Capitolo 171 To You Mom album Hikari Dawn
Stiamo ritornando da una bella serie di settimane di riposo. Solo il capo centrale, il secondo e me siamo tornati abbordo il giorno prima del ritorno dell’equipaggio completo. Anche Seven Seagul il cuoco e due marinieri di servizio caricano il fresco, nelle ampie celle frigorifere del bordo. Il capo cantiere fa il suo reso conto sulla manutenzione e aggiornamenti dei programmi del bordo, mentre il Secondo e me facciamo il giro di tutti strumenti del centrale e firmiamo la presa in mano del nostro giocatolo per ragazzi grandi.
- Capo centrale, mi dica cosa abbiamo in archivio da oggi?
- N’attimin, Capitan… Vardo da subit. Hmmm... 4250 tracce in tutto per un totale di 254 ore di musica trentina, 255 gruppi in archivio di quale 166 attivi e 89 sciolti, 170 rapporti di missione, 20 200 visite sul blog, 630 abbonati, 380 pillole e 140 avventure narrate mandate nella memoria centrale del Intel. Tutto li.
La mattina seguente, guardo dalla torre un equipaggio sorridente, rilassato e abbronzato camminare sulla piattaforma, scavalcare la passarella e sparire, con i loro effetti personali rinchiusi nelle sacche bianche di marina, uno per uno, nei boccaporti da ogni parte della torre. Questa immersione sarà di qualche giorno massimo, sembra che andiamo a caccia di una pre-uscita, le nostre prede preferite e dell’ultimo album degli “To you mom”. Loro al meno sono schedati, basta tirare il dossier fuori dall’archivio. Il secondo esce dietro di me, dalla scala di torre:
- Ho letto l’ordine di missione, Capitan…
- “To you Mom” nuovo EP e Rich machines, facciamo nell’electro stavolta, pero su quel ultimo a vedere il rapporto del Intel, credo si tratta di una collaborazione, con gente fuori della nostra giurisdizione.
- Il capo centrale è già davanti al telex, avremo tutti dati prima di tagliar gli ormeggi. Hai un’idea della rotta da prendere?
- Hmm… per i “To you mom” so dove andare a cercare, per i altri non so… Credo abbiamo un quadrante abbastanza largo dove cercare e beccare qualcosa, basta trovare “Rich machines” poi seguiamo la firma interferometrica del segnale dove ci porterà. Tanto Jones, in questa missione, è il nostro asso in manica. Posto di manovra in un’ora.
Non c’è da dire. Il ronzo della strumentazione, i bip del sonar, la leggera vibrazione della propulsione silenziosa ridiventa prestamente un ambiente famigliare. Non ci aspettavamo a una preda così facile a poche miglia fuori dal passaggio segreto della base Nibraforbe. Sono 10 minuti che siamo in immersione, quando:
- Segnale nel 085, rotta nel 110, distanza 5 miglia, velocita 03 nodi, profondità 019.
- Firma sonar?
- Arriva… To you mom, Capitan.
- Buon! Vanno pieno sud, Rallentare! avanti 3 nodi, lasciamoli passare e prendere il largo, Secondo? una volta sono a circa 6 o 7 miglia, ci attacchi di dietro come lei sa fare, Jenkins! strumentazione quando dico IO… Non prima, Capo centrale il loro dossier è già pronto?
Anche il capo centrale, attrezzato di fresco di una nuova matita gialla, con gommino pristino, si avvicina alla tavola delle carte per il suo rapporto:
- Certo Capitan… I To You Mom: esistono dal 2011 da un'idea di Luca Lorenzi, Massimiliano Santoni e Marco Ricci, quello della Casa del Mirto. Ne esce un EP "I am Ian": un lavoro veloce, volutamente grezzo che doveva essere l'unica produzione del progetto. Dopo due anni però, Luca e Massimiliano decidono di riformare il gruppo cercando nuove sonorità più curate, eleganti e pulite. 2014 un single due tracce “On a Friday” e “Happy people” esce per Ghost Records. Poco dopo è pubblicato il primo disco ufficiale dei To You Mom: che porta il nome di WE ARE LIONS, uscito nel 2015 sempre per Ghost Records. I due membri che lavorano tra Milano e Trento sono ancora poco concentrati sulla formazione perché hanno progetti personali e si staccano da Ghost Records per proseguire da soli. Nel giugno 2017 l'uscita del secondo disco THIS HARMONY. Sempre con queste atmosfere calme, luci soffuse, raffinatezza a tutti piani. Nel 2020 iniziano l’idea di presentare sul tubo un nuovo brano ogni 3 mesi circa, accompagnato da un video-testo, ideato e realizzato dall’artista Caterina Nebl. Il risultato è un nuovo mini album di 7 canzoni uscito il venerdì 11 giugno 2021… che è il nostro rilevamento, tutte le canzoni sono prodotte e registrate da Luca Lorenzi e Massimiliano Santoni. Mastering a cura di Gianni Peri. Artwork cover: Luca Lorenzi. Penso sia tutto.
- Scanner, doppler, spettrometro, decoder audio… Cominciamo!
Per definire l’essenza del gruppo, bisogna capire la o le ragioni in quale i oramai due membri decidono di versare un contributo. Cioè, al di fuori della loro vita musicale già impegnata; Luca Con “Young lies” il suo progetto strumentale personale e Massimiliano con “After dark my sweet” questa formazione è uno spazio libero, in quale i due membri esprimano quello che li tocca più particolarmente. A dire la verità, io percepisco più questo come un ripostiglio, che uno spazio… uno nascondino sotto le scale, una capanna da bambino in fondo al giardino, definisce molto meglio il lato intimo del motivo in quale le canzoni sono prodotte. A me sembra che importa più quello che è detto e la maniera in quale è portata avanti, piuttosto che il successo che ha, attraverso vendite per esempio. Non si entra qui dentro con le scarpe da cantiere, ci si utilizza lo zerbino accuratamente o ci si cammina sulla punta dei piedi.
“Blow” inizia direttamente con il canto e ordina “Wake up”. La canzone invita a un raduno, una presa di coscienza, la definizione di un obbiettivo comune, un invito all’empatia, a l’umanità rispettosa: “We should stop building these towers, instead of stepping on the flowers” Cioè dovremo smettere di costruire delle torri, invece di calpestare fiori. È vero che siamo partiti male, ma come lo dicono bene ci vuole un inverno per fare una primavera. Il tessuto musicale è sottile e filigrana: un ritmo programmato discreto, lascia accordi di tastiere scorrere in sotto fondo. Il pianto di una chitarra crea un rilievo attraverso arpeggi discreti sui versi e rialza i ritornelli delle sue lunghezze.
Un ritmo che sembra fatto della miscela di una percussione e del campionamento di una voce femminile porta “Tulips”, e il suo video testo, con questo suono definito e messo avanti, ritroviamo una chitarra molto più presente che arpeggia sui versi. Il tema rimane romantico e intimo ed è basato sul gioco di parola “Two lips” cioè due labbra e “tulips” famoso fiore olandese. Un pezzo ad ascoltare in due, prevalentemente.
C’è un consistente cambio di colore su “Birds of december” Un ritmo intermittente sincopa le battute portando l’accento a metta misura. Al meno, la costruzione della canzone è stata considerata sotto un angolo poco classico. Testimonianza del desiderio di volere variare le essenze delle composizioni nel EP. Qui proviamo di considerarsi come un uccello in gabbia, triste destino, una condanna a l’immobilita e l’impotenza.
Non volevo credere alle parole che avevo sentito ripetutamente “I’m thinking of combs on a road” mi sembrava sfasato… pero a guardare il titolo e sentire la sequenza che stampa un ritmo ferroviario su “Pettinati road” ci si rende conto che l’immagine iniziale sentita era quella giusta. Questo brano è notevole, non soltanto per la sequenza su di quale la canzone passeggia, ma anche per la metrica del canto e la sua sovrapposizione sulla musica, semplice e spogliata. La mia traccia preferita sull’EP.
“Hikari dawn” esce in video già in dicembre 2020 e si distingue ancora una volta dall’insieme, dalla sua chitarra messa avanti per avvolgere l’inizio della canzone, la fine dei versi che scorrono su un ritmo simile alla canzone precedente, che dà al corpo centrale del EP, una consistenza più sollevata. Necessita di muovere e di muoversi. Nelle immagini del video la finestra simbolizza la via di uscita, il passaggio verso un fuori vietato, l’unica sorgente di luce. L’interno conosciuto e protettivo diventa gabbia dalle costrette esterne è delimitato dalla tenda. Fra i due uno spazio conciso, ne dentro, ne fuori, dove l’immaginazione porta la liberta necessaria al movimento libero del ballo. Qui solo la volontà e la mente creano gli spazi necessari alla nostra stabilita.
Le leggere percussioni di “Sorrow” rimangono discrete come su tutto l’album, con dei bassi sotterranei. Una voce femminile apre la canzone e sottolinea la fine dei ritornelli. Il testo è declamato due sillabe alla volta e individua più notevolmente la metrica del testo. Una brillante idea.
La “Melatonin” è un ormone segretata dal cervello in assenza di luce e regola il ciclo del sonno. Ci invita alla conclusione del EP essendo la canzone la più corta dell’album, cantato in un inglese perfetto alla pronuncia accurata. Incrociamo belle immagini generate dal testo. “I can feel the flavour of the cinnamon, A technicolor vision makes it cinematic”. Ci si sente la riflessione nella composizione o magari momenti liberi, lasciati allo svago del pensiero, campo fertile dove appariscono questo tipo di idee e sillabe magicamente combinate.
Questo EP genera dopo un ascolto accurato la voglia di ascoltare meglio, o al meno, con un orecchio più sintonizzato, i due album precedenti “We are lions” e “This harmony” storia di essere sicuro di non avere sorvolato troppo in alto le composizioni precedenti. Magari sarà l’album che porterà la giusta considerazione al gruppo. Il terzo album si inserisce nella produzione della band come un’entità di stile diverso ed è degna di considerazione.
Sara Jones a portare la nostra attenzione sul resto della missione:
- Segnali! Nel 110, rilevamenti statici, distanza 23 miglia, profondità 090. 4 rilevamenti, Rich Machines firma sonar in banca dati.
- Brao Jones, agganciami l’interferometro su quel segnale che cerchiamo l’uscita avvenire…
(to be continued)
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