Capitolo 113 Candirù raccolta Miscela e album Intemperie
[seguito recensione N.A.N.O.]
Rimaniamo belli silenziosi, abbordo il Wyznoscafo che Candirù ci passera fra un po’ a babordo vicinissimo, e leggermente di sopra.
- Distanza minima? chiedo in giro.
- 0.8 miglia, risponde il secondo estraendo il risultato dal computer del bordo.
- Dai che cominciamo. Jones… Un occhio all’interferometro, voglio sapere se cambia traiettoria al secondo in quale succede…
- Aye aye sir…
- Capo centrale, del nuovo a mettere nel file di Iacopo?
- Un album e una raccolta.
- Raccolta prima.
- E una serie di single che sono stati rilasciati, dal 2016 in poi: Calliope, segue Pece nel 2017. Minerva nel 2018 insieme a Bucaneve che viene rilasciato alla fine de 2018. La ciliegia in cima alla torta e Nessuno mi ama off line che viene composto appositamente per la raccolta. Abbiamo tutto in archivio. La copertina è nostalgica, con propulsione a due tempi, e sembra sparire dietro l’angolo in una nuvoletta di fumo blu...
“Calliope” è da lontano la canzone la più semplice e la più toccante di tutta la raccolta, due chitarre, due voci e sempre la costante che ritroveremo attraverso tutte le canzoni di Iacopo: dei testi fatti di oreficeria verbale, incastrate l’une dentro le altre come pezzi di Tetris, immagini sfuse, speso ermetiche, magicamente allegoriche, sempre belle. Calliope… “Fai che si svegli da me…” per favore.
La più bella introduzione degli ultimi cinque anni si trova su “Pece”… Leggera, alta e invitante a dondolare sul tempo. Lontano di essere appiccicosa come l’estratto vegetale, la canzone si veste di un’orchestrazione elettrica e di un video inspirato da “Karate Kid”, con un comparso favoloso nel ruolo dell’allenatore… video pieno di letture da fare fra le righe…
“Minerva” segue del suo tempo più ponderato, su un’orchestrazione più consistente e dal suo spessore misurabile nel crescendo del ritornello. “Qui ci si raziona l’aria” anche al rischio di “bruciare più velocemente pur di assaggiare il vento”. Quindi smettila di “minervare”.
“Bucaneve” rappresenta la collaborazione con due altri artisti: Uno regionale; Giovenale. l’altro veneto (credo); Dodicianni che ha passato un’estate al mare con Francesco Camin. Si è sussurrato due anni fa in un’intervista che Dodicianni voleva collaborare con Candirù. Prima di tutto vorrei stipolare qui, senza altra forma di processo, e incidere nel marmo, la mia voglia di sentire un giorno un Album intero fatto da quei tre assieme. Per vedere un trio interagire per la bellezza e la poesia dei suoni. Solo a sentire cosa e stato fatto qui, per un croco che teme di uscire dal prato un giorno di grandine, mi sento confidente che l’interazione che genera “Come Robin di Locksley” e “Bucaneve” è capace di creare oceani celesti.
“Nessuno Mi ama offline” score accanto a percussioni e tastiere in un gioiello pop. “C’e una rete distesa fra noi” illustra la distanza creata da un utensile per ravvicinare le persone… Pozzo, finestre, tavole… vero che con il cellulare che ho (Nokia vintage 2006, tasti plastica) trovo difficile di parlare a umani disponibili… che mi circondano.
Questa “Miscela” rimane quindi una bella collezione di canzoni radunate, per chi vuole inserire la K7 in un apparecchio ancora più vintage che il mio telefono. Qualcosa da non mancare. Solo per l’oggetto.
L’album “Intemperie” comincia sul rombo armonico di un basso o il rumore di fondo di un lettore di K7, magari una punta su un vinile. Il rombo rimane presente fino al ritornello. “Da terra” e una traccia corta, sotto i due minuti. Cresce in intensità pero, partendo da una scorta di strumenti che vengono aggregarsi progressivamente intorno al piano forte suonato in modo scolastico. Il solco dell’aratro incide la sua ferita nelle decisioni…
“Ambra fossile” è un bel pezzo gioioso allegro e leggero rialzato da frasi briose e breve di piano forte. Il ritmo rock ballante che entra in scena prima del ritornello, campa quasi sul twist again… “un modo come un altro di dare un valore a “L’aria che non hai…”
“Maestro del tè” è la canzone la più sorprendente di tutto l’opus; la più moderna nella cadenza del canto, la più inaspettata dalla parte di Candirù… sembra influenzata, nella tessitura dei versi, da canzoni moderne sentite in radio. La chitarra elettrica che sostiene il ritornello e il secondo verso interviene con tempismo… la bella sorpresa prodotta da questa canzone fa di “Maestro del te” la mia traccia preferita su “intemperie”
“Dodicidiecimi” è un testo che score fluido che cammina acanto a un piano forte dritto, che cammina sulla stessa melodia del canto, su un ritmo jazz. E una canzone magica che sa aprirsi nel suo finale in un loop ipnotico, una progressione al piano invaso di cori eteri. Bellissimo. E lode. E di più.
Una nota ripetuta su un piano, ci invita fuori con un almanacco delle stelle sotto il braccio per identificare Scheddar, Cih, Caph, Segin e Ruchbah che formano un doppia vu storto nel cielo d’estate. O ancora perdersi nell’arco baleno di una cartolina, finestra immensa, nel cubicolo del posto di lavoro. Sono vie di scampo per la mente. “Siamo io e te su un’piede solo posso appoggiarmi a te?” Un'altra canzone arrangiata più che bene.
“Charlie Gaul” e una canzone che parla a tutti Bondoneri, per la gara che, in giugno 1956, vede fioccare abbondantemente sul Bondone e creare un disastro nella classifica del giro di quell’anno, con solo 20 concorrenti a finire la tappa… Sembra essere un giornalista sportivo, a parlare in un microfono d’epoca, per creare l’atmosfera in bianco e nero, per salutare l’incredibile performance del Lussemburghese. “Solo il vento che mi grida in faccia e le dita blue” “Toccherò il traguardo ovunque sia” … Per l’aneddoto: sono Io che dall’ufficio di Lino Nicolussi, chiamo la moglie di Charlie Gaul, per annunciarli nel 2004, che la strada Trento-Vason venisse battezzata al suo Nome, dal suo vivo. Charlie muori nel 2005 in dicembre…
“Criptonita” parla di eroi di tutti giorni, quelli che devono lottare per mantener la testa dritta. Fulmini e siccità a chi si ostina a toglierli i poteri seminando Criptonita… Economia, religione, politica, recessione, amministrazione, burocrazia, vicini, conoscenze, compaesani… Ostacoli costanti della vita odierna. Gli eroi di oggi sono poco numerosi, ma esistono veramente.
Il bello percorso di Iacopo da “Junow”, “Wooden collettive” si prolunga nel terzo album del pesciolino.
A quel punto io tornerei dritto verso la base Nibraforbe a sonar spento per ricordarmi il colore del cielo….
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