Capitolo 187 Herr album Herr

Podcast disponibile QUI

[…] Seguito recensione Felix Lalù

- Segnale nel 170, rotta nel 090, distanza 22 miglia, velocita 7 nodi, profondità 050, firma sonar degli Herr.

Eh… certo che me le ricordo questi qua. H, E, doppia R. “Love is in the herr” era il titolo della loro demo, un mini album di 5 canzoni e la copertina rappresentava un fungo atomico truccato di abbozzi per darli una faccia umana. Un po’ rap sui bordi, ma suonato veramente, con strumenti veri, un bel groove con ripieno di funk ed ingredienti genuini. Siamo puntati nel 220 a grande profondità e dobbiamo infilarci dietro il rilevamento, senza farci notare. Felicemente, la nostra propulsione magneto-idrodinamica è silenziosa. Ci è piuttosto utile:

- Rotta nel 170, profondità 050. Secondo? una volta nel loro angolo morto, ci porti dietro nel 090, come lei sa fare.

- Aye aye sir!

- Capo? Piu vicini alla superficie mi chieda un dossier sulla rete flash. Per il momento mi tira fuori il precedente rapporto di missione, che ci do un’occhiata.

- Aye, aye sir!

Jenkins? Niente strumentazione per il momento.

- Aye, aye sir!

Succede tutto in poco meno di un’ora. Il secondo ci infila dietro il nostro rilevamento, siamo a profondità 050, il telex della rete flash digerisce un po’ di carta perforata, Jenkins non c’è la fa più ed è pronto a mettere tutta la strumentazione in moto. Io lo trattengo appositamente per farli i dispetti. Il capo centrale e la sua matita gialla si avvicinano.

- Allora la band si compone di Jacopo Cohen alla voce chitarra, Matteo Bertagnolli al basso e seconda voce, Andrea Spellini alla batteria, a quale si è aggiunto un nuovo chitarrista Davide Weber. Il loro studio di registrazione è ancora lo stesso Roccia Records, studio personale. Missaggio, master e tutto il processo di registrazione sono a cura di Giuseppe Sogaro. Le tastiere sono suonate da Luca Gottardi. La copertina è stata fatta dal cantante-chitarrista Jacopo Cohen. Appare una schedata; Oneila sulla registrazione del brano “Estate”. Quattro delle canzoni del mini album sono state registrate di nuovo sull’album: Numeri, Cinico, Mood e Chica, ed eco il dossier sulle prime registrazioni del 2020. L’album è uscito di recente il 29 aprile 2022 e si può sentire gratuitamente sul Tubo ed è disponibile allo scarico su bandcamp. Credo sia tutto.

- Ok… Grazie Capo studieremo le due registrazioni. Scanner, doppler, spettrometro, decoder audio. Cominciamo!

La prima cosa che sorprende nel primo album degli “Herr” è il suono molto naturale della registrazione. Se non fosse per la lettura accurata dei dati dello scanner, avrei pensato che la band avesse suonato dal vivo tutti brani, in 4 o 5 prese e scelta la migliore. Invece, la registrazione è classica perché lo studio di registrazione è piccolo e hanno proceduto nell’ordine classico; prima batteria, poi basso, chitarre, tastiere e voci. I testi sono leggermente crudi. Non da specialmente ricevere il classico timbro del “parental advisory” ma le cose sono dette senza filtro. Alla boscaiola. Dovrei abituarmi al fatto??? A dire la verità non so più, il mio intero organismo è ancora immunizzato dalle medicazioni ricevute dall’ascolto dell’album rap di Felix Lalù.

Buon, magari il testo è alla boscaiola su “Terminazioni”, ma il trio basso, chitarra e batterie tirano allegramente un funk, che incoraggia a muoversi sugli “mereme mereme rema” del ritornello. Il basso prende una parte preponderante sia in questa canzone che in tutte le composizioni. E devo dire che ho un debole per lo strumento. La chitarra rimane ritmica e si campa negli alti per la gran maggior parte, non solo del brano, ma del disco.

“Numeri” accoglie un’altra chitarra, che sostituisce la tastiera presente sulla prima versione demo. La dizione di Jacopo sembra molto più precisa e sicura nel modo di addebitare le sedicesime e le ottave del ritornello, come sillabe prodotte da un macchinario programmato per questo lavoro mentre la chitarra solista fa lunghezze in secondo piano. In due parole: la precisione e la dizione nella pronuncia c’è!

La batteria di “Ti serve”, un single che ha annunciato l’album all’inizio di aprile 2022, tempera il ritmo e scala di due marce la velocita del brano. Cosa chiedere di più quando una bella introduzione è fatta al basso? Una bella batteria dettaglia il suo gioco riempiendo tutti spazi dalla sua presenza, con la tecnica della nota fantasma, chiamata “ghost note” nel gergo batteristico. Il nostro mondo consumeristico è presente a tutti piani e c’è sempre qualcosa di nuovo da comprare, ma “serve solo se serve a chi te lo vende” semplicemente perché quello che te lo vende è costretto a fare numerinumerinumerinumeri…

Questo tipo di “Chica” non si accendono per niente, si consumano ancora di meno e non puoi spegnerle, sarebbe piuttosto la traduzione spagnola di ragazza. Di quelle davanti quale ti ritrovi disarmato, senza storie da raccontare e che hanno sempre qualcosa da rispondere, con la loro lingua affilata come una spada da samurai. Per lo meno la band al completo si sfoga di “Hey!” quattro volte a battuta durante la registrazione, storia di sollevare il ritmo.

“Se andava bene” arriva a meta album con accenti rock molto più pronunciati. Magari la cadenza leggermente più lenta dava la possibilità di considerare un angolo più grintoso, per incollare al testo che relata le erranze maschile dopo l’interruzione ardua di una relazione. Quello che aggancia veramente in questo brano è il testo del ritornello: “Se andava bene allora com'è che Mi sveglio la notte con la faccia sul parquet E nel mio letto solo lame Gillette Tipe sempre più strane accanto a me” la metrica stampa il testo in mente. Inutile resistere, hanno messo tutti ingredienti appositamente lì dentro, a questo scopo.

Scaliamo di una marcia per la musica di “Cinico”: facciamo nel groove ponderato. Ma non per il testo del ritornello, che sembra camminare sulla punta dei piedi, su un letto di ceneri ancora calde. Arriva la tastiera per vestire caldamente i versi e accessoriare elegantemente i ritornelli. La prima versione nella demo di due anni fa aveva un suono più chiaro e alto, con un basso più profondo. Ma la nuova registrazione di tutto l’album da un’omogeneità più lineare all’insieme. Jacopo si concentra su suoi vocali mentre le due chitarre della registrazione originale sono sostituite dalla chitarra di Davide Weber e dalla tastiera di Luca Gottardi, che arrotonda gli angoli. Ma non dici mai ridici su! 

La nuova versione di “Mood” accoglie l’esercito al completo armato di due chitarre più tastiera per spingere in un modo completo, ma leggero e ordinato, il testo il più lungo dell’album. Non torturatevi i neuroni; l’introduzione è in inglese ed invita all’esplorazione più accurata del mondo botanico e delle miriadi di specie di piante. Di mezzo, una medicazione per il cambio di umore, o “mood” come il titolo della canzone, ci potrebbe essere. Ancora un ritornello che aggancia l’orecchia, fa girare la testa, un altro ritornello che ritiene l’attenzione…

Alla mia più grande sorpresa scopro, grazie a Max Bortolameotti di Rockabout Radio.it che “Estate” è un classico del classico, in Italia. Dai, ridete di me solo se potete nominarmi un classico francese di questa importanza. Comunque la canzone di Bruno Martino e Bruno Brighetti è stata ripresa da un esercito di artisti Italiani e gli Herr sono gli ultimi nella lista cronologica. Per l’evento chiamano Oneila storia di farla succedere a Mina o Irene Grandi, nella ripresa del brano. La canzone pero non poteva rimanere nella sua forma anni 60 come lo dice il gruppo stesso: “In una serata un po’ molesta Jacopo ha cominciato a suonarla con la chitarra e cantarla. Uno strumento alla volta, ci siamo aggiunti e abbiamo deciso di provare a farla a modo nostro. Abbiamo ripreso il ritornello originale e abbiamo aggiunto del testo.

Una chitarra classica introduce “Sudamerica” con un testo ibrido fra Italiano e Spagnolo, servito su una bossa nova ibrida di rumba, che salta da versi un po’ più rapidi, a ritornelli calmi e dettagliati. Il risultato sta piuttosto bene in piedi e propone un momento esotico sulla fine dell’album. La canzone si sfuma sulla lunga vibrazione del piatto Ride.

Ultimo pezzo dell’album “Cosa insisti?” è ancora un testo senza filtro, che posiziona la scelta di appartenere ad un mondo musicale, magari underground ma indipendente o di bruciare in un firmamento breve, nazionale, ma usa e getta. Notevole il ponte musicale alla tastiera, tinto di dubstep leggera e profonda, che frena il tempo, punteggiato di armoniche di chitarra.

Così si conclude il primo album degli “Herr” che confermano dopo il primo mini album, la loro capacita musicale. I testi sono liberi di offendere il conformista o di coinvolgere l’udienza a quale il testo crudo è destinato. Loro sono lì, a fare quello che fanno, tocca te di saltare abbordo o guardare altrove.

- Segnale nel 080, rotta nel 290, distanza 17 miglia, velocita 4 nodi, profondità 050, nuova firma sonar in trattamento. Uno schedato.

- Uno schedato? E chi sarebbe?

Capitolo 187 Herr album Herr

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[…] Seguito recensione Felix Lalù

- Segnale nel 170, rotta nel 090, distanza 22 miglia, velocita 7 nodi, profondità 050, firma sonar degli Herr.

Eh… certo che me le ricordo questi qua. H, E, doppia R. “Love is in the herr” era il titolo della loro demo, un mini album di 5 canzoni e la copertina rappresentava un fungo atomico truccato di abbozzi per darli una faccia umana. Un po’ rap sui bordi, ma suonato veramente, con strumenti veri, un bel groove con ripieno di funk ed ingredienti genuini. Siamo puntati nel 220 a grande profondità e dobbiamo infilarci dietro il rilevamento, senza farci notare. Felicemente, la nostra propulsione magneto-idrodinamica è silenziosa. Ci è piuttosto utile:

- Rotta nel 170, profondità 050. Secondo? una volta nel loro angolo morto, ci porti dietro nel 090, come lei sa fare.

- Aye aye sir!

- Capo? Piu vicini alla superficie mi chieda un dossier sulla rete flash. Per il momento mi tira fuori il precedente rapporto di missione, che ci do un’occhiata.

- Aye, aye sir!

Jenkins? Niente strumentazione per il momento.

- Aye, aye sir!

Succede tutto in poco meno di un’ora. Il secondo ci infila dietro il nostro rilevamento, siamo a profondità 050, il telex della rete flash digerisce un po’ di carta perforata, Jenkins non c’è la fa più ed è pronto a mettere tutta la strumentazione in moto. Io lo trattengo appositamente per farli i dispetti. Il capo centrale e la sua matita gialla si avvicinano.

- Allora la band si compone di Jacopo Cohen alla voce chitarra, Matteo Bertagnolli al basso e seconda voce, Andrea Spellini alla batteria, a quale si è aggiunto un nuovo chitarrista Davide Weber. Il loro studio di registrazione è ancora lo stesso Roccia Records, studio personale. Missaggio, master e tutto il processo di registrazione sono a cura di Giuseppe Sogaro. Le tastiere sono suonate da Luca Gottardi. La copertina è stata fatta dal cantante-chitarrista Jacopo Cohen. Appare una schedata; Oneila sulla registrazione del brano “Estate”. Quattro delle canzoni del mini album sono state registrate di nuovo sull’album: Numeri, Cinico, Mood e Chica, ed eco il dossier sulle prime registrazioni del 2020. L’album è uscito di recente il 29 aprile 2022 e si può sentire gratuitamente sul Tubo ed è disponibile allo scarico su bandcamp. Credo sia tutto.

- Ok… Grazie Capo studieremo le due registrazioni. Scanner, doppler, spettrometro, decoder audio. Cominciamo!

La prima cosa che sorprende nel primo album degli “Herr” è il suono molto naturale della registrazione. Se non fosse per la lettura accurata dei dati dello scanner, avrei pensato che la band avesse suonato dal vivo tutti brani, in 4 o 5 prese e scelta la migliore. Invece, la registrazione è classica perché lo studio di registrazione è piccolo e hanno proceduto nell’ordine classico; prima batteria, poi basso, chitarre, tastiere e voci. I testi sono leggermente crudi. Non da specialmente ricevere il classico timbro del “parental advisory” ma le cose sono dette senza filtro. Alla boscaiola. Dovrei abituarmi al fatto??? A dire la verità non so più, il mio intero organismo è ancora immunizzato dalle medicazioni ricevute dall’ascolto dell’album rap di Felix Lalù.

Buon, magari il testo è alla boscaiola su “Terminazioni”, ma il trio basso, chitarra e batterie tirano allegramente un funk, che incoraggia a muoversi sugli “mereme mereme rema” del ritornello. Il basso prende una parte preponderante sia in questa canzone che in tutte le composizioni. E devo dire che ho un debole per lo strumento. La chitarra rimane ritmica e si campa negli alti per la gran maggior parte, non solo del brano, ma del disco.

“Numeri” accoglie un’altra chitarra, che sostituisce la tastiera presente sulla prima versione demo. La dizione di Jacopo sembra molto più precisa e sicura nel modo di addebitare le sedicesime e le ottave del ritornello, come sillabe prodotte da un macchinario programmato per questo lavoro mentre la chitarra solista fa lunghezze in secondo piano. In due parole: la precisione e la dizione nella pronuncia c’è!

La batteria di “Ti serve”, un single che ha annunciato l’album all’inizio di aprile 2022, tempera il ritmo e scala di due marce la velocita del brano. Cosa chiedere di più quando una bella introduzione è fatta al basso? Una bella batteria dettaglia il suo gioco riempiendo tutti spazi dalla sua presenza, con la tecnica della nota fantasma, chiamata “ghost note” nel gergo batteristico. Il nostro mondo consumeristico è presente a tutti piani e c’è sempre qualcosa di nuovo da comprare, ma “serve solo se serve a chi te lo vende” semplicemente perché quello che te lo vende è costretto a fare numerinumerinumerinumeri…

Questo tipo di “Chica” non si accendono per niente, si consumano ancora di meno e non puoi spegnerle, sarebbe piuttosto la traduzione spagnola di ragazza. Di quelle davanti quale ti ritrovi disarmato, senza storie da raccontare e che hanno sempre qualcosa da rispondere, con la loro lingua affilata come una spada da samurai. Per lo meno la band al completo si sfoga di “Hey!” quattro volte a battuta durante la registrazione, storia di sollevare il ritmo.

“Se andava bene” arriva a meta album con accenti rock molto più pronunciati. Magari la cadenza leggermente più lenta dava la possibilità di considerare un angolo più grintoso, per incollare al testo che relata le erranze maschile dopo l’interruzione ardua di una relazione. Quello che aggancia veramente in questo brano è il testo del ritornello: “Se andava bene allora com'è che Mi sveglio la notte con la faccia sul parquet E nel mio letto solo lame Gillette Tipe sempre più strane accanto a me” la metrica stampa il testo in mente. Inutile resistere, hanno messo tutti ingredienti appositamente lì dentro, a questo scopo.

Scaliamo di una marcia per la musica di “Cinico”: facciamo nel groove ponderato. Ma non per il testo del ritornello, che sembra camminare sulla punta dei piedi, su un letto di ceneri ancora calde. Arriva la tastiera per vestire caldamente i versi e accessoriare elegantemente i ritornelli. La prima versione nella demo di due anni fa aveva un suono più chiaro e alto, con un basso più profondo. Ma la nuova registrazione di tutto l’album da un’omogeneità più lineare all’insieme. Jacopo si concentra su suoi vocali mentre le due chitarre della registrazione originale sono sostituite dalla chitarra di Davide Weber e dalla tastiera di Luca Gottardi, che arrotonda gli angoli. Ma non dici mai ridici su! 

La nuova versione di “Mood” accoglie l’esercito al completo armato di due chitarre più tastiera per spingere in un modo completo, ma leggero e ordinato, il testo il più lungo dell’album. Non torturatevi i neuroni; l’introduzione è in inglese ed invita all’esplorazione più accurata del mondo botanico e delle miriadi di specie di piante. Di mezzo, una medicazione per il cambio di umore, o “mood” come il titolo della canzone, ci potrebbe essere. Ancora un ritornello che aggancia l’orecchia, fa girare la testa, un altro ritornello che ritiene l’attenzione…

Alla mia più grande sorpresa scopro, grazie a Max Bortolameotti di Rockabout Radio.it che “Estate” è un classico del classico, in Italia. Dai, ridete di me solo se potete nominarmi un classico francese di questa importanza. Comunque la canzone di Bruno Martino e Bruno Brighetti è stata ripresa da un esercito di artisti Italiani e gli Herr sono gli ultimi nella lista cronologica. Per l’evento chiamano Oneila storia di farla succedere a Mina o Irene Grandi, nella ripresa del brano. La canzone pero non poteva rimanere nella sua forma anni 60 come lo dice il gruppo stesso: “In una serata un po’ molesta Jacopo ha cominciato a suonarla con la chitarra e cantarla. Uno strumento alla volta, ci siamo aggiunti e abbiamo deciso di provare a farla a modo nostro. Abbiamo ripreso il ritornello originale e abbiamo aggiunto del testo.

Una chitarra classica introduce “Sudamerica” con un testo ibrido fra Italiano e Spagnolo, servito su una bossa nova ibrida di rumba, che salta da versi un po’ più rapidi, a ritornelli calmi e dettagliati. Il risultato sta piuttosto bene in piedi e propone un momento esotico sulla fine dell’album. La canzone si sfuma sulla lunga vibrazione del piatto Ride.

Ultimo pezzo dell’album “Cosa insisti?” è ancora un testo senza filtro, che posiziona la scelta di appartenere ad un mondo musicale, magari underground ma indipendente o di bruciare in un firmamento breve, nazionale, ma usa e getta. Notevole il ponte musicale alla tastiera, tinto di dubstep leggera e profonda, che frena il tempo, punteggiato di armoniche di chitarra.

Così si conclude il primo album degli “Herr” che confermano dopo il primo mini album, la loro capacita musicale. I testi sono liberi di offendere il conformista o di coinvolgere l’udienza a quale il testo crudo è destinato. Loro sono lì, a fare quello che fanno, tocca te di saltare abbordo o guardare altrove.

- Segnale nel 080, rotta nel 290, distanza 17 miglia, velocita 4 nodi, profondità 050, nuova firma sonar in trattamento. Uno schedato.

- Uno schedato? E chi sarebbe?

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