Capitolo 49 Exercoma EP Dapperniente

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- Svuotare i ballast, Stacchiamoci dal fondo, rotta nel 270, avanti 1 quarto, profondità 100.

E veramente piacevole di notare la disciplina e la fluidità degli ordini abbordo, dopo la mia crisi di autorità, di seguito alla mia escursione solitaria nelle Giudicarie abbordo il microscafo e il compimento in tre missioni dell’enorme compilazione realizzata dall’Ammiraglio Martina Tosi del Fanzine Band underground Trentine. Eravamo appoggiati sul fondo da più di un mese e punto il Wyznoscafo verso la base Nibraforbe.

- Vado finire la mia ispezione del bordo nel locale siluri, Secondo li lascio il centrale.

- Aye, aye sir!

L’interfono del locale siluro emette il suo segnale di chiamata. Non è una suoneria piacevole ma piuttosto un vecchio suono di claxon dell’inizio ventesimo secolo, assomiglia a l’ultimo respiro di un grammofono. Fa quasi ridere. Interrompo l’ispezione del locale per camparmi davanti all’auto-parlante, stacco la cornetta dal suo sopporto:

- Avanti...

- Comandante, abbiamo un’altra anomalia dietro di noi a quattro miglia, è il gavitello lasciato per l’uscita di “Rei” dei “Exercoma” sta impazzendo...

- Secondo, prenda in mano la manovra di giravolta e ci faccia risalire a profondità 50 metri, Velocita Minima sono molto vicini a noi, rimaniamo belli tranquilli, in moto: scanner, doppler, spettrometro, decoder audio, torno subito nel centrale.

- Agli ordini.

Non mi aspetto di trovare un cratere di mezzo al mare, come per l’arrivo di “Rei” nei nostri mari. Quei putei non possono prenderci di sorpresa ogni volta, abbiamo un po’ di miglia sull’odometro. Pero sanno farcela alla grande e il trattamento dei dati, in cerchio chiuso, attraverso tutta la strumentazione conferma il calibro degli “Exercoma”: Testi pieni di senso e di sensi; c’è da leggere fra le righe e fra i vari livelli descritti, le immagini messe avanti con ogni parola riflettono maturità e profondità di campo. Musicalmente sanno utilizzare gli silenzi, lasciare la batteria entrare al 20imo bar, creare spazi, dosare l’eco sul basso, passare dalla tecno pop al Rock che sposta tutto, sanno fare ruggire le chitarre ed atterrare morbidamente su una spiaggia di serenita. A sentirli cosi, pensi di aver da fare con musicisti di 40 anni che sono passati fra 6 o 7 gruppi e che sono al loro decimo album prima di sfornare il contenuto che ci è regalato oggi. Sbagliato... Il più vecchio deve avere 21 anni... Questo nuovo EP è troppo bello, liscio, quadrato, potente e ricco di senso per essere vero. L’ anomalia è davanti a noi.  Abbordo non risponde più niente. Andiamo avanti lo stesso, non c’è niente da temere... sembra essere scritto tutto sotto sopra ma non al rovescio, si legge tutto, ma non si capisce niente: siamo nell’anomalia.

- Capitan!{....} Sᴉɐɯo ᴉuʌɐsᴉ ɐʇʇɹɐʌǝɹso la ʇoʇɐlᴉʇà pǝllɐ sʇɹnʇʇnɹɐ ɯolǝɔolɐɹǝ pǝl Mʎzuosɔɐɟɟo¡¡

(Siamo invasi attraverso la totalità della struttura molecolare del Wyznoscafo!!)

- Nᴉǝuʇǝ dɐnɹɐ' ɟǝɹɯɐ dɹodnlsᴉouǝ¡...

(Niente paura, ferma propulsione!)

“Dapperniente” è dappertutto e il Wyznoscafo ne fa parte, le molecole delle due strutture sono intrecciate al punto in quale capiamo tutto, senza potere spiegare niente. Ecco l’anomalia; ci entriamo naturalmente sulla nostra velocita residuale.

Siamo pronti per la prima traccia del EP; “HCS”...  il ritmo tecno pop che serve di appoggio alla voce precisa e dettagliata di Tommaso ci sorprende un po’. “Exercoma” sa utilizzare un largo campo di stili musicali necessari per descrivere le atmosfere. Poi dopo il secondo minuto, ecco la banda al completo, solo per creare lo spazio per fuggire... “Guardavo quel mostro, seguiva il mio passo, lo sento è perfetto nel centro, ci masticheremo l’uno l’altro in questo posto”. Il rock è qua. Sono grandi, forti e in piedi.  Abbordo sentiamo tutti questa potenza e ne facciamo parte... finché l’eco sul basso avvolge la sfumatura finale, come il vapore saturato in fondo alla piattaforma vortica intorno al treno che sparisce.

Quro” sorprende dalla sua concisione. E una traccia sotto i due minuti, che salta da passaggi calmi a chitarre ruggenti e contiene qualche massime e considerazioni nel suo testo. “I dei esistono…” magari… O al meno sono stati creati dagli umani di fronte ad un certo livello di ignoranza, una spiegazione anche bancale è sempre meglio che niente spiegazioni… Dà sempre il potere a chi sa comunicare con l’invisibile. “Il piacere è assenza di turbamento” è anche vero.... bisogna solo accorgersene ogni tanto... ma pochi umani delle nostre condizioni hanno ancora questo super potere. Bombardati di continuo con brutte notizie da un lato a l’altro del pianeta. Ci sono anche considerazioni sul dolore e solo una volta liberati di tutto questo, lo spazio sarà libero per diventare quello che vuoi fare della tua vita. Detto bene e suonato bene.

Minorita.disciplina” è un tessuto sottile di maglie cucite a mano, per portare le immagini forti che il testo provvede. “Quest’ incapacità di essere primo... di respirare a fondo”, le baguette del batterista colpiscono il bordo della rullante, come per divertire l’attenzione... “Nella banalità, sentirsi vivo, con che facilita si spegne tutto”. Mentre la tensione sale, poi si rilascia per un po’... “Impara a calcolare i tuoi silenzi pari, sono anni che prendi la mira ma quand’è che spari?” Siamo di fronte al pericolo, immobili. “Io non ti conosco, ma il vuoto che hai dentro assomiglia a questo posto”. Ed eco la differenza fra un hit radiofonico quotidiano ed una canzone enorme: Il tempo che ti rimane in memoria. La traccia che l’aratro lascia. Il senso che dà, alla direzione che prendi subito dopo...

Vs di me” è il lavoro il più rifinito di questo EP, già scombussolante finora. E il chiodo che entra fino a l’ultima martellata, finché sigilla le parti assemblate. Conclusione. L’ apoteosi creativa, la cicatrice che rimane allungo la schiena: “E il mare che ci score dentro? Tuffatici di testa, ma guai agli schizzi, non vorrei sporcare il mondo”. C’è un pianoforte che risuona di sinfonia, di capo lavoro, una batteria che martella sopra chitarre furiose e un basso accurato. Dopo di che, mancano anche parole per descrivere...

- “ sǝƃnᴉɹǝ ƃlᴉ ɐlʇɹᴉ uou ɐɹɹᴉʌᴉ ɯɐᴉ dɹᴉɯo” dice il secondo.

(A seguire i altri non si arriva mai primo)

- Nou ɔ,è dǝɹᴉɔolo˙˙˙ ʌɐuʇᴉ nu bnɐɹʇo nsɔᴉɐɯo dᴉɐu˙˙˙

(Non c'è pericolo... Avanti un quarto, usciamo pian...)

Usciamo di nuovo di un’anomalia che non ci lascia come eravamo prima. Certo che gli “Exercoma” non stanno a seguire nessuno. Sono gli “Verdena” della prossima generazione. Sono qua, di mezza noi, naturali, geniali ed importanti. Dove andranno dopo questo appartiene solo a loro. Non si mette un guinzaglio al collo di un gruppo come questo.

-Bon, Meten il capo sulla base Nibraforbe che abbiamo bisogno di rifornire il Wyznoscafo….

 

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