecora di avere paura del lupo, ma è il pastore che le porta al macello. Poi c’è tutto un circuito di aggregazione che funziona attorno. L’anima libera può essere pericolosa, meglio lasciare chiodi fissi qua e là, nella mente, ci sono momenti nella vita dove il disorientamento fa tornare le pecore dal pastore.

Buon ok, tutti testi sono pieni di buone intenzioni (solo a prima lettura, pero), aiuto, sostegno, conforto, serenità, anche liberta… Anche se vorrei la spiegazione sul volume di liberta disponibile a l’interno del dogma, e senza formule retoriche prefate, per favore, che sono sempre le stesse, come le messe del resto. Comunque, tutto bello, ma non faro l’affronto di leggere fra le righe, per descrivere la ragnatela della religione, considerata vera dalla gente comune, falsa dall’uomo saggio e utile dal dirigente; lo diceva già Vasco decenni fa: Lavoro, casa, chiesa... La posizione del gruppo su questa mossa sembra puramente nostalgica delle estati giovanili passati assieme, poco importa per quale motivo o sotto quale bandiera. Lavorando con testi che, ripetuti talmente tante volte, fanno parte del subcosciente. Ci si potrebbe anche esserci un pizzico di ironia: “Guardate un po’ come si fa…”

Non penso che provano di inserirsi in un movimento di spolveratina del immagine cattolica; gli membri della chiesa stessa non esitano a coprirsi di ridicolo, per apparire più moderni e più aperti ballando in gruppi per strada o davanti chiese alla moda flash mob,  anche dentro svagando del tutto creando polemica fra i fedeli… il culto è fatto per questo… non è fatto per questo?

Potere annegare in una religione è una libertà repubblicana. E come tale, deve essere difesa. Ed Io difendo questo diritto, come quello di essere gay per esempio. Onestamente, una volta liberato dal giogo, perché riportare alla luce la chiave e il lucchetto?

E musicalmente? Beh, non penso che i compositori di questo tipo di canzoni si sono sfogati sul giro di accordi. Penso che l’attenzione si porta naturalmente sul testo e il suo contenuto, basta poi trovare una litania su di quale depositare il messaggio: Non perdiamo d’occhio la destinazione finale del prodotto. Chi trova il giusto testo ma tratta il pezzo con introduzioni alla “Yes” o giri di accordi di “Rush” non troverà la sua udienza. La trasposizione in chiave Punk rock dà un aspetto divertente e in fine, rialza veramente gli originali. Vi lascio giudice del fatto andando sul sito “20 000 leghe sotto la musica Trentina” potrete seguire i link verso gli originali:

Se m'accogli - Pierangelo Sequeri
Servo per amore - Gen Rosso
Alleluia (Canto per Cristo) - Eugenio Costa qua ovviamente quando dicono “gloria” tu devi capire “morte”, poi la lettura diventa più chiara. E una specie di tele vendita della plenitudine, paghi adesso ma la data di consegna coincide 6 minuti dopo l’arresto cardiaco. Esattamente alla narcosi di ossigeno al cervello e l’arresto del suo funzionamento. Scontatissimo!

Nostalgia d'una sorgente - Giosy Cento
Vivere la vita - Gen Verde
Te al centro del mio cuore - Gen Verde
Pace sia, pace a voi - Gen Rosso / Gen Verde
Tu sei - Paolo Spoladore
Adeste Fideles è il classico del classico; anche Pavarotti l’ha cantata.

In tanto il disco e qua. Credo che la totalità dei lettori hanno più di 18 anni e sono liberi di trovare in questa registrazione, quello che conviene al loro giudizio personale. Dal tutto pro, al tutto contro, passando dal curioso di sempre, si può avere la reazione che volete. Ma non venite ad annoiarmi; siamo tutti ateisti in fondo. Siamo ateisti di Zeus, Apollo, Amon Ra, Mithras, Baal, Thor, Wotan, Tutatis, Belenos, Gonorreaman, Jah, la capra d’oro, The Flying spaghetti monster o più di altre quattro mille divinità, registrate nella storia umana. Io ho solo un dio in più sulla mia lista… e veramente troppo poco per farne un argomento.

- Potenza Massima Permessa raggiunta Capitan! Siamo a chiodo!

- Grazie, Secondo. Capo cantiere? Quanto tempo dobbiamo rimanere a PMP per suoi controlli?

- 20 Minuti Capitan.

- Secondo, Alla fine dei controlli rimaniamo a profondità 070, avanti 05 nodi. Li lascio il Centrale. Mi ritiro in cabina.

Non riesco ad abituarmi a quei nuovi rumori. Mi manca il ronzo della sala propulsione e il baccano del Engine Telegraph Order in Centrale, mi manca anche quel odore di grasso caldo mescolato con l’effluvio del carburante. Pero da adesso è ufficiale siamo puliti, ambientali, più rapidi ed estremamente silenziosi…

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