Capitolo 57 Indigo Devils album Devils in disguise

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C’è un’atmosfera serena abbordo. Siamo più che soddisfatti dell’ultima missione e si sente. Sono sulla torre con il secondo e Jenkins, il capo centrale sta giù in centrale operativo e sta trasferendo i nostri ordini al timone e alla sala propulsione. E primavera, e l’aria ancora fresca è piacevole a respirare. Siamo uscendo della base Nibraforbe e la costa è ancora vicina, quasi da toccare...

- Tutto chiaro per l’immersione Capitan.

Scandisce il secondo prima di appoggiarsi i binocoli sul petto. Io, ho gli occhi mezzi chiusi e vorrei dilatarmi le narici ancora un po’ di più, prima di respirare il filtrato della calcia sodata.

- Capitan? 

Il secondo mi infastidisce clamorosamente: son rimasto un sognatore in fondo. Ma dobbiamo iniziare la nostra missione:

- Immersione! Jenkins, chiudi il boccaporto dietro di noi, per favore.

- Ho letto l’ordine di missione Capitan, e mi sto chiedendo se siamo veramente tagliati per questa immersione... è un gruppo di cover...

- Poi? Rispondo aspramente. Abbiamo già coperto il CD di Laura Galetti nel suo album solista “Frammenti” qualche anno fa e c’è la siamo cavato più che bene direi... Poi il dossier del Intel stipola che sono anche dei “casi clinici”. A me pizzica la curiosità, cosa diset, Capo Centrale?

- Beh... su quel genere rockabilly abbiamo solo in archivio gli “Stray cats” degli anni 80, e tutta la serie dei Francesi di “Washington deat cats”... Miga tant’...

- Basterà, dai!... Jones! Occhio al sonar stiamo cercando gli “Indigo Devils” ... Ultimi rilevamenti nel quadrante 040-090...

- Sono già lì, Capitan, nel 045, rotta nel 010, profondità 050, velocità 10 nodi.

- Su! si comincia!

A leggere i primi dati dello spettrometro non c’è niente che quadra. La confermazione venendo dal doppler aggiunge dubbi a chi ha già “Abbi dubbi”. Cioè, ci si riconosce tutto, ma tutto è alla salsa “Indigo”. Anche quello che non ha bisogno di essere alla salsa “Indigo”. Per spiegare meglio: offri una scatola di meccano a un boccio per natale ... Buon... c’è il boccio che cerca di costruire quello che c’è sull’immagine della scatola. E se c’è una gru sull’immagine, gli “Indigo” cercano di costruire un aereo. Tutto li. Poi a far cover di uno stile, per esempio nel genere... “Rockabilly” (preso totalmente a caso) ci sono classici obbligatori, e delle cose al di quale non ti attacchi mai... Buon... Loro sì. L’Intel c’è l’aveva detto: “casi clinici” ... siamo sul dossier.

- Beh li, per essere fuori dei sentieri consueti, mi digo che son su L’A22 direzione Brennero! Esclama il Campo centrale.

Di fatti l’album apre su un classico del classico: “James Bond theme” di Monty Norman. Un tizio che percepisce royalties da quando son nato su questo tema magico. Magico perché è rimasto. E uno “standard”. In poche parole una traccia che riconosci anche occhi bendati, per temperature sub invernale, con un vento contrario di 180Km orari e nella foschia.

- Magari apre il loro spettacolo, l’hanno messo come intro, non so... fa una bella apertura no? Argomento, cercando scuse... Che c’è dopo?

- Il rock del Capitan Uncino, risponde il Secondo. Una canzone di Edoardo Bennato.

Il capo centrale mi sta inchiodando la barra, ridendo. Poi ha anche ragione perché paragonato a quello a quale L’Intel ci aveva preparato, stiamo cercando ora di misurare la loro originalità in parsec invece che con la catena di Gunter. Sto facendo la figura del fesso. Pero non c’è niente da disdire sul l’esecuzione dei due pezzi, neanche nella loro registrazione. Cercando la piccola bestia, puoi trovare che manca un pizzico di pepe, di intensità, o di groove, tipo roba che ti prende nelle anche, già nelle prime misure, ma niente di drammatico. Al meno la telefonata in mezzo alla canzone fa un occhiolino a “Ritorno verso il futuro” e conferma che tutti hanno sentito questa canzone, più di quello che si deve.

- Cos' è sta roba? “All about that bass”? chiedo ingenuo. Chi è sta Meghan Trainor? E una tipa?

Jenkins interrompe tutti per tirarmi dell’imbarazzo:

- Eh... È vero che navighiamo solo nella musica Trentina dal 2012, Capitan. Ma questa canzone e stata un successo nel 2014... arhem... in altri mari, in somma...

- Davvero? 2014 ah! Che bei tempi! Eravamo su “America” dei “Next point” e su “Sotteraneo” dei “Rebel” .... Capo centrale cercatemi l’originale da subit!

Vero che questa traccia è la prima ristrutturazione e ricostruzione totale di un pezzo (che non avevo mai sentito prima, per ragione di immersione totale nella musica regionale). Comunque al di fuori della partitura e delle parole della canzone, si riconosce ben poco dell’originale, è stato re-arrangiato tutto e in cima, hanno anche trovato il modo di inserire qualche misura di “Barbara Ann” dei “Beach boys”, per fare buona misura. Eco l’originalità di quale parlavo prima! E non c’è un neanche un nano-secondo di dubbio sulle prime misure del pezzo seguente:

- Naaaaaaaaa, non lo faranno, naaaaaaa! Urla il capo centrale...

- Credo proprio di sì. Sorrido mentre riprendo la mano sul gioco.

- Per le trippe di Richard Dawkings! Hanno un bel po’ di fegato di avventurarsi da quelle bande! Esclama il Secondo.

E Vero che “Basket case” dei “Green days” in versione lenta punteggiata di “shuwap, shuwap!” vale la pena di essere sentita al meno una volta nella vita. Un capo lavoro, una ciliegia in cima alla torta. Bravissimi! Casi clinici confermati! Siamo su l’inaspettato, sul sorprendente, sull’audace, sull’iconoclaste.

- Ostia! l’han anca smontato “Hoochie coochie man” di Muddy Waters, tempesta il Capo centrale.

Beh... niente da vedere con l’originale; è una versione stimolata e ballante! Sostenuto da cima a fondo dal sax che ripropone instancabilmente la frase tematica dell’originale. La fluidità del risultato finale è, secondo me, molto più ingestibile che la versione frammentata dell’originale. Un altro tratto di genio su questo colpo.... bastava osare.

- “Rock n roll lullaby” non è referenziato da nessuna banda. Non c’è l’abbiamo in archivio. Conferma il secondo. Chiamo l’Intel sulla rete flash?

- Può provare ma... Capo centrale, scanner e interferometro per trovarmi da dove sbocca questa traccia.

E una perla. Si distacca dall’album per la prevalenza vocale, specialmente durante il ritornello. Pero a cercare sui canali comuni del Intel, non ci si sbocca da nessuna parte. La rete Flash rimane muta. Sara il Capo centrale a tirarci fuori del pasticcio analizzando gli risultati dell’interferometro: 

- Si tratta di Trutz "Viking" Groth, Capitan! L’Ex chitarrista dei “Kim and the Cadillacs” un gruppo Country rock degli anni 70/80’s. Il gruppo è sciolto, pero lui è ancora attivo, sembra che abita a Erba in un posto che “Elio” definisce come un importante nodo ferroviario, Sir! E ha scritto questa canzone molti anni fa e sembra che nel genere “rockabilly” è rimasto una referenza...

- Schedatemi quel tizio immediatamente, non si sa se risalterà fuori in un’altra occasione. Poi ovviamente un tipo che scrive: “Dear penis I don’t like you anymore... You’re used to watch me shake. Now you’re staring at the floor...” deve essere schedato per forza.    

- Fermi, tutti! Abbiamo una scheda su quello lì, pero! E cosa l’ven a fare da queste bande il Fontanari.... Non dirmi che... naaaaaa!

- Credo di sì Capitan, concorda Jenkins.

“Esiste un fuoco” dei Rebel Rootz alla salsa Indigo vale la pena. E un bel Jive invitante al ballo e sembra dopo questo mattone, che i Devils possono attaccarsi a qualsiasi stile musicale e concludere la faccenda con successo. Bisognava osare! Seconda traccia di “Interpretano Trentini” a finire su un album. La prima è stata “ Nuanda” dei “Kepsah” sull’album dei “Kitchen machine” ... re-leggendo il dossier avevano promesso, durante le registrazioni, che l’album sarebbe pieno di invitati e di sorprese. Non avevano mentito.

- Questa la conosco interviene Jenkins.

- Beh…. chi non la conosce quella! afferma il Capo centrale.

“Feel” rimane fedele per qualche secondi a l’originale, l’apertura al piano forte conforta in quel sentimento. Dura poco pero; eccoli a cucinare di nuovo alla salsa “Indigo”. Bello spazio di espressione per il sassofono che s’incarica dell’assolo come della riconoscibile frase finale. Ancora un bel pezzo, non il mio preferito, ma inchiodato bene.

- Arrivano informazioni da L’Intel, capitan! Sembra che stanno componendo roba loro...

- Lasciare un gavitello di fondo su questa posizione. Che li teniamo d’occhio se si muovono.

La cosa potrebbe essere interessante. Va be che si può essere campione di tuning su maggiolino, la cosa si complica un po’ quando devi partire dal disegno del telaio, per potere mettere qualcosa sulla strada... Pero a guardarci bene abbiamo coperto questa missione in un’atmosfera gioiosa e rilassata. Cosa che succede raramente abbordo.  L’equipaggio è sorridente e credo che lo sono anch’io...

- Rotta nel 180, stessa profondità, stessa velocità.

Andiamo ad annusare col sonar cosa succede da queste parti... Non torniamo alla base... Rimaniamo in giro…Per sparagnar...

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