Capitolo 92 Waira EP Under a black hat

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[…] seguito recensione “Tins”

Mi giro verso l’operatore sonar:

- Jones? Quante donne ci vengono addosso al momento?

- Due Capitan…

- E qual è la più vicina???

- Erhm… cioè…. Si… ci viene addosso Waira, ma…

- Ma che cosa? Jones??? Chiedo impaziente.

- Credo sia alta altesina… è fuori giurisdizione…

- E sempre diretta qua?

- Si, sempre nel 182, leggero cambio rotta nel 357, profondità 010, distanza 15 miglia, velocita 07 nodi… ha accelerato leggermente: due segnali un EP e un Single tre tracce… 2016…

- Abbiamo tempo di trattare l’argomento prima di Persefone? Chiedo con la voglia di avventurarmi oltre la nostra giurisdizione… L’ammiraglio Martina Tosi ci sgriderà sicuramente, ma poco importa.

- Persefone nel 091, leggero cambio rotta nel 270, profondità 040, distanza 28 miglia, velocita sempre 12 nodi. Sarà a nostra verticale fra 2 ore e mezza.

Il capo centrale generalmente fortissimo a distillare informazioni su nostri rilevamenti rimane evasivo sul contenuto della sua ricerca:

- Beh stranamente, Waira ha un punto comune con I Tins: a l’epoca dove era con “Viva Record” una sua canzone “Nothing to lose” è finta nella colonna sonora di un altro film dal titolo “Moda mia”. È arrivata due volte in finale del concorso Upload . Ha fatto un bel Balcony TV con Jenny. Ha un canale sul tubo in quale mette canzone sue e cover. “Under a black hat” è il suo primo EP e data del 2016. Il capello nero diventa il suo segno distintivo e appare con lei sul palco e nei video. L’intel rimane muto sui dettagli dell’Anagrafe. Non sappiamo ancora come si chiama veramente e neanche da dove viene precisamente…

- Torna a sollecitare l’Intel! Voglio più dettagli! Spettrometro, scanner e decoder Audio sul rilevamento. Cominciamo!

Per essere chiaro Waira non ha una voce solida e determinata. Gioca piuttosto sul lato fragile della sua capacita a cantare.  Fra Jane Birkin in Francia e Dona Lewis nel Galles esempi di carriere costruite con capacita vocale simili esistono, poi non li chiediamo neanche di spaccare un bicchiere di cristallo a tre metri. Le sue composizioni sono melodicamente equilibrate, Waira compone naturalmente le sue canzoni.

“Nothing to lose” rifletta questo fatto. L’EP è tutto in inglese. L’orchestrazione dietro la sua linea di chitarra non è invasiva, e rimane un sostegno discreto. Solo una chitarra elettrica fa maglia negli spazi liberi lasciati dal canto.

C’è un po’ più di spessore nell’orchestrazione di “Wrong way” un piano forte e archi rilegano la chitarra folk in secondo piano: appare leggermente al primo ritornello e prosegue quasi dietro le quinte per il resto della canzone. Anche la batteria appare solo a 2.40 per un corto momento. “Wrong way” è un leggero crescendo di leggera altitudine, ma di lunga amplitudine.

“Don’t Cry” e il suo arpeggio di chitarra si distacca del resto del EP rimanendo una traccia spogliata per la maggiore parte della sua durata.  L’atmosfera è diversa: il secondo verso decolla appena con l’aggiunzione di un coro quasi impercettibile. Ancora qui al secondo minuto un’orchestrazione leggera e dosata solleva lievemente il ponte musicale per depositarlo delicatamente verso la conclusione. Facciamo nella dentelle. C’è qualcuno di serio dietro gli arrangiamenti e nel loro dosaggio.

House of cards” si presenta con cori più consistenti, e leggermente staccati dalla tenda trasparente dell’orchestrazione: La totalità del EP è calibrato per sostenere con parsimonia la voce e la chitarra di Waira senza invadere il primo piano. Can I jusk take off your mask?” chiede timidamente, “I don’t beleive you’re so empty like you seem to be, now” …

Rain” e il suo video live in mezzo ad una rovina industriale abbandonata, conclude l’EP. Una seconda chitarra e percussioni leggere si nascondono dietro l’interpretazione principale. Il capo centrale torna dal telex che ci connette via rette flash a L’intel:

- E di Bolzano! E di Bolzano… ho anche info sulla registrazione: è stata affidata a soltanto due produttori arrangiatori: Mattia Mariotti e Marco Facchin, ed è un certo Martin Guadagnini che si è incaricato del remix di “Don’t cry” …

- Grazie, capo centrale. Puntiamo la strumentazione sul single adesso.

 

La prima traccia è la registrazione classica della canzone. Il “Radio remix” è piuttosto piacevole nel suo modo di mettere alla moda la canzone e rappresenta quasi il processo utilizzato per “Enjoy the silence” dei “Dépêche Mode” includendo un miracoloso ritmo ballante nella canzone per ottenere il famoso successo. Un ritmo invitante aggancia l’attenzione. Magico il snap di ditta amplificato dall’eco per dare il via a l’interpretazione. La voce sembra più presente che nella versione EP, una riverberazione puntuale e precisa finisce di metterla in evidenza, l’effetto telefonato finale su “The day was just not right” rappresenta la ciliegia sulla torta. Stupendo lavoro.

L’ “Extended remix”, con un accento più portato sulla grossa cassa, sembra più destinato a l’uso dei DJ con quattro Bar iniziale e finale necessarie al mixaggio del pezzo che si estende senza fatica e senza noia fino a 4.30 minuti. Ancora qui la canzone sembra visualizzata sotto un altro angolo, più nella tendenza attuale, verso un pubblico giovane.

Waira dimostra più una capacita di compositore e di melodista, che di vocalista. La sua determinazione a proseguire allungo la sua strada e di farsi conoscere, attraverso concorsi e tutte le opportunità possibili, evidenza la sua convinzione artistica. Al meno il risultato di affidare le sue composizioni a due visioni diverse, mette a portata del grande pubblico, due versioni del suo lavoro.

Il Wyznoscafo riposa ancora sul fondo, lasciamo l’ultimo rilevamento avvicinarsi a portata di strumentazione e speriamo trovare la Base Nibraforbe dopo avere trattato con cura il prossimo rilevamento.

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