Capitolo 63 Noirêve album Hesminè
Jenkins si avvicina verso me con un bel pacco di fogli piegati a fisarmonica che sembrano usciti dal Telex:
- Messaggio sulla rete Flash, Capitan.
- Grazie Jenkins, passa qua. Li rispondo, seduto confortevolmente nella mia poltrona del centrale. Prendo il paco e lego in diagonale il contenuto.
- Grazie. Sara tutto Jenkins. Jones?
- Comandi!
Stiamo cercando la Janet Dappiano. Segnale acustico registrato come Noirêve. Sembra che sia sparita da bandcamp da un po’ e che rilascia un album sti giorni, saprai identificarla?
- Certo signore.
- Capo Centrale, mi guarda in archivio cosa abbiamo su questa tipa.
- Aye aye sir!
- Secondo? Mi porterà il Wyznoscafo a profondità e velocità adeguata quando Jones avrà il segnale, l’ultimo rilevamento registrato è stato in Valsugna. Un live vicino a una piscina... Capo centrale cosa abbiamo?
- Beh, già la Janet le na gran toc de gnocola Capitan! Ha fatto Conservatorio di Musica F.A. Bonporti a Trento, poi studio sulla musica popolare alla Goldsmiths, University di Londra. E accompagnata da varie altre vocalist: Katja Marun, Alice Righi di Ellis, Juno che chiama la dona subwoofer, ha già fatto palco comune con Valentina Nascimbeni ha rilasciato “Ceci n’est plus du folk” ha alzato ovazioni per il suo remix di Candiru “28 ottobre 1985” durante “Interpretano Trentini”. Ha anche fatto Balcony TV con “Sfiorire” con n’altra gran toc de gnocola per presentarla: la Jenny. L’an passa, in giugno 2016 esce un Ep due tracce “Viaggio immobile” e rilascia “Hesminè” a metà giugno 2017.
- Mi sembra una tipa un po’ seria, per bene...
- Beh a guardare il suo avatar su facebook miga tant’. Poi sul suo profilo Noirêve scrive: obiettivi della band? “pitonare”, genere musicale “electroboh”, posizione attuale “orizzontale” ... Le pien de fantasia no?
Sorvolando le produzioni precedenti ci si nota un lavoro profondo di ricerca prima di portare alla registrazione le composizioni. “Ceci n’est plus du folk” per esempio cerca di coniugare canti tradizionale e musica electro. Non specialmente su tematiche gioiose: Sparse di mezzo alle quattro tracce troviamo queste parole: “La figlia dello Re se dà la morte” o ancora “I miei capelli son ricci e belli, L’acqua di mare li marcirà”. Almeno dà una spiegazione razionale sugli scheletri che ballano sulla copertina... Per lo meno, il tessuto musicale che score intorno alle parole definisce già il lavoro di Janet. Il suo stile è già pienamente li, schiarito da un enorme palla di vetro su di quale trova il modo di suonare. Prende tutti di sorpresa con la sua versione di “28 october 1985” di Candiru, durante la sfida di “Interpretano Trentini”, dominando della testa e dalle spalle gli altri lavori proposti, anche di mezzo a risultati mozzafiato come quelli di Eravamo Sunday Drivers, Francesco Camin, Kitchen Machine, Le Origini della specie... Arriva leggera come un fiore, lascia una traccia profonda come un aratro. L’Intel non sa più dirmi quando la grossa palla di vetro si è rotta, ma per una volta ci dà l’informazione giusta: La versione rilavorata di “Sfiorire” regalata a Balcony TV diventerà “Hesminè” su l’album che sarà il nostro rilevamento: Anti pasto su di quale dare un orecchia attenta “Viaggio Immobile” propone atmosfere diverse, quasi influenzate da “Wolf” aka “Persus Nine” nome di scena di Enrico Mariottino che è andata ad ritrovare durante il Sonar Festival di Barcellona...
- Segnale! Noirêve nel 245, profondità 015, velocità 04 nodi, distanza 3 miglia, interrompe Jones.
Già il secondo è sulla manovra, Jenkins mette la strumentazione in moto, il Capo centrale calza le sue cuffie e si posta davanti lo scanner.... Ci si comincia.
Pero il significato, sia del nome dell’album, sia della prima traccia, mi rimane un po’ ermetico. Tutti decoder e scanner rimangono muti e non danno risposte a l’inserimento dei dati.
- Capo centrale, manda via la rete flash, quei nomi a l’Intel. Che vediamo cosa viene fuori...
Jenkins non c’è la fa più, e deve gratificarci della sua versione:
- Beh secondo me, le un nuovo linguaggio: tipo ti alzi storto la mattina e il tuo taglio di cavei le uno “spettinè” o allora la grana Trentina la puoi anche avere “grattugè” ... tipo cosi... no?
C’è un lungo silenzio nel centrale e tutte le teste son girate verso Jenkins. Ma lungo, lungo il silenzio... Veramente lungo. Solo la testa rotativa del telex viene interrompere questa pausa che score ancora in noi. Jenkins si alza e strappa il foglio del terminale Flash per estrarne la soluzione:
"In tutto il lavoro, il testo resta sempre subordinato al messaggio insito nella musica: il punto focale è il suono e anche le parole emergono come componenti stesse degli arrangiamenti, materia puramente musicale e non linguistica. Esempio perfetto la canzone “Hesminè” dove prende vita un linguaggio inesistente, basato puramente sul suo effetto sonoro: in tal modo si può trascendere il significato verbale e ricercare un impatto esclusivamente emozionale con l’ascoltatore." Per una volta, Jenkins non era miga tanto lontano. Christian Vander del gruppo francese “Magma” aveva già provato negli anni 70 di cantare in “cobayen” ... la moda torna, visibilmente.
Janet propone su “Hesminè” 5 tracce cantate da 5 vocaliste diverse. Tutto l’album è naturalmente orientato su atmosfere vaporose, luci sfuse, colori pastel, calmo e serenità.
“Naviot” è cantato in portoghese da Rebeca Marques Rocha e illustrato da un video acquatico che raccoglie tutti voti dalle sommità musicale Trentine. Su un morbido sotto fondo di chitarra classica, campionati di voce e cori (Juno e Katja Marun) rialzano il ritmo di percussioni vocale... planante.
Un angelo di Lasize sul Garda, Alice Righi, si attacca al titolo faro dell’album. La nuova lavorazione di “Sfiorire” è più diretta che la versione di Balcony TV. L’introduzione è troncata per lasciare al più presto il campo libero alla voce di Alice. E qua, molto vicina, ci sussurra nelle orecchie, li, subito dietro lo scafo del sommergibile, chiama i membri dell’equipaggio ad aprire il boccaporto e a venire a nuotare con lei. L’invito è una tentazione. Siamo toccati profondamente dall’invito ma la pressione e le leggi della fisica subacquea ci mantengono al sicuro abbordo del Wyznoscafo.
“Happy” richiama subito l’atmosfera di “Asleep from Day” dei Chemical Brothers. La statunitense Kirsten Calandra ci porta nel cottone della sua voce, qui la musica si ritira al secondo piano per lasciare la discreta riverberazione, intorno agli vocali, dominare la traccia. Ritorniamo definitivamente in terre Trentine per le due vocaliste chiamate a chiudere questo capo lavoro.
Arrivata di fresco nell’archivio del Wyznoscafo Sara Picone ci invita a viaggiare intorno alle tessiture del suo canto in Italiano. Profondo e vicino durante i versi, poi sfilato e alto per il ritornello. Il tutto su ritmi di handpan alla moda “Yellow atmospheres”. La canzone prende un po’ più cadenza dal primo minuto e mezzo in poi. Di colpo la struttura del pezzo prende forma e consistenza per finire su l’eco della voce di Sara. Un bel pezzo.
Siamo già alla ciliegia in cima a la torta per l’immancabile ritorno di Adele Pardi per “Aneris”. La sua voce è registrata in un modo leggermente diverso degli altri canti del disco: molto più diretta, quasi senza effetti, per una bella storia di un pesce o sirena che sogna di volare. Adele a portato il suo violoncello per la registrazione e sottolineare di fibre organiche, l’etere distillato da Janet.
Ecco un album di cinque tracce che rappresenta il primo vero album di Noirêve. Il contenuto è stato lavorato, dosato, pesato precisamente e prodotto con serio. Mette avanti collaborazioni serie, scelte di cori e di canti che riflettano nella gran maggior parte la qualità delle vocaliste femminile. E fa molto bene a portare avanti questo potenziale. Sono nomi da ricordare.

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