Capitolo 64 Saccarine album “Emotional workbook”

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- Beh, adesso non son bene cosa fare... Andiamo alla base Nibraforbe? Torniamo da farsi incantare dalle sirene? O rimaniamo sott’acqua per trovare “Saccarine” da qualche banda o gli “Horrible snack” ad Arco???? Eh Jenkins…. cosa diset?

Jenkins sembra esitare un attimino, ma ci sta pensando, e si vede... Dopo un po’ si avventura:

- Beh, se lei mi chiede Capitan, io andrei su Saccarine, già uno, perché è Lo Fi e che non ne abbiamo mai fatto, e due perché l’equipaggio tema che la profezia si realizza di nuovo e che dopo una visita ai Fratelli Omezzolli, il gavitello delle Giudicarie si mettesse ad impazzire di nuovo: Sia Geisterchor o Silent Carrion, hanno tutti la fifa di tornar a pascolare su questi prati neri, se lei vede quello che voglio dire...

- Brao Jenkins... fem cosi, allora!

- Jones? Trovami un rilevamento per Saccarine. Capo centrale, “Baldinazzo, Luca” tirami fuori il dossier!

- Aye aye sir!

Mentre il capo centrale sta raccogliendo dati, come solo lui sa fare, devo ammettere che Luca mi pone un problema di coscienza. Ho già leggermente graffiato, nel passato, certi gruppi Trentini che hanno proposto registrazioni di simile consistenza a quello che “Love gang”, “Terror twilight”, o anche “Twilight kid” (dopo il cambio di nome) e adesso “Saccarine”, hanno proposto durante il loro percorso. Ma mi ricordo anche avere messo in evidenza durante missioni del passato, che anche se la performance strumentale sia un po’ maldestra, ci si può accentuare di più altre sensazioni come la tenerezza o il romanticismo se, al meno, l’atmosfera generale delle canzoni ti fa girare la testa, ritiene la tua attenzione, senza potere bene capire il perché. Proprio quello che quel animale di Baldinazzo sta facendo quasi ogni volta. Ecco! Non è forte in musica è fortissimo in atmosfere... Punto. Tocca me adesso spiegare quel pasticcio: Visto da qui, tutti gruppetti che hanno girato intorno alla personalità di Luca Baldinazzo sembrano degli hyper principianti. Il batterista si trova da l’altra parte della galassia da Neil Peart, la chitarra solista è a tre anni luce di Satrianni, la bassista non sa chi sono, né Geddy Lee, né Les Claypool, il cantante non è Chris Cornell, poi c’è anche una sega musicale di mezzo.... Ma poi, chi siamo noi, a impedirli di suonare, con il loro livello proprio, nel nostro mondo libero??? Senza contare che Luca segue tutta un’ondata di band statunitense che registrano canzoni più sbilenche delle mie recensioni: Rainer Maria” che se ne frega di cantare fuori del accordo come in “Planetary” o “Broken radio”. Coltiva l’ approssimazione calcolata dei “Pavement”, o dei “Guided by voices”, segue appassionato, gli album di “Neutral milk hotel” di quale ha tirato fuori il suo “King of carrot Flowers”, si inspira del canto di “Built to spill” nella struttura delle melodie... Ecco le sue influenze, quindi dobbiamo accettare che gruppi Italiani trovano un modo di espressione in questo genere di suono. Lo-fi-shoe-gaze-sbilenco-che-ne-so? Pero tu, sei pronto???

- Capo centrale, lei è pronto?

- Mi son pitost un pe dentro, un pe fora... Pero, ecco cosa abbiamo: Love gang: Luca Baldinazzo: chitarra, voce e lacrimosità, Riccardo Fichera: batteria e competenza, Francesca Stelluti: Basso, stile e glockenspiel, Margherita Ferrari: Sega musicale, voce e mugolii(?), Giordana Rigo chitarra elettrica e téchne(?). Hanno Un Ep di 4 tracce “Non è amore” in quale appare anche una certa Chiara: percussioni, leadership e glamour. Poi quasi gli stessi fanno Terror Twighlight, Francesca Stelluti basso , Bernardo Armani batteria e rilasciano 4 singles disponibili su bandcamp:

- Aspetta capo.... mugolii... téchne... cos’e sta roba??? Si soffia dentro? Si fuma???

- Nessuno lo sa... nanca l’Intel… Dicevo, 4 singles: “Menta” del novembre 2014, “Hide with me” e “King of carrot flowers” del Dicembre dello stesso anno, poi “Bunk bed” nel gennaio 2015. Poi sicuramente stanchi di essere preso per un gruppo di Death Metal, che sacrifica animaletti su un altare pagano in fondo al giardino, prendono il nome di “Twilight kid”. Due membri della band si staccano per formare “Botcha Panotcha”... Saccarine è attualmente solo Bernardo Armanni e Luca Baldinazzo che si sono registrati l’album ogni uno a casa sua, con il materiale a disposizione.

Jones interviene al momento giusto:

- Segnale! Saccarine nel 240, rotta nel 023, velocità 5 nodi, profondità 015.

- Secondo li lascio la manovra. Calateci de drio che cominciamo. Solo scanner e decoder audio...

L’album “Emotional workbook” arriva con una consistenza più affermata che le precedenti composizioni rilasciate su bandcamp... Diciamo che erravano ancora più “artigianali” di quello che gli Ome brothers hanno rilasciato prima della loro maggiorità. Tutto “Terror twilight” può almeno essere ascoltato a volume minimo, su l’autostrada, a chiodo, con le finestre aperte. “Non è Amore” rimane tenero nel suo contenuto, poi la sega musicale dà un giro buffo a tutto l’EP. “Addomesticare Montagne” suonato su Balcony TV crea la diversione nella scelta della lingua in quale scrivere o comporre canzoni: Con Luca siamo sempre ad un bivio.

“Glowing eyes” apre l’album in due parti, con l’eterna sega musicale che sentiamo ancora una volta. L’influenza della lo-fi statunitense è palpabile in tutto l’album e armonie fra il canto (un po’ più solido ma non-troppo) si inseriscono fra la voce raddoppiata e le chitarre, ed è il punto forte di questo opus. Ci si respira della pop a tutti livelli. Una buona parte del grossolano originale sparisce con questo album, ma non del tutto, se no non sarebbe “clumsy enough” o “abbastanza maldestro” per chiamarsi “Saccarine”. Mi sto chiedendo se è stato tutto lasciato cosi appositamente, come un’impronta digitale, una firma genetica, un tratto di carattere. Comunque l’album intero rientra molto più in riga, per il piacere di tutti. La ruga dell’uditore, fra le due sopracciglia, rimane molto meno apparente.

“Glowing eyes part2” ci gratifica anche di uno callo di ritmo nella sua parte finale, storia di evidenziare i vocali. A dire la verità, questo pezzo mi piace.

“Privilege” ci riporta verso la sperimentazione di accordi dissonanti nella sua introduzione. Ci sono pero, delle tecniche di giustapposizione del canto che mi ricordano Alanis Morisette certe volte, ma la ruga fra le sopracciglia riappare a 2.25 con un esperimento sonico fuori ritmo, fuori accordo, fuori tutto. Con Luca va di moda.

Nonostante la sua introduzione esitante di batteria “The registry of middle school crushes” rimane la mia traccia preferita dell’album. Qui, Luca conferma di essere forte in atmosfere. Abbiamo un bel pezzo pop che rivela belle armonie, doppio canto dosato e giudizioso e una voce più posata.

“Hide with me” gradisce una spolveratina, di un’esecuzione più accurata e di una registrazione più brillante e sollevata che la versione di 2014. Peccato che la fisarmonica sia sparita in questa versione. Per lo meno la ricetta del coro che svaga intorno alle tonalità del canto principale, funziona bene per amalgamare tutte le sonorità assieme.

“Secret place” ci gratifica di un’altra introduzione esperimentale, per un lento che merita un’attenzione più accurata dell’aspetto repellente della sua introduzione. Il ritornello è costruito molto bene, le chitarre sono dosate e il decrescendo cade sulle spalle come un vestito tagliato su misura: “This place is crowned, it’s going to be my hideaway. I can scream and nobody hears me. I come here whenever I want it. I can scream and nobody hears me”.  Il tutto alla moda sbilenca, ma mi sento a casa fra queste delimitazioni.

Un soggetto caro al mio interesse: la fisica quantistica è il “Emotional quantum entanglement” (due particelle che conservano uno stato, in rapporto a l’altra parte della copia correlata, a qualsiasi distanza, anche da l’altra parte dell’universo). Bella allegoria lirica per descrivere la relazione fra due persone in quello che Einstein descriveva come “Spooky action at a distance”. L’esperienza che ho accumulata oggi mi permette di affermare, secondo la legge del Wyzno, che umanamente solo UNA persona/particella risente questo stato... e scrive canzoni, l’altra se ne frega allegramente.

“Clumsy” inizia con una verità scritta: “Lately I noticed how the words that you speak, they no more harmonize with my strings”. Descrizione introspettiva della dipendenza fragile e maldestra alla relazione sentimentale.

“Bunk bed” accoglie con gioia un’iniezione energetica e un’orchestrazione più accurata, dalla sua versione originale e artigianale del Gennaio 2015. Storia di dare un po’ di spessore e di profondità di campo alla composizione originale. Un’altra buona versione della canzone con l’immancabile sega musicale. Bel finale con l’ossessivo “I forgot how to remember” declinato ad libitum, sotto tutte le forme possibili.

“Psyco” è articolato intorno a frase corte e da una cadenza particolare al canto. La difficoltà di sincronizzare registrazioni fatte a distanza e senza “pista click” di referenza è qui palpabile.  Per questo, molta gente non si preoccuperà di scavare un po’ di più, quello che questo alieno di Baldinazzo ci propone. Ci vuole spesso volontà per non togliere le cuffie, ma è come entrare nell’acqua fredda di un lago di montagna. Una volta dentro si sta bene. O quasi.

Secondo me fuori dal binomio che ha registrato questo album, Saccarine deve orientarsi verso la scelta di un membro del gruppo, capace di portare dal vivo i cori registrati in questo album, cercando di rispettare le armonie al meglio. Chi si aspetta di trovare qui un album con un anno e mezzo di post produzione, passa il suo cammino, guardano il naso in su, le guglie dentate, che ne balsa sempre la pena. Chi vuole lasciarsi trascinare fuori dal lucido riflettente delle registrazioni sotto microscopio si avventura un po’ più vicino a l’abisso pluridimensionale che Saccarine vuole proporre. Pero attenzione... non è tutto consumabile come musica da supermercato.

- Secondo metta il Wyznoscafo in rotta per la Base Nibraforbe. Ci si torna a casa per rifornimento.

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