Capitolo 33 A L'opera di Amanda EP 2015 e album Chimere

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Jones al sonar già si agita. Sembra che c’è attività sopra di noi….

- Sono tutti due qua, sopra di noi capitan, nel 260 a una mezza miglia! Esclama Jones.

- Ferma propulsione, riempire gli ballasti, risaliamo silenziosamente sull’obiettivo.

Il secondo ritrasmette gli ordini, mentre mi chiedo perché questi due gruppi si tengono così vicino alla superficie. "Avison magazine" e "Rock.it" son già passati prima di noi sul caso del "Opera di Amanda" e il capo centrale mi porta un distillato, del punto di vista professionale, delle due testate editoriali. Chiamo il secondo per aggiungersi al capo centrale affine di consulenza:

- Beh visibilmente Fabrizio il batterista raccoglie l'attenzione generale... nota il capo centrale.

- Non abbiamo mai seguito le tracce di nessuno per concludere le nostre missioni. Affermo.

- Focalizziamoci sulla bassista allora? Suggerisce il secondo.

- Dai, fem. Jones????

- Comandi!

- Trovami perché sono così vicino a Mondo Frowno. Scanner in stand by, iniziamo subito.

Il primo lancio del trio si effettua con "Chain reaction", una band in quale ritroviamo il solido binomio Simone Gottardi - Caterina de Giovanelli con un certo Alessandro Petri alla batteria, sostituito tutt'ora nel "Opera di Amanda" dal virtuoso Fabrizio Lettieri. Niente registrazioni nel dossier del Intel su quel trio ma le foto dimostrano che hanno iniziato giovani. Primo rilevamento e un EP di Tre tracce dell’inizio 2015.

"A l'angolo" potrebbe anche contenere la lista degli ingredienti utilizzati per definire l'essenza del Gruppo: Scrittura pensata, lavorata e non lineare, contrattempi, ritmi e riff di chitarra sincopati che esplorano vie fuori dal comune, voce media alta, forzata e urlata su certe tracce dell’album, testi con contenuto maturo, basso solido, cori puntuali e giusti, per definire questo rock quasi progressista. Mi ricordano un po’ I Matleys nel modo di fare. Ma utilizzano una proporzione quasi "Pink Floydesca" nel modo di dosare le quantità di testo e di musica. Poi lasciano il contenuto di ogni traccia esprimersi al meglio, senza guardare troppo se il formato della canzone entrerà nelle scatoline di taglie "radiofoniche" predefinite. Siamo intorno a 4 generosi minuti per canzone ed e per lo meglio.

Odore di Dylan Dog con l'inizio del EP: "Varco", "Nulla", "Ignoto" sono parole del testo introdotte dal un suono di basso al rovescio. La traccia sa negoziare passaggi calmi e aerati con riffs rock di bella fattura. Le due voci si combinano molto bene sopra il telo sincopato della struttura. Il tipo di traccia che sei fiero di firmare.

Dopo avere agganciato la nostra attenzione in questo modo, "Alone" conferma che una traccia miracolosa non è stata prodotta a caso, e che non sarà da sola su un album 'medio'. Si riparte per un altro giro di giostra, ma in inglese questa volta: La capacita di scrittura e di lavoro dopo scrittura esplode al giorno su questa canzone. La chitarra parla al modo di Rush su questo rock angoloso, e il canto a due voci su tutta la canzone finisce di confermare che siamo davanti a un trio di bello spessore, e che non fa le cose a meta.

"Inside" e costruito singolarmente con una bella introduzione di 2:20 prima di calarsi su un tempo medio lento, ammorbidito da un bel tappetto di cori plananti. Un altro minuto di musica, scorta questa notevole traccia verso l'inchiodata finale, ripetuta due volte, per fare buona misura. Un EP che ha il merito di rimettere gli orologi a l'ora giusta e che da voglia di aspettare nuovi lavori con una curiosità affilata.

"Chimere" non ci lascia bollire troppo allungo su un angolo di stufa. Il Molin de Portegnach ingoia il trio per delle sessioni primaverile, spolverate di fioccate tardive. "Profumo" inizia con una batteria che afferma un album Rock. La voce di Simone sembra scivolare su un ponte di silenzio e dimostra creatività e tecnicità per sfornare un colpo maestrale del genere. Bel break verso i 3:20 per concludere la traccia musicalmente.

"Logopatia" passa da riffs mordenti a spiagge di calma. È condito di un bel basso rotondo e campato solidamente giù nelle sub frequenze. Da 2:40 la parte strumentale finale dà agli tre membri l'opportunità di sfogarsi al meglio, ogni uno a chiodo sul proprio strumento, per portare questo pezzo con forza e potenza verso la sua conclusione. Un capo lavoro.

Incrociamo le "Chimere in fondo al mare" quasi quotidianamente anche noi, ed abbiamo in comune il fatto di non "ancorarsi ai ricordi, alienarsi nei sogni, non fa per noi, un momento è tutto ciò che ci è concesso" anche qua si fa sul serio. Leggera, la partitura di basso e chitarra sopra i versi, quasi per lasciare il metronomo della batteria tracciare il cammino. Decollo elettrico nei ritornelli per scivolare naturalmente verso un ponte musicale più calmo: Oreficeria.

Leggera referenza a Gustave Flaubert e "Madame Bovary" su questo rock potente punteggiato di spiagge calme, che accentuano la teatralità drammatica del testo. Tutto come "Alchimia" sul loro "Muff clock" appare una voce femminile che da una ricetta fantascientifica di una bevanda velenosa: "In ogni gallone di vino di Sambuco mettete un cucchiaio di arsenico, aggiungere un cucchiaino da caffè di stricnina, la puntina di cianuro, mescolare bene, lasciate depositare e filtrare".

Vuoi na cannuccia???

La voce calma e posata di Simone apre "L'efflusso" per arruffarsi sui ritornelli e nei passaggi dove il testo lo richiede. Bellissimo suono di basso crudo e senza fronzoli, pieno di vibrazioni parassite di corda, una buona scelta al mio parere.

Superiamo i 5 minuti per "Caos nel silenzio" che rimane la traccia più lunga dell’album. Il tipo di canzone che richiede questo sviluppo. Storia di rimanere "Fedeli a l'oscurità".  Leggero gusto di (Way out of here) degli "Porcupine tree" nel riff del ponte musicale a 3:35 che conclude questo album importante nel migliore dei modi: Una cacofonia intensa e disordinata sottolinea l'ordine, la virtuosità, l'ingenuità e la creatività incrociata prima, sia nel EP che nel album "Chimera” Punto comune (e magari non l'unico) con Mondo Frowno e che meritano di giocare nel Girone A della musica Italiana di oggi.

Peccato che l'attenzione nazionale sia principalmente portata verso la produzione surgelata di creazione robotiche sostenute da trasmissioni televisive. Il principio dell’eliminazione viene trascritto in tutte le discipline a fine di farne "un altro" show televisivo: cucina, ceramica, affari, etc... Ci insegnano a non più guardare quello che cade, quello che perde, quello che esce, come nessuno ti guarderà quando sarà il tuo turno di uscire, di perdere il lavoro, di essere venduto.

L'Umanità è in mani disumane.

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