Capitolo 38 Death by Pleasure album No Stall Geek.
A chiedere in giro: “Chi sono i piccoli geni della musica Trentina?” ci si sentiva un po’ spesso proporre gli “Pop_X”, anche se, secondo me, si stanno allontanando piano piano, col tempo, da quella posizione, per svago troppo svagante. “Otterloop” per esempio è un valore sicuro in questo campo, “Little finger” sa brillare di tutte le sue tastiere, chitarre, ed originalità. Nel suo tempo avrei anche risposto volentieri “Eco del Baratro” per il loro modo di comporre e strutturare i loro pezzi, ma la band si è sciolta oramai, lasciandomi il tempo di re-orientarmi: “Death by pleasure”. Ecco un duo musicale su di quale il vascello ammiraglio del Electric Duo Project aveva suoi occhi da tempo, e per tutte le buone ragioni. Mi sto chiedendo in quale modo una micro capsula come il Wyznoscafo, potrebbe farcela al naso e alla faccia di questa' entità di fama nazionale. E soprattutto cosa dobbiamo fare per concludere questa immersione con successo: Aspettare che l'Electric Duo Project pubblicasse un’intervista, e andare in missione una volta l’Ammiraglio Giusy Elle sulla via del ritorno? O andare testa prima sul rilevamento, al costo di incrociare il ferro con un sommergibile ammiraglio, con una potenza editoriale tremenda? Tenendo conto che la vecchia lupa di mare come l’Ammiraglio "Elle" piantava manovre come "Martina la pazza" senza preavviso allungo le sue immersioni, e aumentava il rischio di farci beccare la mano nel sacco. Comunque il Wyznoscafo può mimetizzarsi su il fondo, come una razza nella sabbia e siamo a distanza ridotta del rilevamento.
Abbiamo già parlato della formazione in una precedente missione. Composta di Mirko Marconi alla chitarra e canto e di Lorenzo Longhi alla batteria e cori. Tre precedenti produzioni degli "Death by pleasure" nell’archivio del Wyznoscafo: "Blind mind, the album 2010" una specie di seconda ristampa dell’album intitolato “Death by pleasure” pubblicato l’anno precedente nel 2009, in quale troviamo "90's looser" e "Dusty carpet". Sia “Blind mind” che l’eponimo album comportano le stesse tracce, due canzoni bonus appariscono pero, sulla ristampa. Poi "Waited, waisted!" Del 2012 con il loro famoso "Spontaneous combustion" rugoso e grintoso, poi adesso davanti a noi "No stall geek" uscito 4 giorni prima di Natale 2015. Il titolo dell’album rimane ermetico nella sua significazione, molto allungo. Poi finalmente, un gioco di parola molto vicino a "Nostalgic", può lasciar pensare ad una recente ri-lavorazione di composizioni lasciate da parte, ad un momento o l'altro della storia del gruppo... Un punto nuovo è l'apparizione di tastiere e suoni di basso generati elettronicamente. Sicuramente la presenza su lo stesso label (Maaash records) con la Casa del Mirto ci è per qualcosa... Nonostante questo, gli Death by pleasure rimangono fedeli alle loro composizioni, al loro senso melodico e alla loro capacita di ricercare sonorità che incollano al canto. Pero, a guardare gli dati che arrivano dallo scanner, si può dire che questo è l’album il più pop della band.
“Sun and moon” dà il tono generale, non ci si mente; percussioni meccaniche, tastiere, chitarra in sotto fondo e basso programmato, mi danno voglia di scrollare in ritmo. Questo ha l’effetto di cambiare le nostre prospettive su questa produzione. E sarà con una curiosità acuta che scopriamo il resto:
“Nothing” è un lento romantico, alleggerito dalla presenza di un Glockenspiel e dal coro di Lorenzo Longhi alla batteria, che ha tendenza a tornare, da 1:38 verso lo spirito degli “Death” con uno spettinatissimo assolo di chitarra, che riconosciamo come fatto in casa.
“Washing machine” è la traccia la più vicina al loro primo album. L’aspetto pop leggero della prima parte del brano è sollevato dagli cori di Lorenzo “yea-ah, yea-ah, yea-ah” poi, chitarra e batteria salgono sul ponte a far fuoco, di tutto il suono distorto a disposizione: Riconosco l’atmosfera. L’mp3 del download si conclude al 3:22 con un colpo di forbice, degno della “Casa del Mirto” e lascia il posto a:
“Dive in the corn”. Una voce distante scorre su un tappetto di tessitura indefinibile, dove chitarra, effetti, suoni elettronici si mescolano su un ritmo robotico. La canzone sembra contaminata da elementi esterni alla scrittura, come troppo pulita e sporcata volontariamente per essere registrata. Il gruppo scrive solo su carta stropicciata, appiattita in modo grossolano dal rovescio della mano, se no, l’ispirazione non viene.
“Quark” è un’entità interamente elettronica: il martellamento ossessivo di una gran cassa digitale scorre su tutta la traccia, si ferma ad un solo momento per sottolineare una voce, che declama un testo annegato in effetti, che ne ricoprono il senso. Le parole non sembrano essere essenziale, solo la melodia della voce deve sfiorire fuori dalla massa sonora.
Traccia faro dell’album “What’s wrong” è puramente geniale. La canzone possiede un aspetto pop ed è decorata da una leggera tastiera che ammorbidisce i ritornelli: “There is nothing on TV there is nothing on radio” Questo è un “Death by pleasure” per eccellenza dalla voce distorta e progressivamente urlata sulla fine del pezzo, fino al DNA del suono di chitarra. Un mattone di bel peso che conterà nella carriera del gruppo. To! Senti??? The telephone is ringing!
“Above my head” calma il gioco, per lasciaci respirare un po’. Una chitarra scorre su una fibbia di suoni vari, nel ritmo di qualcuno che cammina su un terreno ghiacciatissimo, nell’assenza totale di percussioni. Anche qui un rumore quasi parassito increspa quello che poteva dare al brano un aspetto troppo consueto. Non poteva ricevere il label “Death by pleasure”, se no…
Un momento di contemplazione a guardare le stelle: Traccia aliena, per lo meno, nella sua introduzione dell’ultimo pezzo di quest’album. “The Prism” è un remix della casa del Mirto. La traccia proviene dall’album “Blind mind” del 2010 dove il brano è annunciato come una traccia bonus, sulla semplicissima copertina in bianco e nero. Magari la visione di Marco Ricci su questa traccia ha spinto Mirko Marconi e Lorenzo Longhi a pubblicare questa versione. Nonostante il lato ballante della traccia, portata da un slap di basso ripetitivo, “The Prism” porta l’identità profonda degli “Death by pleasure” nei vocali.
Questo rimane un eccellente album, il più pop del duo. Più accessibile al grande pubblico che “Waited, wasted” con suoi suoni distorti, e sua energia sbudellata. Se dovete possedere un “Death by pleasure” scegliete questo... Poi andate a farvi anche i due altri che valgono la pena!
Metterei volentieri rotta verso la base Nibraforbe, ma Jones al sonar e spettrometro taglia duramente questa voglia:
- Arhem... Capitan.... non ho nessuna spiegazione scientifica per il fenomeno che gli strumenti mi rivelano altro che.... ANOMALIA...
- Rilevamento?
- 270.... 10 miglia…. sembra sulla traiettoria del razzo degli Exercoma.
- Segnale del EDP?
- Gnent, capitan!
- Nen da veder allora.

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