Capitolo 33b Mondo Frowno EP MNDFRWN
Un’altra scossa di sub cultura ci colpisce mentre siamo in corto transito fra L’opera di Amanda e Mondo Frowno. La rete flash sputa una pagina di telex una dietro l'altra, fino ad invadere un bel metro quadro di fogli sparsi che si accumulano sul pavimento del centrale.
- Jenkins, ostia! Messaggi!
- Si... Si signore...
Jenkins raccoglie maldestramente i fogli, e prova di metterci un po’ di ordine, prima di depositarli sulla tavola delle carte. Invece di essere dati in provenienza da l'Intel, siamo in pieno Gossip, People, Novella 2000. Fra le foto di Giulio Ferrara in spiaggia, e quelle dell’ultima plastica arruffata del Berlusca; un trafiletto di 5 frase sussurra le vicinanze della sessione bassi, fra le due band.
- Jenkins! Portami quella spazzatura a l'affettatrice e sgombrami la tavola delle carte. Capo centrale, risali alla sorgente di questa fonte e eradica il loro emettitore con il virus Attilarazzosuolo.5, della nostra banca "Non tornarci più", Secondo! Ripassate le compilazioni delle band underground Trentine del ammiraglio Martina Tosi allo scanner, e voglio che tutto questo sia fatto un ora fa!
Per buona misura batto il pugno sulla tavola delle carte, e tutto il centrale si agita come un formicaio.
- Comandante, risponde il secondo, ha visto giusto: Eccoli sul Volume 2 della compilazione: "I'll be the rain", traccia 6, esce lì in esclusiva, prima di uscire come single su Bandcamp in Ottobre. Del resto su bandcamp, c’è anche l'EP...
Il volume 2 dell'indiscutibile serie di compilazione, diventata una referenza nel campo, propone la canzone stranamente compresa fra "Dust Into Your Eyes" (People Don't Change) e "Servan” (Tiki land) due gruppi di genere Punk per il primo, e metal growl per il secondo.
- Attivare lo spettrometro, iniziamo!
Questo power trio si compone di Mauro Cont, alla batteria, che sembra venire da "L'Ira di Giotto", e degli “Five seasons” Stefano Negri al basso; un pilastro degli Zeroids, e Alessandro Coppola voce Chitarra su di quale l'Intel non a dati precisi. Questo lento appare sulla compilazione come l'unica nuvola bianca in un cielo grigio scuro. E piove. Ma piove bene, piove calmo, piove giusto, piove talento. E un lento... Di quelli preziosi. Semplicemente perché il duo vocale che porta la canzone e calibrato bene, perché il crescendo che porta al lungo ponte strumentale (1:53) viene naturalmente e giustamente, anche se la ricetta e stata usata parecchie volte. La canzone stessa rimane un po’ grezza, nelle sue sonorità nel ponte musicale. Avrebbe perso di originalità e di spontaneità ad essere troppo lucida. Right choices, mates! (Buona scelta, Ragazzi!) Ovviamente dopo questo ci si può solo aspettare con pazienza. Ben poco, a dire la verità, perché ottobre arriva presto con un EP da solo 4 tracce che esce su bandcamp, storia di confermare il calibro del trio. Un EP sembra troppo poco talmente la qualità dimostrata e grande. Ma bisogna dare tempo al tempo, capacita alla capacita e indipendenza al gruppo.
Per il momento siamo lì e "Use me" è analizzato dallo spettrometro solo per illuminare la totalità del centrale, con una qualità di suono nei vocali sentito ben poco in giro prima di questo EP: il canto è talmente registrato accuratamente e da vicino che si sente l'espirazione nasale di Alessandro. Per il resto è un rock puro e diritto in faccia, al modo dello "stop and go" lasciando campo libero agli vocali per invadere il corto spazio concesso. Buona confermazione dopo "I'll be the rain".
"Fuzzy tree" utilizza quasi lo stesso metodo per sottolineare l'importanza del testo, in questo pezzo cruciale al gusto di "Muse". Ti sembra che uno psicopatico viene sussurrarti nell’orecchia "Think again, you can be a no one", o anche "May be this time I gonna shoot myself" con la convinzione necessaria per dar peso ad ogni singola parola; effetto garantito. Poi la traccia cambia genialmente di forma a 2:38 per riportare la frase musicale della canzone verso altre altitudini, altre velocità. Datemi del pazzo se volete, ma io ci stampo "capo lavoro" su un risultato del genere. Ridetemi in faccia, miei gusti sono li. Punto.
Un vortice di chitarre conduce al leggero attimo di normalità pop-rock sulle prime misure di "Janet" un bel Mid-tempo punteggiato con un ritornello corto: "I don't wanna go, I don't wanna go". Il pezzo si conclude sulla voce telefonata che prega Janet di "non lasciarmi senza preavviso".
Poi "Homer" che è apparso da settembre come un teaser su you tube. Le immagini li vedono in vari posti, concerti, prove, registrazione... Maestrale pezzo finale con una voce più spinta, una chitarra dissonante servita su un basso tondo, che porta il ponte musicale da solo.
Quattro composizioni forte, scritte bene e di un colore più che convincente di qualità ed esecuzione. Il chilometraggio raggiunto dei tre membri conforta nella sicurezza che l'album che vera (se i piccoli maialini non le mangiano prima) sarà un pezzo atteso.
Vorrei tornare al porto per un po’ di riposo, ma il secondo porta brutte notizie:
- Sembra che gli "Magic cigarettes" hanno messo in circolazione un 33 vinile, e lo hanno anche pubblicato su bandcamp. Credo che dobbiamo andare a fare i primi rilevamenti visto che sono a due miglia nautiche, più al sud...
- Ostia... mi penso, rimaniamo sott'acqua...

Commenti
Posta un commento