Capitolo 44 Horrible snack album Rancid Amoeba Dog!

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Siamo molto vicino al fondo a profondità 300 uscendo della nostra missione sugli Bankrobber. Siamo molto discreti; a velocita minima il nostro rumore si confonde con movimenti di magma, udibilmente percettibili a questa pressione.

- Sono direttamente sopra di noi, conferma Jones al sonar.

- Normale... da Riva ad Arco c’è poco da percorrere.

Siamo già lì, in posizione, subito dopo avere lasciato The Bankrobber e il gavitello lasciato dopo il “Live al Sesto grado” fra Nago e Torbole nel 2014 era tornato ad emettere febbrilmente. Gli “Ome brothers” erano già presente al capitolo 17 di “Ventimila leghe sotto la musica trentina” e continuano a far scintille con l’aggiunzione di Gioele Maiorca al basso nella loro nuova formazione “Horrible snack”.  Allora, cosa può portare un ‘vecchio’ bassista di quasi 19 anni ad aggiungersi ad un nucleo in fusione perpetua? Per primo si rotola per terra durante i concerti e questo lo rende chimicamente compatibile con i due altri. Secondo, canta e fa cori, che può sempre servire. Terzo deve ascoltare la stessa musica che Sebastiano ed Edoardo Omezzoli per potere prendere questo pazzo treno in corsa... Parlando di questo, per chi guarda spesso la loro pagina facebook, si deve aspettare a trovare solo e quasi unicamente musica underground. Facciamo nel sotterraneo, nell’oscuro, nel esperimentale. Cioè, non conosco nessuno dei gruppi da loro citati e condivisi tranne Weezer, No FX e Fugazzi... metten un po’ di “Dinausor Junior” e ancora... perché è il gruppo preferito del loro padre: Paolo.... Seguendo la progressione del duo malefico, i fratelli Omezzolli portano ovviamente al primo album degli “Horrible snack”, del materiale precedentemente scritto per una registrazione live, fatta nel 2015. Pero visto che il capo centrale ha perso la scaletta di questa registrazione riservata a cerchi chiusi, mi devo di riconoscere di memoria “What’s above the cloud”, “Boundaries” sicuramente, e magari “So crazy”, il resto sembra materiale nuovo. Ma non sbagliamoci: chi possiede queste registrazioni rare dovrà costatare: Le tracce sono state lavorate di nuovo. L’album è prodotto da Marcello Orlandi dei Magic cigarettes, Thee loyal wankers, e del l’associazione OFFSET e masterizzato da Lorenzo Piffer e sembra registrato in condizione vicino al live. Enormi progressi musicali sono stati realizzati a giudicare la serie di note sincopate, break, stacchi micidiali aggiunti alla partitura (se c’è né una), ci si canta ancora in yogurt, anche se sono rassicurati dal loro entourage immediato, che le conforta: “No dai, la pronuncia non è cattiva.” 

Sicuramente abbiamo qualcosa in comune, come per esempio il mio modo storto di scrivere in Italiano. Tutto non può essere perfetto se no, a nostri livelli, aspettare la perfezione non porterebbe mai niente alla pubblicazione. Considerando che ascoltano spesso gruppi punk underground che sembrano esprimersi in questo modo, confortare e rassicurare gli “Horrible snack” su questo modo di cantare può potenzialmente mandarli verso un futuro choc frontale. Il lavoro da fare per raggiungere un inglese comprensibile sarà molto più arduo, considerando che si dovrà anche contrastare la forza delle abitudini. Sono ancora giovanissimi e alla loro età niente è insormontabile, ma nascondere - per non offendere - il fatto, non le può aiutare per niente. Noi qua, stiamo guardando da lontano...

Pronti? Sberla! L’energia di “What’s above the cloud” ci colpisce direttamente al mento. La traccia è condita di cambi di ritmo, scatti ed energia.

“The light house and the olive tree” rimane calma tutto allungo e sembra essere una traccia romantica al retrogusto di “The Jam”.

L’introduzione di “Boundaries” è un rock garage con pronunciati accenti punk, della più bella epoca. Un sorprendente passaggio calmo si inserisce nel brano e conduce ad un assolo spettinato di chitarra. Contro tutta aspettativa il pezzo non ricade verso il motivo introduttivo, ma verso uno svago composito e pluridirezionale quasi prog, che si conclude su una cacofonia buffa.   

“I follow the light” comincia ancora più tranquillamente per progressivamente guadagnare intensità e forza: primo gradino a 1:05 e sale ancora di un gradino a 1:50. Svaga per un momento su una spiaggia calmissima prima di concludere energeticamente sul tema principale. Bel esercizio di stile. Cantano tutti tre su un bel “So crazy”. 

C’è un retro gusto di “the Ruts” o “Dr feelgood” su “Bad short song #1” che rimane una composizione energetica.

“Radio Viking” rimane la traccia la più interessante dell’album perché è la più progressista. E quasi Free jazz dopo il terzo minuto, esplora, genera suoni nuovi, si ferma un attimino, cammina nel buio, trova l’interruttore, scandisce l’ultimo ritornello ed esce sbattendo la porta.

“Empty Wallet” ha per missione di chiudere l’opus nello stile dei primi Joe Jackson della grande epoca.

Quello che abita Edoardo Omezzoli, che firma la totalità delle composizioni, è una creatività febbrile adolescente, nel senso in quale guarda poco allo specchietto e non torna indietro su quello che ha scritto neanche un anno fa. Per lui, la via è dritta e il demone iperattivo che lo abita non li lascia pace se non sforna un titolo alla settimana. Vuole seguire questo flusso e fa anche bene. Siamo per lo meno sempre davanti a nostro pezzo di carbone e il diamante che contiene è ancora ben nascosto a l’interno. Quarta produzione per i Ome brothers :In the beat 2013, Step By step 2014, Live a sesto grado 2014) questo primo dei “Horrible snack” è da prendere come una tapa obbligatoria verso il lungo cammino che hanno ancora davanti a loro, se gli piccoli maialini non le mangiano prima.

Detto questo, do uno sguardo circolare nel centrale, sono tutti impegnati e calmi. Io sento che una serie di sorprese ci aspetta in questo momento impegnato. Sia Supercanifradiciadespiaredosi, Rebel Rootz, Silent Carrion, Bob and the Apple son tutti su l’orlo di sfornare senza preavviso e nonostante la voglia di tornare alla Base Nibraforbe mi sento quasi di rimanere in zona, magari silenzioso sul fondo, quasi in agguato....

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