Capitolo 163 MSXT album Death is near
[…] seguito recensione De Due Duo/Patrick
Beh al meno la domanda “Mi sto chiedendo cosa si potrebbe scovare in zona…” non rimane troppo allungo in sospeso.
- Segnale! Nel 360, rotta nel 359, distanza 17 miglia, velocita 5 nodi, profondità 220…
- Sta andando via da noi, sta grattando il fondo?
- Fondo 230, fango e sabbia, risponde il secondo.
- Rotta nel 359, profondità 200. Jones, Firma sonar?
- MSXT un progetto di Max Monsignori, Capitan.
- Capo Centrale, mi faccia una richiesta di file sulla rete Flash prima che siamo troppo profondi. Secondo, ci infila nella sua scia, distanza minima 15 miglia.
- Aye aye Sir!
Monsignori non è un nome sconosciuto. Per chi si avventura sulla pagina Musicisti in Trentino si può ricordare di suoi interventi decisi, taglienti e senza appello. Poi torna a galla il ricordo del suo passaggio su Balcony TV con una chitarra acustica. Il telex rilascia pochi fogli prima che arriviamo nell’oscurità del fondo mare. Eco il Capo centrale provvisto di blocchetto e di matita gialla:
- Sembra che il nostro cliente è un residente Londinese… Sembra provenire del Dedalum two project un’entità scura e pesante con chitarre soffocate. Il nostro rilevamento è del 2017 e porta il nome gioioso di “the Death is near”, registrazione a cura di Cristiano Lo Mele, lo studio è sito a Collegno Provincia di Torino, alla batteria Valter Piatesi, il mix e mastering è stato curato da Eugenio Mazzetto. Prodotto Katia D'Agostino. Possiede un Canale tubo, poi uno su Soundcloud e propone anche Soundcloud acoustic delle stesse tracce. “Death is near” è gratuito su Google drive da dove si può scaricare l’EP. Tutto li.
- Scanner, doppler, spettrometro, decoder audio! Cominciamo!
Sembra che ci avventuriamo verso un rock, non tanto pesante, ma reso grezzo e aspro da un suono di chitarra distorto, compreso e soffocato, francamente campato nella parte bassa dello spettro auditivo. Sembra provenire della stanza accanto. Il basso li si affianca e questa massa rugosa è qua per essere il motore dell’album.
“Strains” ne è la dimostrazione pura. La massa chitarra-basso diventa la singolarità enorme che rappresenta la quantità nera intorno a quale la batteria gravita. La voce, stranamente, sorvola il tutto a distanza, con armonie soddisfacenti, particolarmente nel ritornello, il blob compatto e scuro che l’insieme Basso-chitarra rappresenta. Belli interventi della batteria di Valter Piatesi nell’ultimo ritornello.
“Gioni’s Mind” parte con lo stesso rombo alla consistenza aggressiva e sincopata, ma è leggermente sollevato da una chitarra al suono chiaro, rialzato di una leggera riverberazione durante i versi. Il pezzo si frantuma intorno a parole “Stop” o cambi di strutture. Il finale, preceduto dalla frase “Is he blessed with a gift from above or below?” corre verso la fine del brano a passo raddoppiato.
“Sour silence” comincia con un breve tiro di sbarramento di pochi secondi per lasciare il posto ad una chitarra folk che schiarisce gradevolmente l’orizzonte, nostro umore, e sembra creare un cielo chiaro e sereno nell’esiguo volume del nostro sottomarino. Il pezzo è il più pop del EP con suoni di chitarre elettriche nude e cori che umanizzano l’atmosfera del EP.
“The kick in the ass song” è un patchwork di passaggi a vari ritmi, vari contrasti, fra le sonorità chiare dell’introduzione e il gran ritorno della singolarità sonora del Basso-chitarra. Contrasto anche fra stacchi isterici (a 1.35 o ancora 2.36) e il corpo principale del brano. Sicuramente Londra dovrebbe reagire verso certe frasi come “When it happens something right, it's when I'm looking at its inside” tutto come il Trentino reagisce alle mie recensioni.
“Mass criticism” è la traccia la più lunga dell’album con quasi sei minuti e inizia tranquillamente intorno ad un sotto fondo di tastiere, ma offre allungo il suo sviluppo una struttura eteroclita di passaggi calmi e di muri di suoni gonfiati e grezzi. Le parole sono depositate su un fondo musicale calmissimo e romantico. Mentre gli intervalli sono arruffati e compatti, sempre intorno alla singolarità basso/chitarra. Al terzo minuto un assolo di chitarra apre una breve sosta, posta come ponte musicale “wake up, wake up” prima di dirigerci verso un lungo finale che riprende il ritornello e che sfuma la traccia su un duo di chitarre.
Msxt propone un Rock destrutturato e non lineare, sembra pescare qualche idee nel Prog, con sonorità che fanno un passo verso il Drone metal, con questa massa addensata chitarra-basso, che devora una grossa parte di certi pezzi. E uno stile che si intercala fra vari generi.
- Concludiamo li, Rotta verso la Base Nibraforbe, Secondo, li lascio il centrale, ci riporta progressivamente verso la superficie. Jones, segnalare solo i rilevamenti intorno alla nostra strada di ritorno. Mi ritiro in Cabina.
- Aye, aye, sir!
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