Capitolo 78 Rebel Rootz album Impronte
[…] seguito recensione Gabriele Guarnieri
- Secondo, ci organizza un giro di veglia che la maggior parte dell’equipaggio potesse andare a riposare mentre siamo qui fermi sul fondo. E già una lunga missione, continuiamola con gli occhi davanti ai buchi e belli svegli. Dobbiamo economizzarci.
- Aye, aye sir! Prendo il turno se permette…
- Chiamatemi se si muove qualcosa.
Prima di lasciare il centrale, mi giro per dare un’occhiata… Mi sembra che Jones è fermo, la mano sulla cuffia e l’indice sospeso per aria...
Mi sto pensando “Jones, tazi va la, lasciami andare” e vedo ancora, della coda dell’occhio, il suo indice alzato, e l’altra mano che preme leggermente su una delle cuffie, lo sguardo sempre fisso sulla curva sonora che ondeggia sul suo schermo. Deciso ad ignorarlo clamorosamente, mi sto già girando nella stretta corsia di servizio…
- Segnale nel 263! Firma sonar “Rebel rootz”, rotta nel 092, distanza 15 miglia, velocita 12 nodi, profondità 040.
Nettuno stridente! Santa voglia saltami addosso e prendimi selvaggiamente nel cortile. Mi giro deciso per l’esempio, faccio vedere una volontà altissima, nonostante la voglia che ho, di raggiungere la mia cabina e di spaccare un cuscino in due, con la mia testa.
- Doppler, Spettrometro, Scanner in funzione su quel rilevamento, le stiamo aspettando da un bel po’ quelli, eh? Aaaaah, Aaaaaaah!
Sclamo su un tonno entusiasmante, quando vedo il dito di Jones rialzarsi un'altra volta dietro il muro della sua consola.
- Segnale nel 010, non schedato, rotta nel 185, distanza 29 miglia, velocita 12 nodi, profondità 065. Trattamento dati…… “the Rumpled” Irish folk band…
Nello stato di stanchezza in quale mi trovo, li taglierei volentieri il dito, a Jones, pero ecco che lo rialza ancora una volta… Le braccia mi cadono…
- Tasin! Sclama Jones.
Passa una decina di secondi… non capisco… cos’è sta roba? Cerco il Secondo per interrogarlo dallo sguardo, lui mi fa vedere le rughe del suo mento, perché ha la bocca in fero di cavallo, dal dubbio.
- Tasin! C’è un fratello Tasin in ogni gruppo! Conferma Jones.
Ah! Beh! Va meglio… Pensavo avesse beccato un altro segnale!
- Capo centrale, abbiamo un dossier su quei due lì? Chiedo.
- Allora Luca e il Michele Tasin sono gemelli di classe 1990. Sono entrati nella musica all’età di 16 anni in una band di amici chiamata “Black moon”. Mancava un bassista e quindi Luca l’ha scelto come strumento, mentre Michele cantava. Poi hanno suonato nei “Betwin friends” insieme a Francesco Camin, Michele suonava le tastiere. Dopo quel progetto ne hanno creato un altro: i “Dor tuar” (fonetica di “dortoir” in francese) dove Luca suonava il basso, Michele le tastiere. I fratelli Tonini erano alla batteria e chitarra. Nicola Tonini suonava anche nei Rebel nel passato. Da lì, Michele entra nei “Rebel rootz” Luca e stato chiamato nei “the Rumpled”. Il più divertente e che la gente le confonde ancora e sentono complimenti dai fans di una band per l’altra, ormai stufi di chiarire lo scambio di persona, accettano i complimenti senza spiegare…
- Anch’io farei cosi, se una tipa fornita bene venisse a farmi complimenti… e la copertina? L’Intel dice qualcosa sulla copertina? Chiedo, curioso.
- Stavo per dire che è di un certo Cristiano Brunelli, uno specialista locale dell’inchiostro, il disegno rappresenta una radice e l’entrata di un tempio che figura il microcosmo interiore di un individuo. La scala è in ascesa per tracciare l’evoluzione della persona. I cerchi di crescita del tronco sono a forma di labirinto certe volte, ma l’impronta centrale raffigura l’assoluta unicità dell’esistenza di ogni uno. La foglia protesa in alto è la vita, la speranza che resiste nonostante la drammaticità dell'esistenza rappresentata dall'albero reciso, colpito e al contempo umanizzato da quell'impronta che ne fa soggetto degno di empatia e di rispetto.
- Ustia! Dico affascinato.
- Eh sì! Ero molto buono nel simbolismo a scuola… conclude il Capo centrale. Poi ho fatto un corso di boscaiolo, poi lucidatore di palazzi e in fine di sotto mariniere. Ed eccomi.
- Beati noi di averla abbordo… Strumentazione! Cominciamo!
Cosa rimane dal reggae Trentino, in fondo? I Guanabana, rappresentante di un reggae tradizionale, si sono sciolti. Babamandub nonostante capo lavori come “La tua pelle” e due album di grande qualità non danno più segnali. Anansi si avventura un po’ verso il blues e ha tagliato suoi dreadlocks. Il reggae si sente ancora un po’ nelle sue composizioni, poi appare anche come collaboratore nell’album.
Credo che la grande capacita dei Rebel Rootz e di potere sbandare verso altri generi musicali e amalgamare Rock, funk, pop e anche dubstep in quello che fanno. La forza delle due tastiere porta la flessibilità di esplorare con più facilita vari orizzonti. L’album è più che generoso con quasi un’ora di musica, spalmata su 13 tracce e una traccia fantasma.
“Mr DJ” è già vecchio di due anni con la sua uscita in aprile 2016. Registrato ancora con Toniz Minchione alla batteria, prima che andasse a creare mobili con un talento sorprendente. Prende il suo posto Loris “Ciada” Dallago, il fratello di Francesco “Ago” Dallago bassista del gruppo.
“Dammi la forza” si fa notare d’entrata dal suo ritmo rapido e si veste di pop sottolineato da due passaggi di pura “elettro” a 2.25 e 3.00, inclusioni che possono sembrare strane per una canzone reggae, ma che sono tipiche della formazione di Trento.
Entriamo nel giro delle tracce con collaborazione esterne. Francesco Drimer Marcheti di Trento e Ares Adami di Arco si sfogano su “La mia isola” coronata di belli cori e di tastiere con suoni tubulari.
Il Romano di “Virtus” accompagna Massimo Fontanari su un testo italiano / inglese con forte accento Giamaicano. Beati voi che avete comprato il CD che comporta magari l’inserto con le parole. Noi sfortunati del download a l’estero, dobbiamo grattarsi la testa nella perplessità. Cosa diset?
Il ritmo lento e tropicale di “Dimmi di te” ci coccola nei nostri ricordi di amori d’estate che trasciniamo in memoria, durante vite intere.
“Lascia che ti dico ancora” è un tesoro di ritmo che invita ad ondeggiare sul tempo. Che piacere poi, di sentire Stefano “Anansi” depositare la sua voce nel ponte musicale.
Un americano di Venice beach sembra prestare la sua voce a “Chilometri” :Greg Cipes, un fusto biondo, gusto yoga e fumetti. Greg riempie della sua voce l’introduzione e il ponte musicale prima del ritornello: “Non saremo in un libro di storia, non si parlerà di noi a scuola”
Un campionamento di voce persa nell’eco introduce “La mia citta” la canzone la meno orienta verso il reggae di tutto l’album. Si gira leggermente verso un Jazz-pop, un po’ swing sui bordi. Si parla di Trento e sono anni che muore dentro.
Siamo andati a cercare la voce di Lazise; Alice Righi: Cantava in “Ellis” Con Carlo Villotti, quindi penso che il Carlo possiede ancora il suo cellulare. Presta anche sua voce a Janet Dappiano per Noirêve, canta con Anansi su Balcony TV “Ci stavamo dentro” … Siamo di nuovo sul reggae ondeggiante, tanto la voce di Alice invita a surfare le frasi di fiati, fatti alla tastiera-che-si-può-soffiar-dentro.
Ovviamente “La regina” è la traccia la più potente, la più rock, la più sorprendente, la più strappa mutande di tutte. Il ritmo pesante e potente lascia le due note del ritornello martellare con potenza il testo: “Musica, portami lontano da chi giudica”
- Tipo a San Remo o X tractor? Chiede ingenuo Jenkins, che arriva qua di mezzo come un capello su un passato di verdura.
- Secondo? una volta alla base, mi faccia pensare di dare una promozione a Jenkins, per favore.
- Grazie Capitan!
- Ho un amico Greco; si chiama Sifiguris, pero adesso sgomma….
“L’ultimo gioco” si riferisce alla posizione di ogni uno nella società. “Sono figlio di un mondo… Se mi chiedi la mia nazionalità, non sono fiero di rispondere Italia” […] “Niente confini solo aria” La domanda rimane, Dom dodo domdom, possiamo vivere senza frontiere? Dom dodo domdom, o sappiamo VERAMENTE cosa una frontiera ci porta? Dom dodo domdom, il nostro buon cuore pieno di fraternita mondiale, Dom dodo domdom, può essere recuperato a contro senso, Dom dodo domdom, da chi vuole imporre mondializzazione, per interessi finanziari. Ci siamo: è l’ultimo gioco, Dom dodo domdom.
C’è odore di spiaggia tropicale su questo gioiello di libertà della scelta, con assenza di giudizio “La nostra favola” parla della lotta per coppie omosessuali di usufruire degli stessi diritti che le coppie standard. Secondo me matrimonio e adozione per copie omosessuali fanno parte dei segni di una società AVANZATA. “Amarsi non deve essere un tabu… Yeaaaaah!”
“Lacrime” conclude l’album con un testo già sentito su una traccia di Bruce Gil “Non c’è più tempo” in collaborazione con I Rebel Rootz con il un video allucinante fatto nel 2013. Non so se Massimo a proposto un testo ancora in costruzione a Bruce Gil a l’epoca, o se il testo completo ha finalmente trovato una musica nel 2018. In ogni modo il resultato vale la pena.
I Rebel hanno saputo brillare ancora con questo album atteso da anni. I testi son pieni di senso e di sincerità, i cori sono belli, precisi e dosati. La sessione ritmica è impeccabile. La chitarra virtuosa, le due tastiere suonano dalla cima del Olimpio e offrono sentieri divergenti per svagare allungo la strada principale. Album indispensabile.
- E l’altro fratello Tasin, il Luca dove adesso? Il rilevamento dei Rumpled è cambiato?
- Sempre nel 010, rotta sempre nel 185, distanza 19 miglia, velocita 12 nodi, profondità 065. Passerano sopra noi fra un po’ più di un’ora.
- Ustia! Ho un po’ de tempo per un pizzulino…

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